lunedì 7 marzo 2016

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Da oltre un secolo sappiamo che solo in un ambito relativamente ristretto possiamo permetterci di continuare a fare un uso della rappresentazione del tempo come quella classica, valida in assoluto, in ogni punto dell’universo e lungo tutto il suo divenire: basta provare a uscire da quest’ambito, conservando del tempo l’idea che continua a funzionare alla perfezione quando vi si è dentro, per constatare quanto sia inappropriato ritenere, ad esempio, che la sua continuità sia omogenea: il tempo smette di essere un’entità autonoma, si dilata o si contrae in relazione agli stati della materia, per la quale, fuori dall’ambito relativamente ristretto dal quale tuttavia non ci è indispensabile esorbitare, vale quanto abbiamo detto per il tempo: la materia non è quello che ci appare: come provano a spiegarci i divulgatori scientifici nel loro eroico tentativo di aprirci al contro-intuitivo, «è fatta di onde».
Perché possiamo permetterci di non aggiornare i concetti di tempo e di materia? Perché la nostra vita può tranquillamente eludere la realtà sub-atomica e quella extra-galattica, restando nellambito relativamente ristretto in cui le leggi della fisica classica continuano a funzionare come sempre. In generale: per evitare la fatica di aggiornare un concetto, dobbiamo accontentarci di limitarne luso ad un ambito che però la conoscenza tende a restringere sempre di più. Volendo, potremmo tranquillamente riadottare il sistema tolemaico, ma a patto di non tentare viaggi interplanetari, necessariamente destinati al fallimento rinunciando a programmarne le rotte sulla base di quanto è implicito nel sistema copernicano. In definitiva, possiamo concludere in questo modo: solo lignoranza può rendere inscalfibile un concetto.

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Certo, ma c'è sempre convenienza nell'ignoranza. A patto di sapersi accontentare di ciò che dà.

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  2. Però se deve costruire un ponte impegolarsi in conti di meccanica quantistica è inutile, il modello della fisica newtoniana è perfetto per descrivere il problema.
    L'ignoranza secondo me sta solo nel negare che un modello è appunto solo un modello.

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  3. Prigionieri del nostro tempo e dato che solo l'ignoranza può rendere inscalfibile un concetto, mi consola che il tempo nonostante tutto scorre e "scalfisce la "storia", nonostante la grande massa di ignoranti che si affannano a voler fermare il tempo e la storia.

    caino

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  4. Il contesto è abbastanza impressionistico per cui si rischia di deragliare, di pasticciare, di dire cose che a priori non abbiano alcun significato; tenendo presente la qual cosa, e chiedendo scusa in anticipo per la rozzezza delle considerazioni che farò, direi che il problema qui non è tanto di ignoranza; al più di economia (domestica).
    Prima di tutto se continuiamo a fare i conti con lo spazio ed il tempo di Newton (o di Euclide) è perchè nella stragrande maggioranza dei casi è l'unica via percorribile, perchè un percorso alternativo "più esatto" ma "più complicato" che eventualmente porti al "medesimo risultato" semplicemente non c'è.
    Laddove, invece, vi è una necessità stringente, le "nuove" idee di spazio, tempo e gravità entrano in scena senza problemi, si pensi al GPS.
    Copernico e Tolomeo sono cinematica, descrizione del moto, un gioco una delle cui regole preliminari è proprio che ognuno possa scegliere il punto di osservazione che più gli piace; e sono modelli planetari approssimati; al contrario di quello che si crede Tolomeo è più accurato di Copernico (più che altro è quest'ultimo ad essere grossolano); Copernico però è perfettibile in Keplero, che rispetto a Tolomeo è (praticamente) più accurato ed (enormemente) più semplice, e soprattutto immediatamente collegabile ad una dinamica "universale".
    A margine, il discorso sulle "nuove idee" imho è parecchio più prosaico. Da un lato quello che si impone spesso non sono le nuove concezioni, o almeno: non più di tanto; ma le equazioni che ne "discendono"; e le virgolette qui sono d'obbligo perchè tante nuove equazioni sono note ben prima dell'elaborazione delle nuove concezioni.
    Ma soprattutto le concezioni di spazio, tempo, gravità sono una roba che interessa un numero davvero esiguo di studiosi — non di rado visti dai colleghi come dei perditempo, se non addirittura come falsi scienziati. La Grande Scienza, almeno per certi versi ed in certi scenari, è il primo attore che opera con modi da "restaurazione"; fagocitando "illuministicamente" le novità, accordandosi ad esse in modo persino orwelliano; ed andando tranquillamente avanti — con intermezzi tipo comparsate in tv per divulgare la nuova spettacolare scoperta; qualcuno ha provato a capire quanta gente si occupa davvero di onde gravitazionali? — fin quando qualcosa non si pianta di nuovo.

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