Il
vescovo non riveste la qualifica
di pubblico ufficiale,
né
di incaricato di pubblico servizio, dunque non ha l’obbligo
giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria le notizie che
abbia ricevuto in merito all’abuso
sessuale di bambini da parte di sacerdoti. Così spiegava, il
cardinale Angelo Bagnasco, il 29 marzo 2014, a commento delle linee
guida licenziate il giorno prima dalla Santa Sede nel tentativo di
arginare l’endemico
fenomeno della pedofilia del clero cattolico: una spruzzatina di
lavanda su una fogna ormai a cielo aperto.
Come passa in fretta, il
tempo. Da quando non era neppure un pubblico ufficiale, oggi Sua
Eminenza detta regole alla Presidenza del Senato: gli sta a cuore lo
sviluppo emotivo del bambino, vuole il voto segreto sulla stepchild
adoption. Gli si dovrebbe urlare in faccia che è una merda d’uomo,
ma la sua sortita cade nella Giornata dell’Eufemismo,
e allora, via, accontentiamoci di sussurrargli: «Eminenza,
guardi che questa è gamba tesa».
io credevo che molestare i bambini da parte dei sacerdoti fosse un precetto previsto nel catechismo, se non mi sbaglio e non mi sembra il caso, cosa ci sarebbe di strano nel non denunciare i sacerdoti?
RispondiEliminaLa stessa cosa accade nelle squadre di calcio per pulcini, ma nessuno fiata, si sa mai che scappi il campioncino e allora tutto ok.......fermo restando che fatto da un prete è ancora più infame.
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