Se
ancora può avere un senso non mandare a cagare il dio che ti chiede di portare
il pupo su in montagna per sgozzarlo offrendoglielo in sacrificio, e
obbedirgli, perché in fondo anche la paranoia ha un senso, che è quello di
offrirci costruzioni letterarie in cui, a piacere, goderecciamente rabbrividire
o amarognolamente sghignazzare, si fa fatica a trovarne uno, che almeno torni
buono per costruirci una barzelletta, nel mettersi in ginocchio davanti a un
sinodo di vescovi implorando lumi sul come far la moglie e la mamma, per giunta
premettendo che qualunque cosa dicano andrà bene, per principio. A chi lo vai a
chiedere, povera donnina, a chi del matrimonio e della maternità ha esperienza solo
per sentito dire, e nel chiuso di un confessionale? Ma perché ti sei sposata,
perché hai messo al mondo dei figli, se non sei in grado di assumerti la
responsabilità di decidere in prima persona? E vabbe’ che ti senti pecorella,
ma in certe cose anche gli ovini hanno una certa indipendenza.
Poveretta...
RispondiEliminaUna tranche de vie di una madre cristiana. Ciò che colpisce è il riferimento, a giustificazione della fede, che la via proposta da Cristo è cosa buona e “non parto della fantasia” poiché viene dalla “tradizione di duemila anni”. Ed in effetti, rivelandosi sempre più la pratica cattolica intreccio di assurdità e le scritture un ripostiglio nel quale ognuno trova ciò che vi ha portato, soccorre la tradizione secondo personalissima interpretazione, vuoi del nuovo papa e vuoi dei padri sinodali.
RispondiEliminaSono quei classici tipi di cattolici i quali “spiegano” che tutta la scrittura ha un doppio significato, uno letterale e l’altro spirituale. E però c’è da credere, stante quanto afferma la signora circa “la fatica e le mille contraddizioni” nelle quali si dibatte (sembra di vederla alle prese con la “materia grezza”), che anche a lei capiti ciò che succede immancabilmente ad ogni buon e pio cattolico, ossia di dissimulare ciò che è carnale sotto le ambiguità di ciò che è spirituale. Perciò si affida ciecamente ai padri sinodali, i quali sotto la sferza della razionalità incoraggiata dai progressi della merce, si vedono costretti loro malgrado a sfanculare il verbo per abbracciare il rovescio di quello che fino a ieri fu la dottrina della Chiesa.
Lei ama essere sottomessa.
RispondiEliminaSo che Malvino non è un juke box, ma le segnalo questa, nel caso le sia scappata.
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2014/10/06/italia/cronache/no-alla-pillola-del-giorno-dopo-e-linfermiera-di-pavia-rimanda-a-casa-due-ventenni-o5BrL2vHQadn7yFWLAhfWP/pagina.html
Mah, il messaggio che ci invia il Vangelo è una cosa , ed è totalmente distinta e, direi, abbastanza distante dal Vecchio testamento; le distorsioni che ne hanno fatto poi gli uomini nel corso della storia sono tutta un'altra cosa. Gli uomini spesso sono fanatici, amano cavillare, complicare e interpretare a proprio uso e consumo egoistico pur di avere il controllo delle masse, sia pur spiritualmente.
RispondiEliminaLa religione di Cristo è nata per liberare e non per sottomettere.
La signora dell'articolo dovrebbe imparare ad essere un po' più moralmente indipendente dall'autorità (presunta) dei pastori della Chiesa senza perderne comunque il rispetto. Un po' più di elasticità mentale, ecco !
Con lettere di pecorelle in riproduzione più o meno targate faremmo intere enciclopedie. La signora in oggetto non è grado di sostenere alcuna esegesi di ciò in cui crede oltre le normali briciole catechistiche, come molti credenti di altre fedi e ideologie.
RispondiEliminaAppunto "povera donnina", perchè porre domande di pastorale del matrimonio ad una mamma, forse pronta per gli esami di 3a media? La signora è nel novero dei 'classici' - frequentanti forse la gregoriana - che spiegano che tutta la scrittura ha un doppio significato? Almeno potessimo disporre di cattolici esegeti storici da farne sicuro numero e tipologia, 'sfanculerebbero' in autonomia senza l'appello alle gerarchie. Perchè farle indossare a tutti costi un'abito così stretto da intellettuale quando è abituata al premamam, i professori indulgenti ti rimandavano semplicemente a posto, i più pirla ti pigliavano anche per il culo.
Paolo R.
Costanza Miriano è nata nel 1970 a Perugia, dove si è laureata in lettere classiche. Poi ha studiato giornalismo, e si è trasferita a Roma dove ha cominciato a lavorare alla tv pubblica, la Rai. Per quindici anni ha lavorato al telegiornale nazionale, il tg3, ora invece si occupa di informazione religiosa a Rai Vaticano (ma collabora anche con Avvenire, Il Timone, Credere e Il Foglio).
EliminaE allora è proprio vero che la nostra scuola ha perso dei colpi seri, almeno dal Ticino in giù, la Rai sappiamo cosa ci propina, sul tg3 ci sta la Berlinguer, Avvenire, Timone e Credere - questi ultimi due mai coverti - hanno perso il confronto con Life (quello comunque era con Famiglia Cristiana). Se anche Rai Vaticano si è ridotta ad affidare l'informazione alle mamme Costanze non siamo messi bene neppure lì. E' per quello che la catechesi va male. Binetti docet.
RispondiEliminaResto dell'idea che approntare tutto il suo apparato dialettico per confrontarsi con una signora che ha messo al mondo quattro femmine perchè magari il marito ha la fissa del maschio, è sprecare munizioni anticlericali per una portaerei mentre si tratta di un semplice pattino.
Madame non 'tiri' sul ring una signora che dimostra di praticare al massimo quattro esercizi di pilates.
Paolo R.