Il
risultato delle Amministrative? «Di
sicuro non dice nulla sugli effetti politici che esso potrà avere»,
e poi, si sa, «in
tutti i Paesi europei colpiti dalla crisi vanno bene le forze
politiche anti-sistema, anti-establishment, con tratti populisti e un
forte rifiuto della politica e dei partiti tradizionali» (Il
Mattino,
21.6.2016). Così Massimo Adinolfi, filosofo, prova a minimizzare gli
effetti della mazzata subìta dal Pd di Matteo Renzi.
Da consulente
del governo, è compito che gli è dovuto, ci mancherebbe altro, il
lavoro è lavoro, e poi, quando si ha prole, è sacrosanto
arrotondare lo stipendio di filosofo, mestiere nel quale,
probabilmente non caso, ha sempre eccelso chi non avesse bocche da
sfamare. Nessuna obiezione al riguardo, dunque, tanto più che in
questo caso è proprio il filosofo a rammentarci che, «più
è alta la disoccupazione, in specie giovanile, e più crescono i
consensi alle forze di opposizione»,
dacché possiamo trarre spiegazione del perché chi abbia due
occupazioni sia più portato a esprimere il proprio consenso alle
forze di governo.
Non guasterebbe, tuttavia, che anche i lettori de
Il
Mattino sapessero
di questo arrotondare,
giusto per essere messi in grado di potersi fare una propria idea,
volta per volta, editoriale per editoriale, su dove finisca il filosofo e dove cominci il propagandista, neanche tanto per il rispetto dovuto
al lettore, perché parliamo pur sempre del lettore de Il
Mattino,
quanto per quello dovuto alla filosofia.
A mo’
d’esempio,
si prenda un altro passo di questo editoriale, stavolta concepito in
forma di dialogo col direttore del giornale, tanto per darci
l’impressione
che dal rimpallo di tutti quei «perfettamente
d’accordo
con lei, caro professore, ma...»
e quei «concordo
su tutto, caro direttore, però...»
stilli purissima maieutica. A un certo punto, per dar forza alla tesi
che la vittoria del M5S sia da spiegare col premio che la plebe
assegna a tutto ciò che sappia darsi forma di novità, Massimo Adinolfi
cita Giacomo Leopardi: «nel
dialogo sulla moda e sulla morte [Leopardi dice]
che
le due cose vanno insieme, e quello che oggi è di moda domani è già
morto».
Sembrerebbe il non
plus ultra a esergo di una riflessione sulla caducità delle cose mondane –
roba, insomma, da filosofo a tempo pieno – e invece segue una
versione appena un po’
più sofisticata di quella che Matteo Renzi si prepara a rifilare ai
suoi, venerdì prossimo, distinguendo tra il nuovo
(lui) e il nuovismo
(il M5S): «Nessun
Paese
– dice Massimo Adinolfi – può
divorare così rapidamente le sue classi dirigenti». Più elegante di un «nessuno
rottami il rottamatore»,
ma il concetto è quello: se il mondo non riesce proprio a fermarsi dopo essere giunto nel punto dell’orbita che più mi piace, per lo meno rallenti.
La nuova moda, inoltre, pare abbia un
difetto di fondo rispetto a quelle precedenti: «Siamo
addirittura alle prese con l’idea che le élite, in politica, non
ci devono proprio essere (ma chissà se quegli stessi che issano
questa bandiera si accorgono che, in tutti gli altri mondi sociali ed
economici, le élite ci sono, e come, e durano pure un bel po’)». Con quanto ne consegue per le consulenze, puttana Eva.
Direi che siamo dinanzi alla variante filosofica del «nascere incendiari e diventare pompieri»: panta rei, ok, ma a patto ch’io ci possa sguazzar dentro.
Secondo me si sbaglia. «in tutti i Paesi europei colpiti dalla crisi vanno bene le forze politiche anti-sistema, anti-establishment, con tratti populisti e un forte rifiuto della politica e dei partiti tradizionali» e tutti i ragionamenti che ne derivano sono verissimi, e supportati dai fatti. Però, se la logica non mi trae in inganno, questo non è un indicatore della bontà del sistema. Insomma, se arriva uno a dirmi 'il tuo cancro devi curarlo con lo zenzero' è sicuramente un imbecille, però magari in quel momento io mi sto curando con impacchi di sale e prezzemolo.
RispondiEliminaMah..stante ai risultati rimane il dubbio, che in "questo sistema "sia meglio il risotto alla M, oppure la M con il risotto.
RispondiEliminaIl sale sulle ferite brucia sempre, mentre il prezzemolo si accompagna ai due piatti caratteristici di cui sopra.
In tutti i casi io rimango sempre un estimatore di Leopardi, uomo del suo tempo in fondo, come, perbacco, pure tutti noi, solo che ci riesce difficile capire quale sia il nostro mondo.
caino
Ah, questo è il Malvino che preferisco!
RispondiEliminaSenza dimenticare che l'elite è sempre l'elite (cit)
RispondiEliminaw l' elite
RispondiEliminavox populi è per lo più un grugnito ( cit Wilcock )
alessandro riccio