martedì 10 maggio 2016

La seconda volta come farsa

«Hegel nota in un passo delle sue opere
che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi
della storia universale si presentano
per, così dire, due volte. Ha dimenticato
di aggiungere: la prima volta come tragedia,
la seconda volta come farsa»

Karl Marx, Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte



Uomo di Sinistra, il Depretis. È con la nascita del suo V governo, il 19 maggio 1883, che il trasformismo diventa esplicito programma politico. Senza scrupoli di sorta, perché il termine non ha acquistato ancora laccezione negativa che acquisterà dopo, molto dopo (al momento è solo quellanima bella di De Sanctis a storcere il muso), ed è sinonimo di evoluzione, «la legge generale delle cose viventi», come dirà il Minghetti, uomo di Destra, per dichiararsi – potenza delleufemismo – disponibile a discuterne.
Il trasformismo non è il cambio di casacca: a trasformarsi devono essere i partiti, perché Destra e Sinistra sembrano categorie superate, per giunta logoranti. Ad essere logorata, in realtà, è solo la Sinistra, e Depretis cerca di darle una base più solida in Parlamento, in nome di qualcosa che unisca gli eletti di là dalle ideologie. Il bene comune? Senza dubbio, ma cosa è comune agli uomini dei fin lì opposti schieramenti?
«In buona coscienza fanno prima di tutto e soprattutto gli interessi loro propri, dei parenti, dei congiunti, degli amici, dei protetti, facendovi entrare, quando si possa senza proprio incomodo, anche quelli del pubblico»: qualunquista ante litteram, padre Carlo Maria Curci, ma, nel concedere che «Destri e Sinistri si dividevano e si dividono ancora così per i riguardi personali, per divergenze in particolari opinioni, ma quanto al principio generale l’uno vale sostanzialmente l’altro», ammette che il programma di Depretis abbia una solidità di fatto nellevidenza che ormai Destra e Sinistra sono termini «arcaici»Sbarazziamoci delle ideologie, si faccia largo a un sano pragmatismo che porti a confluire tutti gli uomini di buona volontà e di solido appetito in un bel Partito della Nazione.
Vabbè, qui sono andato un po oltre, perché Depretis e Minghetti non si azzardarono a immaginare di poter far confluire Sinistra e Destra in un partito unico. Uomini dellOttocento, cè da capire.

Dovendo sbarazzarsi delle ideologie per poter meglio conciliare i traffici e le spartizioni, era necessario liberarsi degli abiti che si erano indossati fino ad allora per officiare ai riti dello scontro tra chi era al governo e chi allopposizione. Lappartenenza ad una tradizione culturale diventava dimpaccio e chi ne coltivava il culto – si noti dal bisticcio che occupazione stronza – diventava un solenne rompicoglione, un idealista del cazzo, un seccante brontolone.
Quel gufo del Carducci, per esempio: «A questa nazione, giovine di ieri e vecchia di trenta secoli, manca del tutto lidealità... Uomini e partiti non hanno idee, o per idee si spacciano affocamenti di piccole passioni, urti di piccoli interessi, barbagli di piccoli vantaggi: dove si baratta per genio labilità, e per abilità qualche cosa di peggio; dove tromba di legalità e alfiere dellautorità è la vergogna sgattaiolante tra articolo e articolo del codice penale». Peggio di uno Zagrebelsky, via, quasi un Davigo.
Per fortuna non mancò chi seppe dare una copertura culturale alloperazione. Provate a indovinare. Bravi, fu quella merdaccia di Benedetto Croce: non importa se il politico sia onesto o meno, limportante che è sia bravo. Bravo a che? Che domande, bravo a far politica, che è scienza dell’utile. Utile a chi? Basta con le domande, ché Sua Eccellenza ha cose più importanti a cui pensare, ha da scrivere un saggio sulla poesia barocca e non può perdere tempo a battibeccare sui social. Date tempo al tempo, aspettate che tutto questo schifo diventi fascismo e vi concederà di venerarlo come iconetta dell’antifascismo. Riempitelo di like, ché ci tiene tanto.

4 commenti:

  1. Questo post mi ha dato speranza. Vuole dire che non siamo caduti in una fossa biologica, ci stiamo sguazzando da più di un secolo.
    Sopravviveremo pure a Verdini.

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  2. Non credo ci siano dati storici per credere oggettivamente alla "leggenda " di Cincinnato.
    Per cui stabilire se Cincinnato fosse meglio di Nerone diventa Impresa eroica, così come condannare Cesare e poi Augusto..
    O che so, dopo aver letto Cicerone, sapendo chi poi fosse veramente Cicerone, possano persistere veramente certe illusioni..
    Semmai mi stupisce che ci sia ancora chi ci crede..
    La farsa è un tipo di spettacolo che non viene percepita, mentre lo spettacolo quotidiano continua per le sue vie, sempre diverse ,sempre uguali.
    Ogni tanto anche i giocattoli si rompono..!le molle si "smollano" le pile si consumano. E non ci sono scorte. Tempo al Tempo.

    caino

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  3. Magnifico, godibilissimo excursus tra l'antico e il moderno, tra il vecchio e il nuovo:dove il vecchio è più nuovo del nuovo, e il nuovo è infinitamente più vecchio e sporco e maleodorante del vecchio.

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  4. Epperò, pure il Carducci fece un voltafaccia non da poco...
    Saluti
    Massimo

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