Alle
17,40 di martedì 10 settembre 2013, David Carelli, 19 anni, prende un’aspirina:
choc anafilattico, arresto cardiaco, coma, morte cerebrale e otto giorni dopo è
in una bara. Una delle tanti morti che ogni anno si registrano nel mondo per assunzione di aspirina. Non riesco a trovare in rete neanche due righe dedicate da La
Stampa all’accaduto, di certo la notizia non ebbe rilievo in prima pagina, né ne
occupò per intero la seconda e la terza, come accade oggi per la donna morta
dopo assunzione di Ru486. Superfluo aggiungere che tanto spazio non è mai stato dedicato da La Stampa alla notizia di una gravida morta per parto.
Senza dubbio la decisione è del direttore, che
tuttavia dovrebbe avere esperienza diretta di come sia infelice la tentazione di
additare in un sospetto il certo assassino: Lotta Continua trattò Luigi Calabresi come
oggi Mario Calabresi tratta la Ru486, senza porsi alcuno scrupolo sulle
conseguenze di congetture azzardate, e date in pasto al ventre molle di un’opinione pubblica che sentenzia per lo più istintivamente.
stesso ceppo virale
RispondiEliminaCaspita, erano anni che non leggevo un'analogia tanto audace. Tanto da lasciarmi nel dubbio: vuole convincerci della colpevolezza della Ru486?
RispondiEliminaSon d'accordo sull'utilizzo capzioso di dar risalto ad una notizia così, mettendola in prima pagina. Però non mi ricovero in ospedale per prendere un'aspirina. Saluti. Massimo C.
RispondiEliminaE' anche peggio se muori per un farmaco in libera vendita almeno con la RU c'è il controllo del medico
EliminaMa che c'entra? Con l'aspirina mica si va all'inferno! Cerchiamo di dire le cose in modo completo, cribbio!
RispondiEliminaSe fossero genuinamente convinti che la Ru486 costituisse un pericolo per le donne, non sprecherebbero tutte queste energie ad opporvisi. Dopo tutto è chiaro che, in mancanza di una legge contro l'aborto, l'obiettivo secondario di questa marmaglia sia renderlo il più difficile, doloroso e pericoloso possibile.
RispondiEliminaNon sono d'accordo. Lo scopo è tenere le persone vive ma sottomesse e obbedienti. Quindi una medicina che ha conseguenze fatali non va bene.
EliminaFosse solo La Stampa, tra i quaotidiani. Per non dire di Rai TV. Vere merdacce al servizio della Cei.
RispondiEliminaA giudicare anche da come oggi trattano la notizia del presunto (non per La Stampa) scambio di embrioni, sembrerebbe che siano partiti per una Crociata.
RispondiEliminaUn momento. Va bene tutto, la Crociata, il complotto della CEI, La Stampa in combutta col Vaticano e con la Rai per sottomettere il popolo e rendere doloroso l'aborto... Ma dagli ospedali si dovrebbe uscire vivi, in primo luogo, e possibilmente dopo aver messo al mondo i propri figli e non quelli di altri... Oppure no, e bisogna trovare oscure trame antiabortiste e antifecondazione artificiale in ogni caso del genere?
RispondiEliminaE' notizia da prima, seconda e terza pagina? Il deragliamento di un treno, allora, merita un numero speciale.
EliminaDipende da quale treno deraglia, da dove deve andare a lavorare il direttore della Stampa, e dei rapporti tra il produttore del treno e gli azionisti del Corriere.
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