Basta
un alito di vento, in autunno, e il picciolo si stacca, e la foglia
abbandona il ramo, ma prima gli volteggia
ancora un poco attorno, come
attardandosi in un fragile indugio, e per un istante sulla scorza da
cui trasse linfa si ripoggia, e sta sbilenca, per poi danzare via,
leggera, senz’altro
apparente peso che un’ultima
nostalgia...
Rinuncio, ci
vorrebbe la penna di un Giambattista Marino per descrivere le evoluzioni che fa la lingua di Bruno Vespa
quando si stacca dal culo di un potente che inciampa.
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