mercoledì 1 giugno 2016

Un sospiro di mestizia

Leuforia della scoperta scientifica tende sempre a dare un aspetto allettante a quanto si è scoperto, e questo è largamente giustificato, perché arrivare a comprendere qualcosa che prima non si comprendeva è il primo passo per cercare di metterci mano, per cambiarla, se è il caso, traendone vantaggio. Talvolta, tuttavia, leuforia è un riflesso condizionato: ci viene rivelato qualcosa che non è per niente allettante, cui sembra pressoché impossibile mettere mano, ma i toni coi quali si dà notizia della scoperta sono comunque entusiastici.
Così accade con la scoperta di «una firma strutturale e funzionale dellattività cerebrale di ciascuno di noi» (Le Scienze, giugno 2016 – pag. 17): studi sullattività cerebrale umana effettuati mediante scansione per risonanza magnetica rivelano che ogni individuo ha una sua specifica configurazione di attività neuronale, che trova ragione in una specificità sia anatomica che funzionale, e che è ben distinguibile sia nel compiere alcune azioni che nel non compierne alcuna.
Presto ancora per dire come ciascuno giunga ad acquistare questa firma inimitabile, ma non è azzardato supporre che come al solito vi sia il concorso di patrimonio genetico e ambiente. Di fatto, sembrerebbe lecito affermare – ed Edoardo Boncinelli, che firma larticolo, non fa fatica ad ammetterlo – che, per «poter essere diverso in azione, il mio cervello deve essere in potenza diverso da qualsiasi altro». Ragioni per rallegrarsene non mancano: è cosa che «ci salva dalla noia e dallo squallore del branco senza animazione». Ma è pure cosa che «non favorisce una placida intesa reciproca», si concede. Cedendo troppo alleufemismo, direi, perché viene a vacillare il fondamento di una logica che possa dirsi fattore specie-specifico. 
Certo, sapevamo che la logica fosse un’invenzione e non una scoperta. Sapevamo che 5-6000 anni fossero troppo pochi per farla diventare una protesi fissa. Ma sia consentito un sospiro di mestizia.

1 commento:

  1. Ethos anthropoi neuron, il carattere di un uomo è il suo neurone? Io a naso ho sempre inteso che fosse così, da qui il mio rinnovato scetticismo sulla ragione come rimedio. Non c'è salvezza, c'è solo un destino a cui si crede di poter mettere mano. Ma non vorrei indugiare troppo con la poesia.

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