martedì 9 maggio 2017

Troppo francese

Dopo aver donato al mondo mille e mille novità in campo artistico, un secolo fa venne il momento del fascismo, che nel Dizionario di politica edito a cura del Partito Nazionale Fascista nel 1940 (quattro volumi, 2.875 pagine, 1.079 voci) viene costantemente definito – giustappunto – «arte» («di governo»). Fu così che, ancora una volta, lItalia si confermò fucina di cose mai viste, laboratorio di invenzioni originalissime, che immancabilmente ci vengono invidiate, prima, e copiate, poi.
Così era accaduto con Brunelleschi, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, e così accadde con Mussolini: la creazione ebbe immediato successo e, con gli aggiustamenti necessari per adattarla al gusto del pubblico cui era offerta, fu replicata in ogni dove. Spesso acquistava tratti che solo in apparenza la rendevano diversa, e anche molto diversa, dalloriginale, ma ad unattenta analisi era evidente, e sempre, linconfondibile cifra dellitalianità, quel nostro essere capaci di trasformar lo stucco in marmo, e il marmo in carne viva, di dare alla piatta superficie della tela la pressoché tangibile profondità di una prospettiva, di conferire alla posa immobile del gesto la sensibile essenza di un movimento. Raramente fummo superati e, quandanche sembrò fosse accaduto, fu chiaro che nel superarci qualcosa del genio era andato perduto, quasi che per andar oltre si fosse rotto lintrinseco equilibrio tra mezzo e fine, con lirrimediabile perdita di una conclusa armonia.
Il nazismo, per esempio. Agli occhi di Hitler, Mussolini era un genio insuperabile, e tuttavia cercò di superarlo. In un certo senso poté sembrare ci riuscisse pure. Ma cosa diventò, il fascismo, in Germania? Perse la calda esuberanza dello zotico teppista di Strapaese per acquistare lalgida brutalità dello sventrapapere seriale della Bassa Baviera: stessa differenza tra un Guarneri del Gesù e un Yamaha YVN50, via. Diciamolo con orgoglio: il quid italiano è inimitabile.
Perciò andiamoci piano col mettere sullo stesso piano Renzi e Macron: giovane età, ascesa fulminante, indubbio culo, cinico opportunismo, rottura dei paradigmi della vecchia politica – tutto quello che volete – ma il primo è bestia fatta, il secondo non ancora, e chissà se lo sarà mai. Troppo francese.

15 commenti:

  1. Io continuo a pensare che scomodare Mussolini e Hitler per Renzi è come affiancare Céline a Cruciani, elamadonna direi. Io continuo a vedere più fascismo nei tanti movimentismi anti-sistema, però la parte sul serial killer bavarese è azzeccatissima.

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  2. Troppo francese.

    ciao, ti riferisci alla grandeur di Renzi?


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  3. "del zotico"?

    Dalla Treccani:

    • Il singolare lo e il plurale gli si usano:

    – davanti a parole che cominciano con i o j + vocale (pronunciate, cioè, come ➔semiconsonanti), con gn (gnomo), con s + consonante, con sc (sci), con x, y, z e con i gruppi pn e ps

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    1. Dio mio, come può essere successo? Grazie per la segnalazione.

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    2. capita qualsiasi incidente quando si scrive, a chiunque, specie se si va di fretta. e se poi ci mette lo zampino il correttore automatico si ottengono anche cose esilaranti. non serve scomodare la Treccani e la lezioncina quando c'è una fedina letteraria come quella di Malvino. si segnala con un cenno ("del zotico"?) o si sorvola

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    3. Non volevo fare il maestrino: conoscendo appunto la qualità di scrittura di Malvino, mi chiedevo se fosse un vezzo suo e su quali basi si fondasse.
      Da filologo a tempo perso, penso che abbia scritto prima "del teppista" e abbia poi aggiunto "zotico", dimenticandosi di riaccordare l'articolo.

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  4. Ehm, chiedo venia per il dettaglio insignificante, ma sarebbe Guarneri del Gesù, senza la "i"...
    E per peggiorare la mia situazione, eccomi anche a contestare la sostanza del dettaglio insignificante oltre che la forma:
    http://www.corriere.it/cronache/17_maggio_10/violino-moderno-batte-stradivari-103bb28e-34f1-11e7-9331-5ba2d5bdd393.shtml

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    1. Sul Guarneri, passi: colpa mia il non controllare cosa mi combina il correttore automatico dell'editor. Sul resto, non si limiti a leggere i titoli degli articoli della stampa: scorra fino alla fine quello che mi ha segnalato e legga quel che c'è scritto.

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    2. Bah, passiamo sopra l'offesa molto gratuita sul leggere solo i titoli.
      Nessuno pensa di aver messo la parola fine a questa annosa discussione, nemmeno gli autori dello studio come si può capire meglio leggendo qui http://www.nature.com/news/science-can-tell-us-only-so-much-about-stradivarius-violins-1.21954
      Ho citato la notizia così come diffusa da uno dei giornali mainstream italiani, ovviamente inquinata dalle convinzioni del giornalista e - soprattutto - dalla sua capacità di comprendere l'oggetto del suo articolo; e tra le altre cose, per inciso, si è curiosamente dimenticato di spiegare come la platea di ascolto fosse composta da violinisti, liutai, musicisti e critici musicali. Chissà, magari non lo hanno detto nemmeno ad Accardo.
      Di sicuro la conclusione del pezzo del CdS è una divagazione perfettamente inutile del giornalista che evidentemente ritiene la "fredda scienza" e le prove in doppio cieco dei tecnicismi inutili e sente l'urgente necessità di chiosare ribadendo (molto a modo suo) la superiorità del prodotto artigianele, del "mito". Poco giornalistico ma tant'è, viviamo in un paese in cui Croce ha fatto più danni del colera.
      Per ora l'unico fatto incontestabile è che tutte le prove di ascolto alla cieca hanno dato quel risultato. Il resto sono ipotesi più o meno verificabili, lecite opinioni e mere proiezioni.

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    3. Scusi, sa, ma se lei dice "eccomi anche a contestare la sostanza, ecc.", e per farlo mi rimanda, senza null'altro aggiungere, ad un articolo, devo ritenere faccia propri gli argomenti contenuti in quell'articolo per contestare la mia osservazione. Bene, ora c'è che la mia osservazione è in realtà contestata solo dal titolo di quell'articolo, mentre il testo enumera non pochi elementi di riserva rispetto a quanto il titolo dà per assodato (peraltro non sulla base di uno studio delle armoniche, ma su una base empirica come quella dell'ascolto). Dove sarebbe l'offesa, allora, nel ritenere che lei abbia letto solo il titolo dell'articolo? Alla presa d'atto delle riserve sull'affermazione che "il violino moderno batte lo Stradivari" e al suo contestare quanto ho scritto sulla base del solo titolo dell'articolo, che invece non dà ragione di quelle riserve, cosa sono autorizzato a credere?

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    4. Mi si perdoni l'intromissione, ma c'è qualcuno che ha mai ascoltato il suono di un violino moderno? Voglio dire, non annegato nell'orchestra, ma in parte solistica? Posso dire, per quanto mi riguarda, che essendo un regolare, e pure accanito, ascoltatore di musica classica, sia nelle sale da concerto che riprodotta, mai una volta ho ascoltato un solista che non suonasse un violino d'epoca. Ma che solista: neppure i componenti dei complessi da camera, e neppure i primi violini di ogni orchestra che si rispetti.
      Quindi, certo per mia ignoranza, io non so come suoni un violino moderno maneggiato da un solista di una qualche rilevanza. Per quanto ne so, potrebbero essere pure migliori i moderni.

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    5. (cioè: lei dalla platea stima l'età di un violino? o è uno che al termine del concerto va dai musicisti e chiede loro il libretto?

      ...no perché io una volta sono andato da un solista e gli ho chiesto "come mai lei suona il clarinetto muller?" e quello mi ha risposto - riassumo - sono cazzi miei)

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    6. So che lei non è cattivo, per cui le rispondo con tratto cordiale.
      Nei concerti è usualmente disponibile un programma, nel quale vengono presentati sia le opere eseguite sia gli esecutori. Qualora un solista suoni uno strumento ad arco, solitamente si forniscono I dati su questo.
      Chi non avesse accesso al programma di sala è in grado, se possiede uno smartphone, di documentarsi facilmente su internet. Come vede, non è necessario disturbare il solista.
      Se poi lei fosse, per motivi che mi sfuggono, interessato al mio caso personale, la informerei che io non fruisco mai del programma di sala, perché, essendo presuntuoso, penso di non trovarci niente che già non sappia, e, essendo irascibile, temo di trovarci qualcosa che mi rovini il piacere dell'ascolto.

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    7. ...io manco da molto ai concerti; non da quando Stradivari teneva bottega, ma quasi. e confesso che la scheda tecnica del violino non l'ho vista mai (ma c'è tuttotutto? l'ultimo cambio di bischeri, le misure della mentoniera, la tensione dell'archetto, gli antenati del cavallo che ha fornito il crine (varenne? soldatino?), il consenso informato del cavallo medesimo, la marca delle corde...?).

      gliela do vinta, sapévalo.

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  5. "un Yamaha"?
    Con stima. Daniela

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