Nel
caso in cui Giulio Regeni fosse stato ucciso da una cellula deviata
dei corpi di sicurezza egiziani – poco importa se infiltrata da
agenti stranieri che si fossero posti il fine di creare tensione tra
Italia ed Egitto o se espressione di uno di quei settori
dell’esercito che, per unanime
parere degli analisti delle cose
egiziane, da tempo tramano per rovesciare al-Sisi – potremmo
dire che la sua operazione stia dando ottimi risultati: il caso è
all’attenzione dell’opinione
pubblica internazionale come emblematico di un regime sanguinario e
gli attriti tra le autorità italiane e quelle egiziane sono arrivati
al punto da mettere in discussione, seppure a mero scopo
intimidatorio, i solidi accordi di partnership economica che fin qui
avevano lasciato a bocca asciutta Francia e Regno Unito.
Potremmo
dire sia stata scelta la vittima giusta, la si sia macellata nel modo
migliore, nel momento più opportuno, con un accorto calcolo della
reazione che l’assassinio
avrebbe provocato in Italia (soprattutto in relazione a chi dovesse
necessariamente esserne il responsabile), dei passi diplomatici che
questa avrebbe reso necessari (salvo ricadute su un governo che non
poteva, e ancor più non può, permettersele), della necessitata
risposta del regime egiziano (nell’impossibilità
di ammettere di non avere il pieno controllo dei corpi di sicurezza),
dell’escalation che tali elementi
avrebbero innescato.
Potremmo, ma quest’ipotesi è liquidabile
come «complottista», e quella di «complottismo», oggi, è imputazione che rovina la reputazione in società: l’uomo di mondo, oggi, ama radersi col
rasoio di Occam, per porgere dal suo viso perfettamente sbarbato un
sorriso beffardo a chiunque azzardi che i complotti sono il pane
quotidiano di ogni servizio segreto. Come non detto, era giusto per non dare per scontato quel che è scontato. Giulio Cesare? Si decise di ammazzarlo lì per lì, smettiamola con le malate insinuazioni che dietro ci fosse una congiura, sennò finiamo nel mucchio di quelli che negano lo sbarco sulla Luna? Tutto non può che essere
estremamente semplice, deve esserlo, sennò cadiamo nella paranoia: ergo al-Sisi è fesso e feroce, e i suoi hanno ucciso
Giulio Regeni, e non ne hanno fatto sparire il corpo perché avevano finito l’acido, oppure no, perché c’era una partita alla tv, oppure perché – via, che importa il perché? Tutto è così semplice: di qua il ragazzo che stringe a sé il gattino, di là il tipaccio col grugno da faraone. Urge che al-Sisi ammetta la sua colpa, sennò prima
ritiriamo l’ambasciatore dal Cairo, e poi l’Eni. Perché noi abbiamo una
dignità da difendere, e vale più dei 25 miliardi di dollari di
interscambio con l’Egitto. Ci facesse affari la Francia, con quel criminale.
Tutto stramaledettamene ovvio!
RispondiEliminaMa di sicuro avremo la solidarietà di tutto il Mondo Occidentale ; è dal 45 che va vanti così, chissà perché ?
caino
Volpi Mi vengono in mente le poche righe che Carlo Ginzburg dedica ai complotti nel suo Storia notturna. L'argomento è pericoloso : soltanto una cultura antropologica e storica potrà far distinguere il complotto verosimile dal complotto palesemente falso, intendo dire stereotipato.
RispondiEliminaMi ripeto: nota così interessante da risultare un'eccellente spiegazione.
RispondiEliminaStia bene.
Ghino La Ganga
Non è mia intenzione alimentare l'ipotesi complottista. C'è una domanda alla quale non trovo una risposta: come mai l'Inghilterra non ha preso posizione? Si tratta pur sempre di un "suo" studente e di una sua Università.
RispondiEliminaEh.
EliminaGenuine, blessed, old victorian British hypocrisy, nothing more, nothing less, that's the way of the world et honny soit qui mal y pense.
RispondiEliminaN.d.r. Oxford e Cambridge sono state acquistate da emiri e sceicchi arabi e sopravvivono solo grazie a generose ed illimitate immissioni di petroldollari o royal £, se preferite......
Oggi se ne parla parecchio, e non solo qui (http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/14/news/caso_regeni_gli_alleati_della_vergogna-137589432/).
RispondiEliminama poi pensavo ieri: tutti a dare dello stronzo ad al-Sisi per le reticenze e le supercazzole e ancora nessuno dei nostri alleati storici, mica uno di 'sti satrapi maghrebini, ci spiega cosa cacchio ha colpito il DC-9 di Ustica.
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