Neanche
un euro di debito verso chicchessia, lo zotico, ma una fetta di
debito pubblico pesa anche su di lui. Però è zotico, poverino, e
bisogna sudare le proverbiali sette camicie per spiegargli la cosa.
Alla settima sta per afferrarla, ma un’ultima
resistenza lo frena, e chiede: «E quanto mi costerebbe, ’sta
fetta?». «38.400 euro». Lì, anche se ha capito che il debito
pubblico è quello che lo Stato ha cumulato verso quanti gli hanno
concesso un credito comprando obbligazioni o titoli a far cassa per
coprire fabbisogno, deficit e interessi, lo zotico fa finta di non
aver capito. In mancanza di un’ottava
camicia, ci si rassegna: «Ma nessuno te li chiede, sta’
tranquillo. Si dilaziona, si dilaziona, si dilaziona all’infinito».
Anche se il lemma gli manca, lì «dilazionare» lo calma:
l’importante
è che nessuno s’azzardi
a chiedergli quei 38.400 euro.
Voi
che zotici non siete, o almeno non vi reputate tali, evitate di farvi
beffe del poveretto, perché non siete troppo diversi per ciò che
attiene al debito storico, che sta a quello personale, come il debito
pubblico sta a quello privato: non c’entra
niente, ma c’entra
lo stesso, e nemmeno a sudare settantasette camicie si riesce a
farvelo entrare in testa. Voglio dire? Voglio dire che a vedere
Salvini all’opposizione,
indubbiamente, sì, si dilaziona, si dilaziona, e si può pure far
finta di poter dilazionare all’infinito.
Colti e sensibili, so bene, ma zotici lo stesso, perché, come il
debito pubblico è cresciuto di malgoverno in malgoverno, così
Salvini è Salvini per tutto ciò che è venuto prima, e che era un
continuo dilazionare, un continuo tranquillizzarvi facendovi credere
che non avreste pagato mai.
Anche
stavolta vi piace illudervi che si possa evitare di pagare il debito
storico, che pesa su tutti, anche su chi non ha fatto nulla per
accrescerlo, anche su chi ha cercato, nel proprio piccolo, di
frenarne la crescita. Così, per riprendere l’allegoria che vi ha
tanto appassionato nei mesi scorsi, vi illudete che si possa vedere
cadere il fascismo senza aver bevuto neppure una goccia di olio di
ricino, senza aver preso neanche una manganellata sulla zucca. Perché
poi, parliamoci chiaro, che vi hanno fatto, questi quindici mesi di
fascismo, tranne che impensierirvi un po’, farvi incazzare,
produrvi in esorcismi e scongiuri? Dovete pagare Depretis, Crispi,
Giolitti, il biennio rosso e pensate che tutto questo vi sia stato
rimesso, zotici? Si dilaziona, certo, si continua a dilazionare, ma
il costo degli interessi sul debito storico ricade comunque su tutti.
Le guerre che finiscono senza neppure essere cominciate non fanno
morti, forse, ma non danno pace, di sicuro.
Leggo adesso, e non sono sorpreso dell'assenza di commenti. Lei capisce che, prima di commentare, uno deve capire, o pensare di aver capito. La domanda che il lettore si pone è: ma questo post non sarà per caso filosalviniano? E, commentandolo, posso passare anch'io per filosalviniano? Certo, potrei mettere in chiaro che io odio Salvini, ma dovrei comunque fare un commento pertinente, nel senso che dovrei esprimere consenso o dissenso. Meglio astenersi.
RispondiEliminaQui inizia invece il mio commento. L'analogia è raffinata, ma, a mio parere, erronea. Per una serie di ragioni.
Prima di tutto, è vero che il debito si può iterare all'infinito.
In secondo luogo, non è detto che il debito storico lo paghino tutti. La società è divisa in classi, anche se la stratificazione odierna non è più quella del primo dopoguerra. Per dirla in maniera alata: ma che cazzo di debito storico pagheranno mai i dipendenti della Banca d'Italia?
In terzo luogo... no, non lo dico. Non voglio mica passare per filosalviniano.
Ma le pare che si possa dar dello zotico a chi, per i privilegi di cui gode, non paga mai niente? Non parlavo a lui, è ovvio. D'altra parte non ha pagato neppure il debito storico cumulato con Depretis, Crispi, Giolitti, il biennio rosso, ecc. Dunque, raffinata o no, ritengo che l'analogia regga.
RispondiEliminaIn quanto al Salvini che ci offriva modo di saldare il debito, l'ho già scritto: al netto di quel che è, non gli mancano ragioni, né si può negare che abbia avuto qualche merito. Ripetendolo qui, "passerò per"? Senza menarne vanto, né biasimandola per non riuscire a fare altrettanto, me ne fotto.
A dire il vero, me ne fotto anch'io, come lei sa.
EliminaNon so perché, ma "non voglio mica passare per filosalviniano" mi aveva fatto credere il contrario.
EliminaErrore. Dichiarando che celo un argomento per non passare per, dichiaro che l'argomento è a favore di Salvini, e che il mio timore non c'è. Anzi, guardi:ad uso degli zotici, qui e così mi dichiaro filosalviniano.
Elimina(Poi se la piattaforma le chiude il blog, non venga a piangere da me).
Apperò!
Eliminama Salvini non ha mica intenzione di saldare il debito. È l'opposto. Salvini fa balenare (soprattutto tramite Borghi e Bagnati, i responsabili economici della Lega), la possibilità di uscire dall'Euro e di pagare poi il debito con moneta nazionale. Il che, dal punto di vista dei creditori equivale a non pagarlo che in parte.
RispondiEliminaIl debito che Salvini ci farebbe saldare è quello storico: con l'allegoria cara a certuni, pagare col fascismo il fallimento della democrazia.
RispondiEliminacapito, grazie. L'analogia tra debito pubblico e debito storico mi sembra molto calzante, in entrambi i casi si tratta del fallimento della democrazia. C'è una differenza sostanziale però ed è tutta a favore di Salvini. La soluzione per il debito pubblico è tecnico-economica, quella per il debito storico dovrebbe essere di ordine politico-morale. La soluzione di Salvini per il debito pubblico può funzionare, dall'altra parte non si prospettano invece soluzioni tranne quella di affidarsi al buon cuore (o se preferite alla lungimiranza) dei partner europei.
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