Nel
1990 fu toccato dalla fede, ma durò solo tre anni. In quei tre anni,
su una ventina di quaderni, stese un commentario degli Atti
degli Apostoli.
A due decenni di distanza rimette mano al materiale per un’indagine
sul cristianesimo primitivo. Non si capisce se per alleggerirla o
appesantirla, ci infila moglie, madrina, psicoanalista, baby-sitter,
Philip Dick, un video porno amatoriale e soprattutto molto, troppo,
di se stesso. Difetto tutto francese, quello di dipingere pure sulla
cornice. Poco male, perché il libro, liberato dall’inutile, resta
una discreta opera divulgativa che ai pigri risparmia il Theissen, il
Lortz, il Vögtle... Scrittura agile, due o tre brillanti
osservazioni che rivelano una discreta capacità di cogliere la
psiche del I secolo, una leggera inclinazione alla ruffianeria verso
il lettore che tuttavia più che irritare intenerisce. Insomma, vale
la pena di leggerlo.
Giusto reduce dalla lettura di "Limonov" (m'è piaciuto assaje), passo di qui e adesso mi tocca tornare in libreria.
RispondiEliminaSaluti Castaldi, mi stia bene.
L'ho finito da poco, bisogna essere un po' interessati al tema, ma lui scrive veramente da dio!
RispondiEliminaElena
L'analisi storica talvolta è un po' sbrigativa, bollare Nerone semplicisticamente come "pazzo furioso" è troppo sbrigativo, ma io ho avuto la fortuna di leggerne la biografia scritta da Massimo Fini.
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