Dopodomani
torna Servizio Pubblico e l’homepage
del suo website offre un’anticipazione della prima puntata della nuova stagione televisiva con un breve
estratto da Napoli senza casco, un
servizio firmato da Luca Bertazzoni, accompagnato dal seguente sommario: «Napoli piange ancora Davide Bifolco, ma a
meno di 20 giorni dalla morte del ragazzo niente sembra essere cambiato al
Rione Traiano: mentre non sono ancora chiare le dinamiche dell’accaduto – la
versione dei carabinieri e della famiglia non collimano – ragazzi di 13 anni
continuano a girare senza casco, patente e assicurazione. “Non abbiamo i soldi
per farla. È normale girare senza casco: lo Stato m’adda fa nu bucchin”», riprendendo in virgolettato la colorita espressione di uno degli indigeni.
Due rilievi mi sembrano opportuni. Il primo è relativo allo scarso rispetto per l’ortografia del dialetto napoletano. Infatti, «m’adda fa» («deve farmi») letteralmente sta per «ha da fare a me» («mi ha da fare»), e dunque «fa» vuole l’apostrofo che
indica il troncamento della sillaba finale («-re»): la forma corretta è «fa’» o
eventualmente quella pur impropria ma largamente invalsa con l’accento («fà»). Di
poi, quel «nu» manca dell’apostrofo di aferesi, infatti è articolo indeterminativo
(sta per «unu»), dunque la sua forma corretta è «’nu». Per finire, i sostantivi
che finiscono con vocale muta la esprimono graficamente con una «e». Insomma, la frase va
corretta in questo modo: «lo Stato m’adda fa’ ’nu bucchine» (volendo rendere in
dialetto anche «lo Stato»: «’o State m’adda fa’, ecc.»).
Il secondo rilievo, invece, è relativo allo scarso rispetto per lo Stato, che si traduce in una espressione verbale non meno impropria del suo corrispondente nella forma scritta, anche se ovviamente su tutt’altro piano. Qui, tuttavia, non c’è parere unanime sul come andrebbe corretta. C’è, per esempio, chi la correggerebbe portando il giovinastro in caserma per dargli una registratina alla fonetica spaccandogli incisivi, canini e premolari dell’arcata dentaria superiore, ma è scuola d’altri tempi. Prevale ultimamente altro indirizzo: i rappresentanti dello Stato lascino dire, limitandosi ad un contenuto segno di riprovazione, scrollando il capo, ma facendo attenzione a come lo si scrolla, sennò sarà pure biasimo, ma somiglierà di molto proprio a «’nu bucchine».
Il secondo rilievo, invece, è relativo allo scarso rispetto per lo Stato, che si traduce in una espressione verbale non meno impropria del suo corrispondente nella forma scritta, anche se ovviamente su tutt’altro piano. Qui, tuttavia, non c’è parere unanime sul come andrebbe corretta. C’è, per esempio, chi la correggerebbe portando il giovinastro in caserma per dargli una registratina alla fonetica spaccandogli incisivi, canini e premolari dell’arcata dentaria superiore, ma è scuola d’altri tempi. Prevale ultimamente altro indirizzo: i rappresentanti dello Stato lascino dire, limitandosi ad un contenuto segno di riprovazione, scrollando il capo, ma facendo attenzione a come lo si scrolla, sennò sarà pure biasimo, ma somiglierà di molto proprio a «’nu bucchine».
Rilievi in cui si conferma che la glottologia arriva molto più lontano nell'analisi sociale della stessa sociologia.
RispondiEliminaL'esegesi puntuale dell'etimo è materia per i cultori di settore. I più superficiali si soffermano invece su "Napoli piange ancora Davide Bifolco". Ci sarà qualcuno tra i napoletani che si chiamerà fuori dalla collusione ecumenica e banalmente giornalistica del Bertazzoni ?
RispondiEliminaPS Non è detto che il sesso orale ben gestito in qualsiasi posto di polizia possa essere meno convincente di una spolverata stomatologica. Del resto l'ISTAT si è sentito in dovere di inserire i proventi da prostituzione nella descrizione del PIL mentre l'esercito sarà delegato alla produzione di farmaci a base ganja. Ogni
settore pubblico ha una specifica delega.
lr
Prostituzione e droga nel conteggio del Pil non sono frutto di una bislacca scelta dell'Istat, ma dei nuovi criteri di calcolo stabiliti dall' Unione europea ed entrati in vigore nel settembre 2014.
EliminaIo non capirò mai perché, quando si tocca l’ISTAT, c’è sempre qualcuno che insorge a difesa del Bravo Burocrate Servitore dello Stato. Nella fattispecie, è falso che siano "entrati in vigore" nel settembre (vedi Francia, che non ce li ha ancora messi, mentre la Grecia li inserì nel 2005, e sappiamo tutti perché). E’ falso che il calcolo rivesta una qualsiasi attendibilità. E’ falso che sia una buona pratica di contabilità nazionale. Ma fin qui, potrebbe essere che l’ISTAT ha disciplinatamente eseguito un ordine dall’alto. Il guaio è che c’è zelo, molto zelo. Prima lo fecero con Craxi (inclusero il sommerso negli anni ‘80, ma che bravi: e dov’era, di grazia, la direttiva europea?). Poi fecero tutto quello che potevano fare per occultare l’inflazione post-Euro. Poi si rifiutarono di fare una semplice comparazione fra i redditi dei parlamentari europei. Poi, adesso, hanno calcolato la quota illegale di PIL in modo totalmente fantasioso. Né, d’altra parte, potevano fare altrimenti, visto che gli elementi fattuali mancano. Ma se mancano, perché non l’hanno detto, come per i redditi dei parlamentari?
Eliminahttp://www.bloombergview.com/articles/2014-05-30/sex-drugs-and-accounting-in-europe
EliminaE' l' Unione Europea a chiedere di includere i proventi da droga e prostituzione con l' applicazione del sistema di calcolo indicato nel Sistema europeo dei conti 2010. Il fine è quello di rendere comparabili i dati economici dei paesi dell'Unione, utilizzando un sistema di calcolo comune, visto che alcuni paesi calcolano droga e/o prostituzione già da diverso tempo (Grecia, Germania , Ungheria e Austria). Il Regno Unito ha iniziato a maggio 2014:
http://www.theguardian.com/news/datablog/2014/may/29/drugs-and-prostitution-contributed-almost-10bn-economy-in-2009
Ricordavo, sbagliando, la scadenza di settembre 2014, come scritto nel post di Bloomberg, in realtà il termine è slittato al 2016.
Resta il fatto che l'applicazione del nuovo sistema di calcolo non è una scelta dell 'Istat, ma l'adeguamento alla normativa europea.
Poveracci, sempre a criticarli, per una volta che sono stati tempestivi.
Nostalgico dei metodi violenti contro gli eretici che non rispettano le divinità?
RispondiEliminaSulle prime pensavo che 'lo Stato' fosse pronunciato in italiano a mo' di citazione, per scherno; poi sono andato a vedermi il filmato e - tenivate raggione voi comme 'o solite, Dotto', mannaggia 'a rabbia 'e mi facite ;-)
RispondiEliminaComunque direi che la frase sintetizza perfettamente una cultura, a costruirla apposta non sarebbe venuta più efficace.
Eppero` tra la resa completa e la violenza illegittima un giusto mezzo ci sara`. Certo, a occhio e croce sembra problema analiticamente ben piu` arduo della caratterizzazione dei politopi iperbolici che sto andando a proporre come progetto di ricerca al concorso di ammissione al dottorato.
RispondiEliminaMarco Antognozzi
Eh ma forse il dialetto napoletano è un po' come la particolare applicazione che in quella landa ha il codice stradale: non segue le stesse regole dell'italiano...
RispondiEliminaFranco Tremul
i Suoi rilievi, Dott. Malvino, non fanno una grinza. Tranne una, forse: l'articolo determinativo lo diventa 'o. La Sua 'u è la variante dialettale ischitana, non priva di una sua dignità.
RispondiEliminaCazzo, ha ragione: correggo subito.
Elimina"m'adda fa' " o "m'ha dda fa' "?
RispondiEliminaOssequi
Francesco Martucci
Tutte le grammatiche del dialetto napoletano di cui sono a conoscenza (Capozzoli, Fierro, Mignone, Ledgeway, ecc.) prevedono la forma aggia/adda/adda/a(v)imme/a(v)ite/anna.
EliminaLa vocale muta (o è meglio "indistinta"?) finale si dovrebbe poter scrivere con il segno di dieresi (ma YMMV: il mio è un dialetto più "orientale" :) )
RispondiElimina