Da
inguaribile bibliomane sono divorato dalla curiosità riguardo ai
libri che portava in braccio il ragazzino diventato simbolo
dell’odiosa
ingiustizia
consumatasi con lo sgombero di Primavalle. Mi aspettavo almeno
qualche ipotesi dai finissimi analisti che dalle scaffalerie alle
spalle di Berlusconi e di Salvini sono stati in grado di desumerne
livello culturale, gusto estetico e profilo psicologico, ma pare che
stavolta la questione non si ponga, quei libri sono libri e basta,
non meritano alcuna indagine, stanno in braccio al ragazzino a far
l’effetto
che fanno, quello della sacralità del sapere offesa dalla brutalità del potere, ovviamente di quello al di là dei Pirenei, perché quello al di qua è tutt’uno col sapere. Tanto meno è stata sollevata la questione se l’immagine
potesse essere stata costruita per sortire l’effetto
che ha sortito, e sì che oggi è di moda fare il fact checking pure al bacio che ti dà mamma. È evidente che ogni domanda, ogni dubbio, sarebbe iconoclastia. Non sembrano libri di testo scolastici. Tranne quello rilegato in pelle, che reca appiccicato alla costa un cartiglio come s’usa per i volumi di una biblioteca pubblica, sono tutti in condizione penosa. Sembra materiale recuperato da una discarica, ma tant’e, sono libri, e un angelo li trae in salvo, stop.
Conte (apre il libro; poi lo chiude tosto)
RispondiEliminaDite un po’, questo libro cos’è?
Figaro
Tosto… tosto… n’ho tanti, aspettate.
(cava di tasca alcune carte e finge di guardarle)
Antonio
Sarà forse il sommario de’ debiti.
Figaro
No, la lista degli osti.