Un
saggio di quanto in realtà siano ignoranti quelli che nel cortile di
casa nostra fanno i pavoni aprendo a ventaglio la coda della loro
molto millantata cultura ci è offerto dall’estasiato
coro di elogi cui essi hanno dato vita a sentire che Boris Johnson –
ne cito uno a caso – «sa
a memoria, e sa recitarlo, quasi un intero capitolo dell’Iliade
di Omero»
(Giuliano Ferrara – Il
Foglio,
27.12.2019).
Se si può sorvolare sul fatto che l’Iliade
non
sia composta di «capitoli»,
ma di «libri»
(ventiquattro, per l’esattezza),
e che del primo l’eccentrico
premier inglese ha declamato («recitato»
è termine improprio per un poema epico) solo una trentina dei suoi
611 versi, credo sia imperdonabile non aver fatto caso al fatto che
ha saltato l’ottavo
(«Τίς
γάρ σφωε θεῶν ἔριδι ξυνέηκε μάχεσθαι;»)
e il quindicesimo («χρυσέῳ ἀν σκήπτρῳ, καὶλίσσετο πάντας
Ἀχαιούς»),
che nel testo non hanno funzione incidentale, ma reggono il senso di
quanto segue. Se non bastasse questo a dimostrare che Boris Johnson
si è limitato a ripetere, e male, quanto gli è stato fatto imparare
a memoria da quindicenne all’Eton
College – la pratica è stata in uso anche nei nostri licei almeno
fino ai primi anni Settanta, e a chi di noi, che oggi abbia i
cappelli bianchi, non è rimasta in testa una dozzina di versi
dell’Eneide?
– si segua il video che lo mostra prodursi nella performance
che tanto ha fatto scalpore, ma avendo sotto mano il testo originale
in greco antico: dal ventesimo verso in poi la memoria zoppica
vistosamente, sicché Agamennone parla come da ubriaco. Poteva
fermarsi prima, ma lo studio televisivo che lo ospitava era
manifestamente preso dall’esibizione,
e dunque ha proseguito, show
must go on.
Questo
è bastato a far di Boris Johnson, qui da noi, un pilastro della
cultura occidentale. E dove più che altrove ha fatto colpo questo
malrattoppato residuo di mnemonica liceale? Un aiutino? Si tratta
della redazione del giornale che pretende il finanziamento pubblico
in virtù dell’essere
il più colto e intelligente di quelli oggi in edicola: «Lo
dico da circa due anni che Boris Johnson è colto e raffinato»
(@AnnalisaChirico);
«Ha
recitato l’Iliade in greco antico. È quello che intendo almeno io
per “Occidente”»
(@giuliomeotti).
È
proprio vero, «inter
caecos regnat strabus»
(Erasmo
da Rotterdam, Adagia)
, che, tradotto dal latino, sta più o meno per «non
ti sputo ché t’improfumo»
(Antonio
Albanese,
Qualunquemente).
Boris voleva épater les bourgeois e manifestamente c'è riuscito, in patria come altrove: ovunque vi siano bourgeois da stupire ... Colto e raffinato perché manesco con le donne?
RispondiEliminaper riferirmi al tuo esempio, Cesare e Bruto in trattoria che gridano al cameriere un po' bolso: "Boris, facce Omero".
RispondiEliminaGrazie Luigi per questo post. Dimostriamo sempre il nostro provincialismo. I nostri licei classici sono un'eccellenza in confronto alle scuole del mondo anglosassone (università comprese) relativamente allo studio della cultura classica. Per questa ragione una tale performance (anche se se fosse stata perfetta) avrebbe dovuto lasciarci del tutto indifferenti, perché insignificante.
RispondiEliminaAlessandra
Onorato.
Eliminapermetta: non ne sarei così sicuro. Per esempio quello che ho frequentato io, 25 anni fa, faceva pena. E anche oggi mi arrivano notizie molto poco rassicuranti. Lo stesso Canfora in un libro di qualche hanno fa ebbe a dire che il greco al classico sì fa finta di studiarlo.
Elimina*qualche anno fa
EliminaAmmesso abbia ragione, quelle scuole che le incensa son quelle che hanno formato la nostra classe dirigente (politica e non ) almeno da almeno 80 anni, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
EliminaA me il signor Johnson ricorda quel personaggio interpretato da Philip Seymour Hoffman in "Profumo di donna". Non so se ho reso l'idea.
RispondiEliminaChe poi dal 2016 il padrone unico del Foglio è lo speculatore immobiliare miliardario Mainetti.
RispondiEliminaPerché mai dovremmo regalargli 800mila € annui per il suo Foglio?
Detto questo, nulla in confronto ai 6 milioni di Dolomiten o i 5,5 dell'Avvenire vescovile