Meno
l’individuo ha strumenti di autocoscienza e di autodeterminazione,
più la persona, che ne è la maschera di scena, ha bisogno di darsi
cifra identitaria (etnica, religiosa, sessuale, ecc.). È questo che
impone (in-pone) una fascia elastica di color rosa, eventualmente
fucsia, con un bel fiocco sopra, alla neonata che viene alla luce
senza troppi capelli: deve essere evidente che sia femmina, anche se
poi era tanto atteso un maschio. Dov’è l’identità sessuale ad
essere chiamata come strumento più sicuro per dare saldi punti di
riferimenti nella selva relazionale, l’individuo è giocoforza
chiamato a esplicitarla con ampio anticipo rispetto alla sequela
degli eventi che le conferiscono la maturità anatomica e funzionale, fino al punto che spesso anche questa è chiamata ad anticiparsi (non a
caso il menarca è anticipato nella favela brasiliana rispetto al
collegio svizzero). Stessa cosa accade quando all’individuo
è imposta la cifra identitaria religiosa: sarà fin da bambino che a
ogni Ashura il coltello inciderà il suo cuoio capelluto.
Questo
avrebbe dovuto dire Corrado Augias, invece di mantenersi in quel vago
che lo ha portato ad essere frainteso fino ad essere ingiustamente
accusato di aver voluto insinuare che le violenze e la morte subite
dalla piccola Fortuna Loffredo fossero dovute all’averla
abbigliata a 6 anni da signorinella di 16 o 18: la sua osservazione
non era affatto stupida, ma l’ha
argomentata malissimo. Poi, ha fatto di peggio: alle critiche
piovutegli addosso (più che altro, alla minaccia di querela) ha
ritrattato, ha chiesto scusa, e anche qui con un pessimo argomento:
ha detto gli dispiaceva aver ferito la sensibilità dei genitori
della bambina, ha detto che la sua osservazione
era d’un uomo d’altri tempi, quelli in cui i bambini erano
vestiti da bambini. E nel salottino di Fabio Fazio si è beccato applausi prima e dopo. Brutta pagina. Bruttissima.
e che cosa aspettarci da Corrado Augias, da Floris e da quella platea? se queste tue parole invece di scriverle qui le avesse qualcuno pronunciate esatte-esatte in quella sede, sai quanti le avrebbero comprese? immagina il disorientamento tra chi applaude come una scimmia e chi resta nel dubbio di non aver capito, quindi il Floris farne come solito la traduzione e a sintesi a piè pagina.
RispondiEliminae che dire di quella sociologa che reggeva il moccolo affermando che lo stupro di bambini è trasversale a ogni ambiente sociale? certo, ma lo stupro alligna come eccezione o come norma (vedi i preti) secondo gli ambienti e secondo le convenzioni (palesi o tacite) storico-sociali. semmai il discorso avrebbe dovuto avere come tema le forme seduttive e coattive che rinviano alle infinite pratiche sociali in funzione riproduttiva di determinati rapporti sociali (il tuo post mi pare possa essere letto anche in questa chiave), ma, appunto, non complichiamo troppo: in fin dei conti stiamo parlando di spettacolo televisivo.
Volevo sollecitarle un commento allora, non c'è stato bisogno.
RispondiEliminaP.s. Augias avrebbe dovuto notare piuttosto lo sguardo in quella foto...
Buone cose
Luigi
Può capitare che si butti in pattumiera un pregiato formaggio coi vermi, scambiandolo per merce avariata. In questa chiave, la invito a riabilitare la numero 33.
RispondiElimina?
EliminaMerce avariata n.33 nel vecchio blog.
EliminaL'avevo dimenticata, mi ha fatto piacere rileggerla. Grazie per l'ammonimento.
EliminaA professo' lei me sta a perde colpi
EliminaPer me ci sono solo il "Direttore" ed il "Dottore" e, se mai dovessero essere colpi persi, sono solo quando vanno appresso a stu cazz'e Renzo (con la Z aspra e la nicotina ovviamente...).
EliminaStavo a cita' Mario Brega
EliminaBoh, nun zo chi sia...
EliminaCia'
" ...fino al punto che spesso anche questa è chiamata ad anticiparsi (non a caso il menarca è anticipato nella favela brasiliana rispetto al collegio svizzero)".
RispondiEliminaRaramente ho letto una considerazione più amaramente vera.
Stia bene.
Ghino La Ganga