Un
falso storiografico che è diventato formula proverbiale, per lo più usata a mo’
di biasimo, è che la caduta di Bisanzio debba essere imputata in qualche misura
a quanti, invece di difenderla dall’assedio dell’Ottomano, indugiassero in
oziose discussioni sul sesso degli angeli. In realtà, quando la sua capitale fu
espugnata dall’esercito di Maometto II, l’Impero Romano d’Oriente era già in
pezzi da tempo, non aspettava che uno sputo per crollare, e poi sul sesso degli
angeli non si è mai discusso per davvero, né a Bisanzio, né altrove, perché sul
fatto che siano esseri incorporei c’è sempre stato accordo pressoché unanime
nel mondo cristiano, e fin dal IV secolo.
Tanto valga per chi fosse tentato
dall’usare proprio un’ipotiposi così farlocca per rimproverarmi del fatto che qui
perdo tempo a disquisire se internet sia
sostantivo maschile o femminile, invece di produrmi in una vibrante difesa del
povero Magdi Cristiano Allam o in una fiammeggiante invettiva contro quegli
zoticoni dell’Isis. Avrei
voluto farlo già da un pezzo, ma temevo che l’argomento fosse troppo frivolo coi tempi che corrono. Stavolta, invece, vado tranquillo, cogliendo l’occasione offertami da un post del Mantellini, anche se lì è in questione se internet
voglia la maiuscola o no (pareri contrastanti, mentre «sul fatto che [internet]
sia femminile [si dà per pacifico] ci siano pochi dubbi»). Nomi eccellenti tra i commenti:
il Mozzi, il Quintarelli, il Tolardo, il Minotti… Insomma, mi son detto, chi
potrà mai venirmi a rinfacciare che tratto un tema sul quale dibattono tutti ’sti Paleologi?
Bene,
venendo al dunque, so di aver contro l’autorevole parere dell’Accademia
della Crusca, che, «per la determinazione
del genere degli anglismi che sono entrati in italiano senza adattamento, si
può enunciare la seguente regola: sempre il maschile, a meno che non agisca un
sostantivo femminile italiano soggiacente», sicché quest’eccezione varrebbe
anche per internet, visto che -net sta per rete. Il problema, a mio modesto avviso, è che quell’inter- rende maschile il sostantivo, perché
internet non è semplicemente net, ma il prodotto delle connessioni che
vengono a crearsi in essa, per il suo tramite.
Pare che a vederla in questo modo sia solo il Devoto-Oli, per il quale internet è sostantivo maschile, mentre per
il Treccani, il De Mauro e il Garzanti è femminile…
Ma basta così, ché bussano alla porta e voglio andare a controllare se per caso non sia l’Ottomano.
Internet, cioè la rete pubblica più grande del mondo si scrive con la lettera maiuscola, perché nome proprio di quella rete. E qui non v'è alcun dubbio. Le norme redazionali, invece, sono un'altra pappa, creando uno standard che a volte è fuori da ogni logica.
RispondiElimina- Massimo
Se dobbiamo trasporre la regola ortografica anglofona, allora dobbiamo farla(o) precedere anche dall'articolo determinativo: the Internet, ossia l'internet. Ne vedo pochi, disposti.
EliminaNel merito del genere di internet, le regole citate sono rispettabilissime, ma non possiamo fare a meno di domandarci come mai tutti dicano "il web" senza incontrare obiezioni.
Supponiamo che fosse vera questa tesi. Ebbene, chi avrebbe dovuto difendere l'impero romano d'oriente dall'espansione degli ottomani? La Chiesa di Roma che pretendeva come conditio sine qua non, dopo la rottura religiosa causa scisma d'oriente prima e la quarta crociata poi che causò il saccheggio di Costantinopoli da parte dei crociati, la totale sottomissione religiosa e politica di Bisanzio? l'impero era ormai una larva e gli abitanti di Costantinopoli preferivano di gran lunga stare sotto il turbante musulmano piuttosto che con la mitra papale..
RispondiEliminaBen scavato vecchia talpa!
RispondiEliminaMi sembra un tema assai rispettabile... un secolo fa si discuteva sul genere di "automobile", e noi siamo sicuri che sia femminile semplicemente perché venne deciso d'autorità da D'Annunzio.
RispondiEliminaGiuliano