martedì 26 marzo 2019

Cecchinare stanca (Scrivi, Malvino ti risponde)


Caro Malvino, […] mi aspettavo che sparassi a zero sul World Congress of Families che sta per tenersi a Verona […]
Roberto Russo



Sparare? Vada per il figurato, caro Russo. E dunque.
Per quindici anni da quest’abbaino ho cecchinato in difesa del principio che «su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano»: chierico o laico che lo mettesse in discussione – bang! – sparavo.
Scelta obbligata, quella del cecchinaggio, mai stato in grado di piegarmi alle logiche dell’esercito regolare – una paga, una divisa, un generale che ti dice a chi sparare, e a chi no, e quando sì, e quando no, che poi semmai sorprendi pure a cena col nemico, e neanche puoi sputargli in faccia, perché andarci a cena è parte di un disegno tattico che non ti è dato di poter capire, zitto, rientra nei ranghi e fa’ finta di non aver visto – e chi poteva sopportarlo? Non io.
Mi è mancato il calore umano che in trincea allevia i rigori della guerra? Onestamente, no. Sempre stato molto diffidente su quel tipo di calore, e poi la solitudine non mi ha mai fatto paura, anzi, son sempre stato io a cercarla.
Sì, non c’è bisogno che me lo ricordi, per qualche anno ho militato sotto le insegne di una colonna partigiana, ma dovresti sapere che è durata poco, giusto il tempo per capire che era una banda di sfessati agli ordini di un guardatemi-guardatemi che, al confronto, D’Annunzio era un austero von Clausewitz.
Cecchino, dunque, e in anni in cui non c’era giorno che si potesse stare a guardar nuvole o ad annaffiar gerani: Ratzinger, la Cei di Ruini, gli atei devoti, il referendum sulla legge 40, il dibattito sulla Ru486, quello sulle unioni civili... Occhio incollato al mirino, dito attaccato al grilletto – bang! bang! bang! – più di 11.000 post, quasi 15 milioni di battute spazi esclusi, e in testa sempre lo stesso chiodo fisso: «su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano», chi lo metteva in discussione era un pezzo di merda, andava eliminato. Ma ovviamente – si diceva – siamo nel figurato.
Labile il confine tra perseveranza e ossessione, caro Russo, ancor più labile quello tra senso del dovere e compulsione, sicché io stesso mi son chiesto spesso in questi quindici anni: ma ’sto Malvino è rigoroso o coatto? Non riuscendo a dare una risposta, mi son risolto a credere che la domanda andasse posta in altri termini: ma su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, ’st’individuo vuol essere sovrano? Qui la risposta era facile: a volte sì e a volte no. Sicché pretendere che lo sia sempre è fargli violenza, buttargli addosso una responsabilità che non sa reggere.
E dunque spara, Malvino, ma non sentirti eroe: non sei un sangiorgio, e poi manco sei donna, manco sei gay, nessuno ti discrimina per quel che sei, tutta stabnegazione per una questione di principio non ti puzza di liberalità da gentiluomo di campagna?
Guarda: il referendum sulla fecondazione assistita va deserto, ma dagli abbaini che hai d’intorno non s’ode uno sparo, campioni olimpionici di tiro libero fanno playlist e recensiscono l’ultimo iPhone, l’ultimo serial, l’ultimo film. Ergo, rifatti la domanda: è rigoroso o coatto, ’sto Malvino? Ecco, vedi, ora ti è chiaro: è coatto.
Quella sua fottuta acribia sulle encicliche (via, a chi possono mai interessare le encicliche?), sulle battaglie culturali de Il Foglio (ormai lo legge solo lui, è una fissa), sulle grandi e piccole schifezze de LOsservatore Romano e di Avvenire (ma vuoi vedere che qualche salesiano lha molestato da bambino?): coatto, coatto, i sintomi cerano tutti, ho fatto mia la diagnosi.
E ora? Ora, per piacere, se questo World Congress of Families vi sembra un Medioevo, sparate voi. Sentirete risuonarci dentro encicliche, editoriali di Ferrara, fondi di Vian e di DAgostino, e in sottofondo – ma solo ad averci orecchio – sentirete la spenta eco dei miei bang!, e solo quella: tanto ho cecchinato, e guadagnandoci solo una diagnosi di sindrome ossessivo-compulsiva, che ora lascio, sparate voi, vediamo quanto siete bravi, io mi limiterò a guardare. Se fate cilecca, da quest’abbaino sentirete una risata. 

6 commenti:

  1. Uno ha diritto di cecchinare chi vuole. Ma mi pare utile chiarire se si spara al contenuto o al metodo. Il suo bersaglio era il contenuto, e quindi -non si offenda, per favore- quando i gesuiti hanno preso il potere, e hanno deciso che bisognava dare una riverniciata, è chiaro che il contenuto si è fatto più mimetico. Buttiamola sul balistico: un bravo cecchino becca una persona a distanza di un chilometro, ma un camaleonte fra le fronde? Forse neanche da 20 metri.
    Diverso sarebbe (è) se uno spara sul metodo. La parola “ingerenza” esiste da molto tempo, ma la maggior parte degli analisti l’ha usata solo quando i contenuti erano difformi dalle loro simpatie politiche. La mia personale idea, invece, è che un’ingerenza è un’ingerenza. No trespassing, dicono gli americani, e intendono: ti sparo se entri nella mia proprietà, ed è mio diritto spararti. E' parlar figurato, beninteso: non è salviniano, ma aderisce semplicemente alla sua metafora.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono certo di aver capito dove sarebbero gli estremi della possibilità di offendermi, ma appena avrò un po' di tempo studierò con attenzione questo commento e le prometto che, nel caso, mi risentirò a dovere. D'intanto, mi pare di poter essere d'accordo sul fatto che il contenuto sia diventato più mimetico. Ma neanche troppo, direi. Poi, sì, un'ingerenza è un'ingerenza, ma almeno qui mi pare si sia sempre data conseguenza alla tautologia. D'accordo pure sul "no trespassing", anzi, dove dichiaro una stanchezza che sta tra senso di impotenza, spossatezza, risentimento e noia, ci metto la ragione sociale del potermene strafottere ("non sei un sangiorgio, e poi manco sei donna, manco sei gay, nessuno ti discrimina per quel che sei..."). Tuttavia temo che il figurato abbia sfigurato il mio pensiero e allora qui ricorrerò a un parallelo. Immagini un borghese che tradisca l'interesse di classe profondendosi nel sensibilizzare un proletario sul crudele tritacarne del capitale; e il proletario sbuffa perché la teoria del plusvalore gli pare astrusa; di più, l'insistenza del borghese gli pare sospetta, e non ne fa mistero, anzi, di quel sospetto arriva a farne ragione d'insofferenza, perfino d'insolenza; ecco che allora il borghese, stanco, si lascia andare ad un liberatorio "mafammoccammàmmete!".

      Elimina
    2. Per carità, non perda tempo a rileggere e tanto meno a risentirsi. Stavo solo speculando sulla coincidenza temporale fra la presa di potere dei gesuiti nel Vaticano e l’affievolirsi del suo cecchinaggio. E mettevo le mani avanti, perché non sembrasse che la additi a vittima dalle astuzie dei gesuiti. Cosa che non fa piacere neanche a un chierico, figuriamoci a un laico.
      Il resto mi pare più interessante. Nel senso che, se guardo alla sinistra italiana, mi pare che abbia raccolto con grande entusiasmo il fucile che lei, stanco, ha lasciato cadere. Anzi, a essere sinceri, mi pare che il PD si sia trasformato, o desideri trasformarsi, in un partito radicale di massa, nel quale gli unici obiettivi visibili sono “i diritti”. Se aggiungiamo i due miserabili tronconi del partito che fu radicale, le formazioni della sinistra estrema, nonché una quota non insignificante dei 5stelle, noi vediamo che sono veramente in tanti a sparacchiare dagli abbaini. Lei può obiettare che il più pimpante di loro è nella tenda a ossigeno, ma è difficile sostenere che siano in numero minore che nel 2005.

      Elimina
    3. Beh, sì, l'inferenza è corretta, perché decostruire un Ratzinger è esercizio interessante, ma con un Bergoglio che c'è da fare? Tutt'al più, ogni volta, star lì a interrogarsi dove finisce l'imbroglione e dove inizia il cretino. E qui non abbia un sussulto, perché io temo che lei sovrastimi i gesuiti: oggi sono assai al di sotto della qualità che sfoggiarono fino al Vaticano II (provi a leggere uno Spadaro e vedrà che sciatto argomentare). Concordo pure con la seconda ipotesi: è possibile che il fucile mi sia caduto di mano quando ho cominciato a sentir sparare i figuri di cui fa l'elenco, probabilmente per il timore di confondere le mie ragioni con le loro. Anche qui, come sopra per i gesuiti, il livello è infimo: argomenti da bassa propaganda. Infine, sul numero di quanti, a vario titolo e con variabile fortuna di performance, sparano oggi: né meno, né più di quanto sparavano nel 2005: "i diritti", in Italia, sono sempre e solo i propri. Non le dico, per esempio, quante coppie sterili mi sono visto davanti dal 2005 ad oggi maledire la legge 40 per poi confessarmi che si erano astenute al referendum.

      Elimina
  2. "Tutt'al più, ogni volta, star lì a interrogarsi dove finisce l'imbroglione e dove inizia il cretino. "

    Credo sia uno dei Suoi passaggi migliori di sempre.
    Mi capita di pensare lo stesso quando sento parlare Jovanotti, ma in quel caso il cretino comincia prestissimo.
    Grazie, passare di qua è sempre utile.
    Stia bene.
    Ghino La Ganga

    RispondiElimina
  3. Il signor Russo mi irrita per almeno un paio di motivi. Primo: Castaldi non è un jukebox. Secondo: sparare a zero sul nemico prima ancora che il nemico raduni le truppe equivale a un "preemptive strike", ovverosia una roba alquanto discutibile.

    RispondiElimina