Nel caso si dimostrasse che la pallottola ha
trapassato il corpo della vittima dal basso verso l’alto, con ciò avvalorando
quanto afferma chi l’ha esplosa, e cioè che abbia sparato perché lo stavano
pestando, e tra chi lo pestava, chino su di lui, a una distanza di mezzo metro
dalla canna della pistola, c’era pure chi poi è stato raggiunto dal colpo
rivelatosi mortale, andrebbe corretta la lettura che in queste ore si fa dello
striscione apparso sulle curve dello stadio Olimpico, lo scorso sabato, perché Ciro
Esposito non sarebbe affatto quel pezzo di pane che, pur comprensibilmente, sua
madre si ostina a ritenere sia morto per puro caso, essendosi accidentalmente trovato
sulla traiettoria della pallottola esplosa da un folle assassino che il 3
maggio dell’anno scorso era uscito di casa per ammazzare qualcuno, non importava
chi, e dunque avrebbe un senso che il manipolo di energumeni con svariati precedenti
penali coi quali abitualmente si accompagnava oggi lo rivendichino come un
caduto per una comune causa, considerando offesa alla sua memoria il dipingerlo
come estraneo alla guerriglia scatenatasi quel giorno, con ciò negandogli l’onore – perché proprio di questione di onore pare si tratti – che si dovrebbe ad uno che, partito per darle, le abbia avute. Certo, accusare la madre
di «lucrare» sulla morte del figlio è atrocemente assurdo, ma si sa che le
bestie non sanno calibrare bene le proprie reazioni: fosse vera l’ipotesi con
la quale ho aperto il post, e così pare che i rilievi autoptici e balistici
inducano a credere, si potrebbe capire – giustificare, no – il perché di una così
feroce aggressione verbale alla madre del giovane, e allo stesso modo si
potrebbe comprendere anche la reazione straordinariamente mite che questa ha
opposto a quello che è il peggiore insulto ad una donna che abbia perso un figlio.
Vedremo, di certo al momento sembra solo che Ciro Esposito fosse organico a un
gruppo di tifosi che allo stadio, in casa e in trasferta, si recava armato di
bastoni e di coltelli: lungi dall’insinuare che se la sia cercata, ma, per come
le istituzioni hanno consentito che gli stadi di calcio diventassero enclavi in
cui la legge trova troppe deroghe, è abbastanza per ritenere che abbia
accettato, più o meno coscientemente, il rischio al quale andasse incontro.
Poi, sì, chi è morto merita sempre pietà, ma tutto sta nel sapere quanto questa
pesi nell’impedire di fare chiarezza.
"di certo al momento sembra solo che Ciro Esposito fosse organico a un gruppo di tifosi che allo stadio, in casa e in trasferta, si recava armato di bastoni e di coltelli"
RispondiElimina"lungi dall’insinuare che se la sia cercata"
mi pare un evidente non sequitur. Se vai in giro armato di di bastone e coltello e non sei un cacciatore del neolitico forse stai cercando rogne.
Simo', consentirai che uno sulle proprie opinioni spalmi un poco di ironia?
EliminaMi scusi non avevo colto la sottiliezza.
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