Considero
la profilassi vaccinica una conquista di valore inestimabile, prima
che nella storia della medicina, in quella del progresso umano,
dunque riservo un severo biasimo a quanti fanno resistenza alla sua
diffusione, con ciò mettendo a rischio la propria salute, talvolta
la propria vita, il che sarebbe ancora pienamente legittimo, se non
fosse che questo mette a rischio pure la salute e la vita altrui.
Niente in contrario, quindi, all’obbligatorietà
della profilassi vaccinica. Aggiungo che, fosse per me, la estenderei
anche a molti di quei casi in cui è facoltativa.
Ciò detto a scanso
di ogni possibile equivoco, confesso di nutrire più d’una
perplessità riguardo a quanto apprendo: «I
medici che sconsigliano i vaccini infrangono il codice deontologico e
vanno incontro a procedimenti disciplinari che possono arrivare alla
radiazione» (ansa.it,
20.7.2016).
La prima perplessità è relativa alla sintesi
giornalistica che accentua, fino a drammatizzare, un passaggio del
Documento
sui vaccini licenziato
lo scorso 8 luglio dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei
Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che testualmente recita: «Solo
in casi specifici, quali ad esempio alcuni stati di deficit
immunitario, il medico può sconsigliare un intervento vaccinale. Il
consiglio di non vaccinarsi nelle restanti condizioni, in particolare
se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione
deontologica»
(pag. 4). È pacifico, infatti, che un’infrazione
deontologica comporti in sede sanzionatoria la somministrazione di un
procedimento disciplinare congruo alla sua gravità. Sta di fatto,
tuttavia, che il Documento
sui vaccini non
faccia
alcun cenno a quanto grave debba ritenersi quella di sconsigliare un
intervento vaccinale, sicché pare del tutto arbitraria una lettura
del testo tesa ad attribuirgli un giudizio di gravità pari a quella
di infrazioni deontologiche punite con la radiazione.
D’altronde
– di qui la seconda perplessità – il Codice
di Deontologia Medica,
che pure è del 2014 e che appena due mesi fa ha subìto l’ultima
modifica, non ha ancora formalmente recepito questa fattispecie di
infrazione, sulla quale, quindi, è stato formulato un giudizio di
merito.
È
possibile avanzare qualche ipotesi riguardo a questo ritardo, e di qui una terza e più grossa perplessità. Si può ragionevolmente prevedere, per esempio, che la
costruzione di una tale fattispecie implichi giocoforza – poco importa quanto propriamente – la messa in discussione di due degli articoli più delicati del Codice
di Deontologia Medica,
quelli che evocano l’obiezione
di coscienza anche senza nominarla esplicitamente: «L’esercizio
professionale del medico è fondato sui principi di libertà,
indipendenza, autonomia e responsabilità» (art.
4); «Il
medico può rifiutare la propria opera professionale quando vengano
richieste in contrasto con la propria coscienza o con i propri
convincimenti tecnico-scientifici»
(art. 22). In un campo così delicato meglio
accontentarsi di piantare uno
spaventapasseri.
E nemmeno due paroline contro i medici che dispensano omeopatia?
RispondiEliminaE nemmeno due paroline sulle schifezze che ci mettono dentro?
RispondiEliminahttp://www.informasalus.it/it/articoli/vaccinazioni_indispensabili.php
RispondiEliminaPienamente d'accordo sull'utilità della profilassi vaccinica, un po' meno sulla sua obbligatorietà. L'ago di stato è un precedente pericoloso, caro il mio fascistone.
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