A
negare che esista un diritto di far figli, e dunque a storcere il muso per la
sentenza della Corte Costituzionale che lo afferma e lo dichiara incoercibile, è
chi sostiene che sia un dovere. Il paradosso segnala un’incongruenza logica che
è a fondamento della morale cattolica: se infatti il far figli è un dovere imposto
da un Dio che è provvidenza, farli aggirando le regole prefissate nell’ordine
creaturale è altrettanto colpevole che evitare di farne contravvenendo ad esse.
D’altronde, il diritto di far figli è sentito tale da chi ritiene che sia
lecito decidere di farne o no, aggirando le eventuali difficoltà che si
frappongono all’averne, se aggirabili. Non così per chi ritiene che farne sia
un dovere dal quale ci si può sentire sollevati solo nell’impossibilità di
averne secondo la regola che vuole inscindibili il momento unitivo e quello
procreativo oppure per onorare la scelta della castità.
Ecco, dunque, che il
paradosso si scioglie: devi far figli, e devi volerli fare, perché così Dio
vuole, ma se non puoi averne nell’unico modo che ti concede per averne, pur
potendo averne in altro modo, devi rinunciarci, perché così Dio vuole nel tuo
caso, e non ti è dato chiederti il perché. Si adattasse tale logica a qualsiasi
altro apparato umano come si pretende sia cogente per quello riproduttivo,
sarebbe immorale l’uso degli occhiali da vista, qualsiasi terapia endocrina, l’impianto
di protesi cardiache, ortopediche e dentarie, ecc. È evidente che il divieto di
ricorrere a tecniche di fecondazione assistita per superare gli ostacoli che si
frappongono alla possibilità di avere figli debba rispondere a un’altra
esigenza e che il dettato morale sia solo strumento per darle una risposta.
Così, d’altronde, è per gran parte degli imperativi etici che i cattolici non
si accontentano di contemplare, peraltro riuscendoci in modo assai imperfetto,
ma cercano di tradurre in leggi che debbano valere per tutti. L’esigenza di
fondo è il tentativo di perpetuare un ordine sociale nel quale Dio sia
necessario, tanto più necessario in un ambito strategico come quello riproduttivo:
se far figli è un dovere, Dio diventa il motore demografico di una società. In
modo opposto, ma con la stessa placida risolutezza, contraccezione e fecondazione
assistita spodestano Dio.
Il diritto di far figli o di non farne ha questo di
terribile ora che nell’aldilà neppure più cattolici credono più tanto: sovverte
il fondamento che dichiara insovvertibile l’ordine creaturale, quello per il
quale poter far figli è un dono di Dio che non si può rifiutare, e il non
poterne fare è un suo veto che non è tollerabile sia messo in discussione.
Perdoni: ma lei si meraviglia ancora?
RispondiEliminaTroppe incongruenze mi capitò di rilevare: ormai i cattolici ragionano per lo spazio di un minuto, e l'animatore turistico argentino asseconda emettendo spot, dacchè lo sa fin troppo bene.
Ricordo in particolare un caso.
Un mio conoscente cattolico, davanti ai troppi casi di pedofilia che coinvolgevano sacerdoti, affermò deciso che tale sequela non minava comunque la sua fede cattolica.
Un attimo dopo, alla domanda: " ma se un sacerdote abusasse di tuo figlio?" egli fu scosso da un brivido, rimase silenzioso qualche istante, indi proruppe in un fermo: ' non voglio nemmeno parlarne, sarebbe un fatto che mi farebbe perdere la fede."
Stia bene, sempre utile passar di qua.
Ghino La Ganga
S'è dimenticato il paraculismo. Quando tocchi l'argomento 'perchè metti gli occhiali se Dio t'ha fatto miope, è contro natura' qualsiasi cattolico convinto risponderà 'ma qui non stiamo parlando di piccolezze, stiamo parlando di generazione della VITA (rigorosamente maiuscola)', per cui l'occhiale è ok e il preservativo no.
RispondiEliminaIeri sera parlando con un amico, purtroppo per lui credente, l'ho buttata lì 'come mai se Dio è infinitamente buono e Dio ha creato tutto, il mondo è una merda?' Dopo aver cercato una scappatoia con un classico 'la sofferenza è prodotta dall'uomo', di fronte all'evidenza che a volte il dolore è prodotto dal mondo stesso, senza il minimo intervento umano, è uscito con 'ma chi te lo dice che il cancro è una sofferenza?'. Lì ho abbandonato la conversazione. Sono come i camaleonti, la loro cazzo di Provvidenza è un deus ex machina che risolve tutto.
Se ti è capitato di parlare con un pirla è la Provvidenza che ti ha messo in contatto con lui : cuique suum.
Elimina...c'è poco da essere pirla: pochi anni fa fu lo stesso ComandanteInCapo a rispondere corampopulo in mondovisione "io non lo so perché la tua sorellina der cazzo è morta di cancro, cara giapponesina parimenti der cazzo"
Eliminacuique suum, giusto.
(so che non passerò mai la censura, ma quanno ce vo'...)
Suppongo che per il Bel Paese (v.Istat) ci si riferisca al meridiano sotto Roma che tiene ancora botta, al di sopra da adesso in poi sarà meglio contemplare la normativa coranica.
RispondiEliminaForse l'anonimo per meridiano intendeva parallelo?
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