Non
c’è
una Chirico, non c’è
un Manconi, non c’è
un Cerasa, non c’è
un Bordin, non c’è
neppure un Rondolino, un Facci, un Taradash che spenda una parolina
per il poveretto – si fa per dire – accusato di aver gettato
dall’ottavo
piano di un palazzone di Caivano una bambina di sei anni dopo averla
stuprata. I disegni della vittima, le testimonianze di alcune sue
amichette, qualche intercettazione telefonica: tutta roba che un
garantista di quelli in servizio permanente non avrebbe alcuna
difficoltà a ridurre al classico pugno di mosche, per passare subito
ad accusare gli inquirenti.
E invece niente, non c’è
uno straccio di giornale che ci provi, neppure Il Foglio, che di
solito non lascia mai un fetente senza assistenza legale, e più
fetente è, più l’assistenza
è generosa, perfino temeraria. Zero, nessuno ci rammenta che il
poveretto – si fa per dire – è da considerare innocente fino a
condanna definitiva, eventualmente pure dopo: nessuno, in questo
caso, a difendere il principio. Neppure per lucrare un po’
di quell’attenzione
che non si nega mai a chi difende il principio a dispetto di tutto.
Neppure per una scommessa di quelle sul Leichester, metti caso saltasse fuori che il colpevole è un altro.
Sarà che in
questo caso il reato è davvero abominevole. Sarà che l’impianto
accusatorio è più solido che in altri casi. Sarà che il poveretto
– si fa per dire – ha dei precedenti. (Pardon, come non detto, per
un vero garantista i precedenti tornano a favore dell’accusato.) E però il poveretto – si fa per dire – piange in carcere, e si
dichiara innocente, e in sostanza lo è davvero, perché non è stato
condannato neanche in primo grado per il reato che gli è contestato.
Non è un politico, non è un imprenditore, capisco, ma è possibile
non ci sia un cane a prenderne le difese?
Io? Neanche a pensarci, e
poi può darsi che sia vero quel che si mormora, può darsi che, a
forza di leggere Kant prima di andare a letto, io sia diventato un
giustizialista. No, io non mi azzardo. Aspetto che per il presunto –
solo presunto – assassino della piccola Fortuna qualcuno spenda
almeno la metà della metà della metà di quanto spende per Uggetti
o Cosentino. Ci conto. Come fosse il Leicester.
Che dire Dotto', ragione ha...
RispondiEliminaBuone cose
Luigi.
Di cosa si stupisce Malvino, i garantisti di casa nostra sono sempre stati garantisti a targhe alterne. Un giorno strillavano contro la barbarie giustizialista e il giorno dopo invocavano pene esemplari per il presunto colpevole dle fatto di cronaca al centro dei riflettori o per chi aveva partecipato al corteo degli antagnositi.
RispondiEliminaSu Radio Radicale, Sansonetti, intervistato da Vecellio.
RispondiEliminaRogra
Cazzarola, come un ago nel pagliaio.
EliminaCome una pagliuzza nel pagliaio radicale.Se mettiamo sulla bilancia della coerenza garantista da una parte la vita di Bordin o quella di Taradash e, dall'altra, la sua,la mia o quella della maggioranza degli italiani, bah, diciamo che è come se il Barcellona titolare si confrontasse con i pulcini del Viareggio.Da un non radicale, mi scusi per l'incazzatura, forza Leicester .
EliminaRogra
Ahi ahi ahi, la pagliuzza e il pagliaio radicale, a cui la signora Chirico, già dirigente di Radicali italiani, non si può proprio dire estranea.
Elimina"Già in una lettera a Libero nel 2002 il deputato radicale Maurizio Turco e l’allora radicale Daniele Capezzone spiegavano che “la criminalizzazione di un orientamento sessuale in quanto tale, di un modo di essere, di uno stato” contrasta con i principi della civiltà giuridica liberale. Il reato esiste se c’è una vittima, se a qualcuno viene procurato un danno. Va da sé che chi fa sesso con un’altra persona senza il suo consenso (minore o maggiore che sia!) oppure commette altre forme di violenza, è un criminale e va punito. Chi invece guarda un video pornografico raffigurante minori, non reca danno a nessuno. Ciò è difficilmente contestabile." (Annalisa Chirico).
Qui l'intero, illuminato 'testo':
http://www.thefrontpage.it/2011/05/06/la-pedopornografia-non-e-reato-anche-se-lo-e/
Ecco invece uno stralcio da altro illuminante e illuminato 'evento', cui la Chirico apertamente si ispira:
"In ogni caso in uno Stato di diritto essere pedofili, proclamarsi tali o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato; la pedofilia, come qualsiasi altra preferenza sessuale,diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone.
È invece certo che criminalizzare i pedofili in quanto tali - come "categoria" - non sulla base dei loro comportamenti ma della loro "condizione", non è ulteriormente tollerabile, e alimenta forme di psicosi sociale, e accessi di intolleranza che non costituiscono un argine alla violenza contro i minori, ma uno stimolo a una caccia agli "untori" letteralmente devastante sul piano civile o politico."
Qui l'intero 'evento' datato 1998:
http://www.interlex.it/regole/convped.htm.
"Pedofilia e Internet: vecchie ossessioni e nuove crociate"
Convegno promosso da Radio Radicale.
Evento da me seguito all'epoca in diretta, con forte disagio misto a un tantinello di nausea.
Pagliaio o stalla?
Annamaria,la segreteria di Capezzone ha visto Luigi Castaldi nella Direzione Nazionale.I motivi della sua uscita ,mi pare nel 2007 ,sono utilissimi per capire la crisi di quel movimento.Non mi sembra che riguardassero l'indegnità morale.
EliminaRogra
Guardare un video pedpornografico è già rendersi complici di chi lo ha prodotto.
EliminaIl problema è che non ci doveva proprio entrare
EliminaSuvvia Dottò, l'unica cosa più impopolare di fare il garantista con un sospetto pedofilo è difendere Ignazio Marino.
RispondiEliminaE anche questo è vero. Con la corruzione viene facile come mandar giù un tè all'aloe.
EliminaEh.
EliminaStia bene.
Ghino La Ganga
Ha ha vuole forse vedere in giro dei fetenti come i fans di Bossetti?
RispondiEliminaSperavo parlassi di Soru
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