Basta
parlare di coronavirus. In fondo questo è un blog, e cioè un
diario. Un diario pubblico, vabbè, ma un diario. Parliamo d’altro,
dunque.
Vi ho detto, per esempio, quello che m’è
capitato a Capodanno? Ha dell’incredibile,
e infatti temo che farete fatica a credermi. Comunque.
Avete presente
il tizio che nelle vignette umoristiche de La Settimana Enigmistica
sta steso in un letto d’ospedale
in una ingessatura integrale tipo mummia? Sì, quello con la moglie
seduta accanto che gli dice: «Mai una carezza, Ernesto!». Insomma,
ci siamo capiti.
Bene, sto lì col cellulare in mano per riprendere in video Michele e Brunella che vengono giù in slittino, quando
nell’inquadratura
appare lui, la mummia, sugli sci. Robe da non credere, ve l’avevo
detto, quindi adesso non state a tirar su quel sopracciglio.
Un po’
mi conoscete, non sono riuscito a trattenermi: ho aspettato che
arrivasse giù e l’ho
avvicinato.
«Bella
giornata, eh?», ho fatto. Per rompere il ghiaccio.
«Ah,
sì, sciare con questo sole è una delizia. Lei che fa, non scia?».
«No
– mi son schermito – sono d’un
pigro... Sto qui solo perché mio figlio va matto per la neve... E
poi l’idea
di rompermi l’osso
del collo... No, no, non fa per me!».
«Ero
come lei, sa?», mi fa.
«E
poi?».
«E
poi ecco qua, ho trovato la soluzione per coniugare divertimento e
sicurezza».
«Ma
ho capito bene? – ho buttato lì, facendo un po’
lo gnorri – È proprio gesso?».
«Ho
un amico ortopedico».
«Insomma...».
«Raziocinio,
signor mio, raziocinio. Mi segua. Lei non scia, perciò è probabile
ne sia all’oscuro, ma sa che anche al più esperto sciatore
capitano almeno due o tre cadute a stagione? Le risparmio la lista
dei traumi possibili. E allora eccomi qui: danni praticamente ridotti
a zero...».
«Ma
dev’essere scomodo...», provo a dire.
«Se
pensa a tutti i guai che evita, tutt’altro. Pensi che io son qui da
venerdì scorso e in questi cinque giorni mi son risparmiato una
frattura sottotrocanterica del femore sinistro, un’infrazione
bimalleolare destra, una lesione del crociato anteriore del ginocchio
destro e un vasto ematoma nella regione presacrale. Conto di rimanere
qui fino a giovedì, così potrò evitare anche una lesione parziale
del tendine d’Achille, i calcoli non mi danno con certezza se
destro o sinistro, e una sublussazione della spalla sinistra...».
«Ho
capito bene? Ha detto “calcoli”? Come può calcolare con tanta
precisione quello che potrebbe accaderle senza ...?», e qui mi son
fermato in tempo, perché mi conosco: quando non riesco a trovare la
parola giusta, trovo sempre quella più sbagliata di tutte.
Non
vedevo uno sguardo di compassione come quello che ho intuito oltre il
gesso dalla volta che all’asilo
suor Crocifissa s’accorse
che mi ero cagato addosso.
«Evidentemente
lei è un fatalista», mi fa. Ma si capiva che voleva dire «irresponsabile», se non peggio.
«No,
per carità, anzi...», dico per mettere riparo a quella che
prefiguro come figuraccia.
«Non
deve mica vergognarsi, sa? Siete in tanti. E non è colpa vostra,
ovvio, è che questo paese ha un grave deficit di cultura
scientifica. Zero in matematica, tutti: o ignoranti o liceo classico.
Lei ha fatto il classico, vero?».
Abbozzo
un annuire, ma mi sento rigido. Per fortuna, lui coglie il mio
imbarazzo e mi viene in soccorso con una benevolenza che mi commuove.
«È
davvero interessato a capire?».
Meraviglia delle meraviglie, cosa non riesce a penetrare la mente che sa usare i numeri? In meno di dieci minuti la mummia mi srotola dinanzi statistiche d’ogni genere, dal 1961 al 2017 (un po’ contrito mi faceva presente che quelle del 2018 non erano ancora state diffuse). Cortina, Livigno, Cervinia e, appunto, Roccaraso. E poi due o tre dozzine di voci bibliografiche da autorevolissime riviste di ortopedia e traumatologia (qua e là interpuntava con un «di questo studio or non mi sovviene se è del 2005 o del 2006»). E grafici, poi, una catasta di grafici, che ovviamente non poteva disegnarmi (niente carta e penna a portata di mano, ma soprattutto mani ingessate): li tracciava in aria muovendo le pupille. Vivissime, sia detto en passant.
Meraviglia delle meraviglie, cosa non riesce a penetrare la mente che sa usare i numeri? In meno di dieci minuti la mummia mi srotola dinanzi statistiche d’ogni genere, dal 1961 al 2017 (un po’ contrito mi faceva presente che quelle del 2018 non erano ancora state diffuse). Cortina, Livigno, Cervinia e, appunto, Roccaraso. E poi due o tre dozzine di voci bibliografiche da autorevolissime riviste di ortopedia e traumatologia (qua e là interpuntava con un «di questo studio or non mi sovviene se è del 2005 o del 2006»). E grafici, poi, una catasta di grafici, che ovviamente non poteva disegnarmi (niente carta e penna a portata di mano, ma soprattutto mani ingessate): li tracciava in aria muovendo le pupille. Vivissime, sia detto en passant.
«...
ora prenda i dati diffusi negli ultimi sei anni dai due presidi
ospedalieri nella zona, trovi la funzione polinomiale che li lega, ne
faccia il grafico su una scala logaritmica, analizzi la derivata
prima e seconda, e tutto le sarà chiaro!».
Non ho potuto far altro che arrendermi: «Ne prendo atto».
Non ho potuto far altro che arrendermi: «Ne prendo atto».
Mi sta molto simpatico questo personaggio. Provo a ipotizzare: forse il "vestito" bianco era imbottito di carta velina e lui voleva solo illustrare un paradosso, o esserci di monito. Oppure era veramente gesso e ha tralasciato di precisare che ha fatto propria l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica. Quindi ad essersi risparmiato quegli incidenti articolari non è stato letteralmente lui, ma qualcuna delle infinite identità a lui omologhe che popolano l'universo.
RispondiEliminaQuesto suo "trovi la funzione polinomiale che li lega, ne faccia il grafico su una scala logaritmica, analizzi la derivata prima e seconda" somiglia a questo tweet di F. Costa, del Post, "Non è vero che i dati delle 18 non hanno senso! Se prendi solo due dei dieci dati diffusi dalla P.C., trovi una funzione polinomiale che li lega e ne fai il grafico su una scala logaritmica, analizzi la derivata prima e seconda, le tendenze si vedono. Se non capisci taci!”
RispondiEliminaDate le virgolette, pure lui sembra citare qualcuno, ma non capisco. Citate forse la stessa fonte? O in qualche modo vi è venuta la stessa idea? Dopotutto ci sono piramidi sia in Egitto che in Yucatan.