Non
so se c’è qualcuno che abbia tenuto il conto delle volte che Giorgio Napolitano
ha esorbitato dalle prerogative che gli sono attribuite dall’art. 87 della
Costituzione, ma a naso direi abbia stracciato ogni record. Si obietterà che l’ha
fatto in modo meno plateale di qualche suo predecessore al Quirinale, ma direi
che questa debba essere considerata una aggravante più che una attenuante. Si
potrà altresì obiettare che il suo costante esorbitare abbia trovato ragione di
necessità a fronte dei pericolosi vuoti lasciati dall’iniziativa politica dei
partiti, dallo stallo degli esecutivi a fronte di una crisi senza apparente via
d’uscita, dall’attività legislativa del Parlamento ridotta alla stanca e pigra
vidima della decretazione d’urgenza, eccetera, ma ammesso e non concesso che l’abbia
fatto coi migliori intenti – ripeto: ammesso e non concesso – è innegabile che
tutto il suo operato abbia avuto articolazione e disegno, attribuendosi con ciò
un ruolo che non gli spettava. Obiezione che in qualche modo include queste due
e rigetta le rispettive controbiezioni invocando in suo supporto una
fattispecie di dottrina è quella che richiama alla cosiddetta Costituzione
materiale: in pratica – si può obiettare – che il Presidente della Repubblica «rappresent[i]
l’unità nazionale» può intendersi nel senso che egli debba o comunque possa, se
vuole, operarsi nel darle l’assetto che gli sembri più stabile, che «indic[a]
le elezioni delle nuove Camere [che poi se vuole] può sciogliere» debba o
comunque possa intendersi nel senso che tale facoltà possa avere funzione di
indirizzo dell’attività legislativa, che a lui spetti «promulga[re] le leggi ed
emana[re] i decreti aventi valore di legge» debba o comunque possa intendersi
nel senso che abbia diritto ad esprimere un parere vincolante in merito,
eccetera. È obiezione che con gli adattamenti del caso è stata ripetutamente
sollevata per ogni altra figura istituzionale, quasi sempre con fine dichiarato
di rendere più elastica la lettura della norma costituzionale, come per attualizzarla
senza sottoporla ad emendamento formale. Bene, non è stato proprio questo a creare
aree di sovrapposizione tra i poteri dello Stato che hanno legittima forza solo
quando sono correttamente distinti? E non è stata proprio questa eccessiva
elasticità a creare quei vuoti di responsabilità che hanno così spesso portato
al collasso dell’architettura istituzionale? Se oggi a questo vero e proprio
dissesto si cerca di porre un rimedio con riforme costituzionali che hanno la
pretesa di rattoppare un tessuto qui logoro e lì lacerato senza porsi alcun
problema sul fatto che la trama abbia ad esserne stravolta, per giunta su
iniziativa del Governo, a colpi di maggioranze non qualificate per una fase
costituente, e in fretta, e in forza di un’agenda che ha del surrettizio non
meno che dell’abborracciato, reclutando pacchetti parlamentari di nominati
sotto ricatto e minaccia, la responsabilità remota è di tutti, quella prossima –
e perciò efficace – è di chi ha condotto a questi passi sconsiderati. Se non è
attentato alla Costituzione – cos’è?
E' attentato alla Costituzione.
RispondiEliminaMa quando vuole, il Nostro sa essere prudente, riservato, discreto, riflessivo, "indisposto".
RispondiEliminaIl Nostro non perde tempo con le opposizioni.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/24/riforma-senato-napolitano-non-riceve-le-opposizioni-lieve-indisposizione/1071302/
Io plaudo alla paraculaggine delle 'opposizioni', che invece che presentare 10-20 emendamenti decenti - vista la fronda interna al PD avrebbero avuto un'ottima probabilità di passare - ne hanno presentati 8000, così posso farmi bello sur Blogghe e denunciare la ghigliottina come morte della democrazia, due fotomontaggi di Renzi vestito da Cesare eccetera.
RispondiEliminaDal che deduco che pure loro stanno facendo i propri interessi di bottega, quindi si rassicuri Malvino, più che attentato parlerei di cosmesi, tanto una classe politica decente non la vedremo mai.
Seppure implicito, ha letto nel post un plauso alle opposizioni? Direi che il commento è fuori tema.
EliminaMi sono spiegato male. La tesi è che tanto i 'novelli cesari' quanto coloro che dovrebbero combatterli, ovvero sommati l'intera classe politica, stanno badando solo ai propri interessi di bottega. Non agli interessi di bottega di coloro che li han votati che sarebbe la democrazia avendo i cittadini fini e priorità diverse, ma ai loro personali.
EliminaLa distinzione dei poteri serve per isolare le mele marce e impedire che una determinata fazione faccia 'troppi' danni. Se tutte le faziosi hanno, diciamo, una percentuale interna di statisti dello 0% costante, non cambia granchè.
Chiaro, un tempo pensavo 'ha da passà 'a nuttata', quindi ero più attento a non toccare troppo le regole, oppure farlo in maniera equilibrata. Adesso penso che non cambi sostanzialmente un cazzo.
La maggior parte degli emendamenti-più di 7000- appartengono a SEL.
EliminaQuelli dei 5Stelle sono molto contenuti.
Sarebbe gradita una maggior precisione.
Quando si e in dittatura le denunce non servono
Elimina"Se non è attentato alla Costituzione – cos’è? "
RispondiEliminaEsercizio legittimo e legale delle prerogative del capo dello Stato.
alessandro riccio
Toh, un corazziere!
EliminaToh, un blogger che una volta teneva lontane demagogia e retorica come la peste e ora se ne abbevera a piene mani!
EliminaMala tempora currunt se anche coloro che usavan ragionare, finiscono a
veder attentati alle costituzioni, dittature in arrivo etc...
ps: l'unica cosa seria che si può ragionevolmente contestare a Napolitano è quella non aver fatto nulla di serio per ridurre gli indecenti costi del quirinale. Il resto è tragicomica fuffa
alessandro riccio
La carica di presidente della repubblica esiste probabilmente solo per dare soddisfazione ad una esigenza di personalizzazione. Se ha dei poteri reali è perché altrimenti non sarebbe stata convincente in questo senso. Non si capisce proprio come, salvo casi/persone eccezionali, un singolo possa decidere meglio che un voto a maggioranza qualificata dell'esecutivo o del parlamento. E non ci si può certo aspettare che ad ogni elezione emergano persone eccezionali, nonché capaci di preservare la propria eccezionalità; giusto la mistica monarchico/teologica poteva sostenere qualcosa del genere.
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