Ecco l’ennesimo
cretino, stavolta prestigiosissimo, a sostenere che don Giussani odorava di giaggiolo
e di mughetto, mentre Cl ormai puzza di cacca. Oddio, non proprio in questi
termini, ma insomma, tenuto conto che l’occasione era un’udienza concessa ai
ciellini nel decimo anniversario della morte di don Giussani, sentirsi dire da
Bergoglio che «io sono di Cl» fa «spiritualità di etichetta» è come beccarsi l’aspersorio
sui denti.
Sia chiaro, almeno qui si è solidali con Cl: avendo letto tutto ciò
che don Giussani ha scritto, troviamo che la dolce mafiosità di Cl, a metà tra
holding e setta, sia fedelmente conseguente al suo
insegnamento. E perciò esprimiamo il nostro più sincero apprezzamento a Luigi
Amicone, che, intervistato da Virginia Della Sala per Il Fatto Quotidiano, con
le gengive ancora gonfie, abbozza come si conviene e molto giussanianamente ribadisce:
«Ci sono stati scandali, però non rinunciamo al potere». Che poi, alla faccia di ’sti cafoni che arrivano dalla fine del mondo a propinarci la loro catechesi da buzzurri, è sintesi perfetta di ciò che don Giussani ha misteriosoficamente celato in All’origine della pretesa cristiana (Jaka Book, 1988). Bravo Amicone! Io ci avrei messo pure un «a la mierda, hijo de puta», ma pure così va benone, ché i papi passano, ma la Compagnia delle Opere resta.
Più che altro qualcuno spieghi a questa caricatura di un papa che CL era una merda identica all'attuale anche col fondatore vivo e vegeto, essendo costui morto dieci anni fa e non nel cinquecento.
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