«L’amore
è un’invenzione del XII secolo»
(Charles
Seignobos), già questo basterebbe a scoraggiarci dal porci la
questione di come si possa più appropriatamente immaginare, ai nostri giorni, un
matrimonio plasmato sul modello di amore coniugale che Paolo illustra
nella
Lettera
agli Efesini,
per giunta
liquidandolo
in mezza dozzina di versetti.
Si pensi, dunque, quanto insostenibile avrebbe da essere la fatica di chi volesse farsi
anche soltanto uno straccio di idea sull’armoniosa
corrispondenza di affetti che, in un’intervista
concessa a Lettera
43,
la moglie di Mario Adinolfi ci assicura sia perfetta proprio grazie
all’osservanza
del dettato paolino. Perciò mi scuso con quanti mi hanno chiesto di
commentare quest’intervista,
confessando che non posseggo tutta ’sta
forza. Mi limiterei ad una sola annotazione, a margine del passaggio in cui si legge che, «nella
esegesi dell’Adinolfi
pensiero, i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio
corpo»: chiamate la polizia!
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RispondiEliminaLe segnalo questo link per il suo diletto.
E io le segnalo questo per ricambiare.
Eliminahttp://bioetiche.blogspot.it/2015/05/adinolfi-tocca-il-fondo-e-riprende.html