Del
tutto naturale che sulla bancarella di libri vecchi il Principio di una logica
della vita morale di Maurice Blondel stia accanto al trattato di malattie
infettive dato alle stampe prima della scoperta degli antibiotici: qui i
mercuriali per la lue, lì l’αντιφασις come «simbolo inadeguato» della στερησις.
Fino
a Bartolomé de Las Casas, la cosa è data, ma non cerca e non trova spiegazione: «Nulla subiectio, nulla servitus, nullum onus
unquam impositum fuit, nisi populus qui subiturus illa onera erat, impositioni
eiusmodi voluntarie consentiret» (De Regia Potestate, § 4.1). Poi arriva Étienne
de La Boétie.
«Ci
vogliono sessant’anni d’incredibile fatica e sofferenza per creare una simile
persona, che però è buona solo per morire, ormai». Detto da André Malraux nel
1933, quando la vita media era appunto di sessant’anni o giù di lì. Se la
condition humaine è sempre uguale a se stessa, la quantità di fatica e
sofferenza necessaria a creare una persona buona solo a morire –
inesorabilmente – cresce.
D’un
tratto m’assale la nostalgia di Luigi De Marchi.
Vacca fa a Togliatti lo stesso servizietto che Togliatti fece a Gramsci: pubblica il pubblicabile.
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