Non
ho alcuna intenzione di unirmi ai tanti che pare non riescano a
trovare altro che una ridicola macchietta in Gerardo Bevilacqua,
anzi, vorrei invitare il mio lettore ad una riflessione seria,
pregandolo di astenersi da ogni commento anche solo delicatamente
beffardo. Il video che qui sotto allego, quindi, valga esclusivamente
come materiale dal quale traggo le ragioni della mia riflessione, non
come bersaglio che intendo offrire all’irrisione
o, peggio, all’insulto, che in
ogni caso provvederò a censurare.
Ciò detto, comincio col dire che
devo la scoperta di Gerardo Bevilacqua a un tweet di @makkox e che
questo post è concepito come risposta ai commenti che ha
sollecitato. Bene, visto che chi ha qualche dimestichezza con queste
pagine non dovrebbe essere del tutto all’oscuro
di cosa io pensi della politica che si fa vanto di aver perso la
dimensione ideologica in favore della narrazione di una vicenda
personale, quella del leader carismatico, che è offerta a militanti,
simpatizzanti ed elettori come un genere di consumo, qui potrò tagliar corto limitandomi a porre solo tre domande.
La prima: a quanto assomma
in percentuale il bacino di consensi che va a quei leader che offrono
questo tipo di prodotto? Non meno dell’80%,
forse addirittura il 90%: Renzi (35-37%), Grillo (20-24%), Berlusconi
(12-17%), Salvini (12-14%), Pannella (0,2-0,4%). Dovrebbe esser
chiaro che, se il mercato del consenso politico è contraddistinto da
un certo tipo di domanda, l’offerta
di chi scende in campo non potrà che andarle incontro, e occorre
avere due spesse fettine di salame sugli occhi per non riuscire a
cogliere che i prodotti commerciali sopra citati sono tutti presi a
modello nei dieci minuti di comizio di Bevilacqua. Con risultati
scadenti, mi si dirà, e qui concordo, ma solo per porre la seconda
domanda.
La piazza di Cerignola era stracolma come mai sarebbe riuscito ad ottenere chi vi avesse portato un altro genere di offerta, e a quanto pare, per ciò su cui un po’ tutti ormai convengono, l’importante in democrazia è quanta gente hai sotto il palco. E dunque: che c’è da ridere?
La piazza di Cerignola era stracolma come mai sarebbe riuscito ad ottenere chi vi avesse portato un altro genere di offerta, e a quanto pare, per ciò su cui un po’ tutti ormai convengono, l’importante in democrazia è quanta gente hai sotto il palco. E dunque: che c’è da ridere?
Concordo anche sul
fatto che una cosa sia riempire le piazze e un’altra
le urne, ma allora conviene sospendere ogni giudizio su Bevilacqua,
soprattutto se sarcasticamente liquidatorio, in attesa del risultato
che otterrà. Nel caso sarà buono, non si potrà biasimare chi lo ha
votato, ma solo, eventualmente, chi ha fin qui resi vincenti i modelli cui si ispira. E qui chiudo, con
l’ultima domanda: di quanti avete riso,
perché sembravano patetici buffoni, di cui ora non potete che aver
paura?
premetto che, a mio parere, se censuri l'irrisione devi autocensurarti quando scrivi "Pannella (0,2-0,4%)".
RispondiEliminaper rispondere alla domanda conclusiva io non ho mai riso ne ho avuto paura di nessuno dei capipopolo che citi, a farmi paura sono sempre stati quelli che li votano.
Antonio
Non vedo nulla di male in Gerardo, è uno che sa di non sapere, farà del bene.
RispondiEliminaDove si trovano i sottotitoli?
RispondiElimina"Voi mi avete sempre deriso per queste mie profezie. Ma di quelli che allora ridevano, oggi moltissimi non ridono più. Coloro che oggi ridono ancora, forse tra qualche tempo non rideranno più." (A. Hitler)
RispondiEliminaLB
cos'è il contenuto, quando basta la foga?
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=Z4UhJpviVYg
A me pare un uomo dotato di grande passione politica e di un indubbio interesse per il sociale.
RispondiEliminaMi dispiace chje non sia candidato dalle mie parti.
Lo voterei volentieri.
Non siamo più di fronte, come tutti ormai sanno, a "tempi nuovi", ma a una nuova epoca della storia umana, di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche. Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così a tale trauma storico. Essi sono diventati in pochi anni (specie nel centro-sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta soltanto uscire per strada per capirlo.
RispondiElimina(Pier Paolo Pasolini - Corriere della Sera, 1 febbraio 1975
"Il vuoto del potere" ovvero "l'articolo delle lucciole")
http://www.corriere.it/speciali/pasolini/potere.html