Da
stupeo, che sarebbe rimango attonito, abbiamo lo
stupor, la sorpresa dinanzi al mai visto prima, allo
straordinario, all’inatteso –
sorpresa che spesso assume significato di scoperta, non di rado
accompagnata a incanto – ma pure la stupiditas,
l’ottusità che causa
smarrimento – quasi sempre accompagnato da incidente, ancorché di
entrambi spesso non si abbia segno di cosciente percezione – anche dinanzi a
ciò che è comunemente risaputo, del tutto ordinario, facilmente
prevedibile. Dedurremmo che la differenza tra stupor e
stupiditas stia tutta negli
strumenti della conoscenza di cui si è in possesso? Se sì, saremmo
autorizzati a correggere chi si dice stupito
del fatto che certezze considerate fino a ieri indiscutibili siano
oggi così spesso e così pesantemente messe in discussione. A
dispetto della reputazione di cui eventualmente godi – saremmo
autorizzati a dirgli – è stupidità,
non è stupore:
è evidente che gli strumenti della conoscenza in tuo possesso
fossero in realtà assai carenti o comunque assai male utilizzati. In
tal caso, puoi darci assicurazione del fatto che il non utilizzarli a
dovere non sia stato intenzionale? Liberaci da questo scrupolo: siamo
sempre stati troppo buoni ieri a dar per certo che che tu fossi in
possesso dei notevoli strumenti della conoscenza che l’opinione
pubblica ti attribuiva o siamo troppo cattivi oggi a pensare che tu
preferisca sembrarci stupido per stornare il sospetto che il non
utilizzarli a dovere sia stato intenzionale?
Ieri, per esempio, davi per ormai
fenomenologicamente connaturati, geneticamente acquisiti,
storicamente irreversibili, sistemi come il libero mercato o la
liberaldemocrazia, sicché sostenevi che metterci mano per
proteggerli dalla concentrazione monopolistica o dall’ingerenza
confessionale significava voler far violenza alla Natura, alla
Genetica, alla Storia (e il fatto che usassi maiuscole nell’ambito
delle cosiddette scienze sociali poteva, volendo, già puzzare un
poco): nel farti paladino del laissez
faire e dell’esportazione
della democrazia, eri ispirato dall’Alto o eri a libro-paga di chi
oggi mostra a te – finalmente, se eri solo sprovveduto – e a noi
– purtroppo, se abbiamo voluto crederti – che le poste in gioco
fossero ben altre?
Fai mostra di stupore, misto ad apprensione, per
il fatto che oggi l’individuo sia sorpreso in affannosa ricerca di
un’identità comunitaria e, ancor più, di cento piccole e tutto
sommato inutili protezioni, in cambio delle quali è disposto a
rinunciare a quasi tutti i diritti precedentemente acquisiti, ma dei
quali non ha mai potuto far concreto utilizzo per darsi protezione da
sé, pronto a rendersi cellula obbediente di uno Stato organico,
fedele ricetrasmittente di un’etica di Stato, insomma un fascista
2.0 di cui dici di non saperti dar ragione, se non in uno sdegnato
inorridire, ma non si tratta dello stesso individuo che ti tornava
comodo da conformista della società alla Fine della Storia, e che ti
dava prova di incrollabile fede democratica nel fatto che non andasse
a votare? Non è lo stesso individuo che ti sembrava essere l’Ultimo
Uomo proprio perché apparentemente convinto delle fake news
ufficiali che ti erano commissionate dalle paternalistiche élites a
guardia della ragion di Stato?
Tenevi tanto alla fama d’homme
du monde, e di un mondo che
aveva finalmente fatto i conti con le sue contraddizioni, e ora che
riemergono aggravate dal non aver dato ad esse soluzione dall’esito
del conflitto che pretendevano si consumasse – il conflitto ti
avrebbe guastato la digestione – ora, dico, ti stupisci che
minaccino di metterti a soqquadro il sistemino filosofico che ti eri
costruito? Tutta quella bella pedagogia che doveva far di una plebe
un popolo, dandole a esempio da imitare il tizio che era riuscito a
spacciarsi per datore di lavoro, in realtà prendendolo, che fine
fatto dinanzi al mostro che oggi ti si para di fronte, rozzo,
ignorante, aggressivo? Soprattutto: ti eri guadagnato una livrea da lacchè più
bella della divisa di un ammiraglio, ti stupisci che oggi vogliano
impiccarti ad un pennone? Ti confesso: rimango
attonito.
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