«La direttrice di Raitre martedì scorso ha convocato costumiste e
truccatrici. Perché è soprattutto alle donne della Terza rete che è
rivolto il nuovo codice sul modo corretto di vestirsi e truccarsi.
Niente più abiti fascianti, niente tubini, rigorosamente banditi
quelli di colore nero. Sono troppo sexy per la tv di Stato. Per
quanto riguarda gli uomini c’è poco da obiettare, completo
classico (gessato e non) con camicia e cravatta di buon gusto. Ma le
donne devono prestare più attenzione. Anche ai dettagli. Sugli
orecchini la Bignardi è stata lapidaria: al bando quelli vistosi.
Bandito anche il tacco 12. Pure sul trucco non si può uscire dal
seminato. L’ordine della Bignardi è perentorio: “Trucco
leggero”. Nessuna licenza, neanche se la richiede la conduttrice.
Il dress code è severo: camicetta sobria (consigliati i “colori
tenui”), scollature minime (al massimo si può far prendere aria al
collo), gonna o pantalone e tacco rigorosamente basso»
(Il
Messaggero,
27.5.2016).
Per chi si è lasciato scappare un velenoso sospettuccio alla sua nomina, patapaf, arriva uno schiaffo morale: questa donna incide sul costume.
Per chi si è lasciato scappare un velenoso sospettuccio alla sua nomina, patapaf, arriva uno schiaffo morale: questa donna incide sul costume.
Ci fosse una donna degna di questo nome a Rai3 (ma chi? la figlia lagnosa e susssiegosa di Berlinguer? la Littizzetto? Licia Colò?), si presenterebbe in trasmissione col niqab.
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