Male, inizia molto male questa biografia di Joseph Ratzinger (Peter Seewald – Benedetto XVI. Una vita – Garzanti, 2020), e questo onestamente scoraggia dall’affrontare un mattone di ben 1.275 pagine. Se ne scorrono appena due dozzine, infatti, e si legge: «Sul primo appuntamento dei genitori del papa non si sa nulla» (pag. 24). Su come si siano conosciuti, invece, sappiamo tutto.
Sul numero del 7 marzo 1920 dell’Altöttinger Liebfrauen Messenger, una rivista per cuori solitari, è pubblicato il seguente annuncio: «Funzionario statale di medio rango, celibe, cattolico, di 43 anni, dal passato immacolato, di campagna, cerca una brava ragazza cattolica, illibata, che sappia cucinare bene, che sappia fare tutti i lavori domestici, che sia anche in grado di cucire e che sia una buona casalinga, per sposarsi al più presto possibile. Auspicabile una buona dote, ma non è indispensabile. Proposte, possibilmente con foto, al box n° 734». L’annuncio non va a buon fine, ma il futuro papà del papa non si dà per vinto e lo reitera: sarà ripubblicato sul numero dell’11 luglio dello stesso anno sulla stessa rivista, e stavolta ottiene il risultato sperato, perché risponde la 36enne Maria Peintner. I due si danno appuntamento in una caffetteria di Ratisbona, di lì a qualche giorno si fidanzano e il 9 novembre si sposano.
Tutto questo è ampiamente noto, e almeno dal 2006, quando, ormai già pontefice, Joseph Ratzinger torna a Ratisbona per tenervi la sua famigerata lectio magistralis. Qui, Peter Becker, ex direttore dell’Altöttinger Liebfrauen Messenger, fa dono di una copia dell’annuncio di cui s’è detto al papa. Il quale se ne dice «getroffen», che, a piacere, può essere tradotto con «colpito», e cioè «scosso», oppure con «toccato», e cioè «commosso». Difficile dire come debba intendersi, qui, questo «getroffen», sta di fatto che Ratzinger – così narrano le cronache – commenta prendendo a prestito una frase del teologo Albert Schweitzer: «La coincidenza è lo pseudonimo che Dio sceglie quando vuole rimanere in incognito». Ancor più difficile, qui, dire come possa definirsi «coincidenza» la decisione di dare forma di sacramento alla reciproca convenienza di una zitella in cerca di una sistemazione e di un attempato sbirro in cerca di una domestica a gratis. L’impressione è che la citazione di Schweitzer sia servita solo a schermire un imbarazzo.
Che biografia può mai essere quella che mostra fin dall’inizio – addirittura prima dell’inizio – una così palese falla? Sul risvolto di copertina leggiamo: «Peter Seewald ha accompagnato Joseph Ratzinger per oltre venticinque anni: come giornalista, scrittore, confidente ha stabilito una relazione speciale con il papa emerito». Di quanto qui si è detto il giornalista non sapeva niente? Impossibile. E che tipo di confidente è quello che è tenuto all’oscuro di ciò che ha «getroffen» chi a lui affida le sue confidenze? È evidente, mi pare, che tutto rimandi alla natura della «relazione speciale» tra Seewald e Ratzinger: pessima garanzia di onesta biografia.
Ma sotto l’albero, fortunatamente, Babbo Natale mi ha fatto trovare altri sei volumi: mettiamo per un attimo da parte Seewald, quindi, e prendiamo, chessò, questo Lorenzo Castellani de L’ingranaggio del potere (Liberilibri, 2020). Oddio, se ne dice un gran bene e questo non depone troppo a suo favore. L’autore, poi, è nato nel 1989, è un giovanotto, e a me, con l’età, la gioventù è diventata ancora più insopportabile di quanto mi fosse da giovane. Ma sgombriamo il campo dai pregiudizi, leggiamo, non si può mai dire.
lei sapere una più di demonio, schei ...!
RispondiEliminapensionato thajano, un pò attempato ma ancora autosufficiente, cerca brava ragazza giovine, speranzosa, devota, illibata cerebralmente, che sappia cucinare bene, sappia fare tutti i lavori domestici, in particolare gli orali, per sposarsi al più presto possibile così da poter beneficiare per altri 60 anni di una lauta pinzione di reversibilità, gentilmente elargita dal nostro caro, amato, variegato, generoso, immaginifico, bobbolo.
RispondiEliminafracatz@gmail.com
A questo punto sorge, come si suol dire, una domanda. Cosa spinge una persona come te a letture come quella? 1275 pagine? Tu saresti capace di trovare un errore anche nel settimo volume del Mahābhārata. Ma a che prezzo?
RispondiEliminaSeguo il Ratzy dal 1984, non me ne sono perso neppure una scoreggina. Esce una biografia, e che faccio, la lascio perdere?
EliminaE' come sospettavo: tu sei simpaticamente anormale.
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