martedì 2 giugno 2015

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C’è quello che parcheggia in doppia o addirittura in tripla fila in Piazza Scozia, quello che imbratta un muro di Via Calenda scrivendo con la bomboletta spray «Frullino, sei il mio battito d’ali», poi cè quello che sfreccia in motorino in Piazza della Libertà, che è area pedonale, e quello che in Via Diaz lascia il sacchetto della spazzatura fuori dal cassonetto, ma si arriva all’enormità di quello che ha tentato di rubare una panchina a Piazza Malta svitandone i bulloni che la fissavano al suolo. Tutti «incivili», senza dubbio, anzi «cafoni», veri e propri «animali», anzi «bestie», sì, ma per quale ragione? E c’è bisogno di chiederlo? Si tratta di individui che non hanno alcun rispetto delle leggi. Proprio come De Luca, che con la «legge Severino» ci si pulisce il culo.
Lart. 8 della «legge Severino» recita che «sono sospesi di diritto dalle cariche indicate all’art. 7, § 1 [fra le quali vi è quella di presidente della giunta regionale] [...] coloro che hanno riportato una condanna non definitiva per uno dei delitti indicati all’art. 7, § 1, lettera a), b), e c)», fra i quali v’è quello di abuso d’ufficio, per il quale, a gennaio di quest’anno, De Luca è stato condannato in primo grado ad un anno di reclusione. Cè bisogno di essere titolare di una cattedra di Filosofia del diritto per intuire che la logica che porta alla sanzione per chi ostacola il traffico alla rotatoria di Via Nizza perché ha parcheggiato lauto dove non doveva sia la stessa che porta alla sospensione del neoeletto governatore della Campania un attimo dopo che si sarà insediato?
Sarebbe stato meglio non parcheggiare lì lauto, sarebbe stato meglio non candidarsi proprio, ma ormai è fatta, e allora come è opportuno comportarsi? Quello che è in sosta vietata – ce lo racconta De Luca in uno dei video nel quale ha consegnato alla storia le sue gesta da paladino della legalità – trasecola (e che avrà fatto mai?), e invece di sbrigarsi a spostare l’auto, che sta causando un serio ostacolo al regolare flusso del traffico, pretende di discutere sul senso di un divieto di sosta proprio in quel punto. Come definire uno così? «Incivile», come minimo, e poi «bestia». E De Luca? Come reagisce, De Luca, a chi gli fa presente che la «legge Severino» è legge dello stato? Tale e quale.
A rendere De Luca incompatibile con una carica pubblica non è tanto una condanna per abuso dufficio in attesa del giudizio in appello, unaltra per reato ambientale poi estinta per prescrizione, e nemmeno i suoi numerosi carichi pendenti per danno erariale, diffamazione, corruzione, concussione, lottizzazione abusiva, ecc. – do per certo che le imputazioni, se le fonti dalle quali ne prendo notizia non sono mendaci, cadranno tutte in piene assoluzioni – ma il fatto che, in quanto a rispetto delle regole, non è meno «bestia» di chi egli stigmatizza come «bestia».

2 commenti:

  1. La differenza sta nello scopo, nel "télos", nelle finalità. De Luca è in missione per conto dei cittadini, la sua è disobbedienza civile, mentre quello del SUV che doveva mai fare, scommetere sul Napoli?

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    1. Chissà? Magari il suo "télos" è un altro. Magari le sue finalità sono la conquista del potere personale, la realizzazione di una serie di ambizioni personali, fare gli interessi di una serie di potentati, fare gli interessi di una ristretta minoranza organizzata rispetto a quelli della maggioranza. La valutazione delle finalità dipende dal proprio punto di vista, è in ultima analisi relativa. Per questo esistono le leggi, per fornire una base di comportamento comune a tutti, al di là di ogni relativismo.
      Che poi, a pensarci bene, il principio che "il fine giustifica i mezzi" è alla base della politica berlusconiana: per l'elettore Berlusconiano il "Telos" di modernizzare/liberalizzare l'italia (che poi non ha mai messo in pratica, ma questo è un altro discorso) giustificava pienamente tutti i comportamenti indecenti del suo leader.

      Giacomo.

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