Il
primo pensiero del 2015 non può che andare a quanti stanotte hanno perso una
mano o un occhio per sparare i botti di fine anno. Si tratta per lo più di
poveracci – visto mai il presidente di una banca o l’amministratore delegato di
una multinazionale sparare botti? – e poveracci che per nessuna ragione al
mondo rinuncerebbero a spendere in polvere nera e miccia corta il poco che loro
resta della speranza solitamente spesa in Gratta&vinci. Poveracci due
volte, dunque, ma forse anche due, tre, quattro volte. E a chi rivolgere il
proprio pensiero, quando la retorica del momento preme, se non agli ultimi?
Veniamo
ai penultimi, ché la retorica del momento ancora preme, e cioè ai medici che
ieri sera hanno attaccato il loro turno al pronto soccorso e hanno passato la
notte a rappezzare monconi e a medicare ustioni. Costretti a farlo, prima che
per contratto, per quella nobile ragione che ormai suona come un peto di
Esculapio. A quest’ora staranno tornando a casa, Dio non voglia abbiano un
colpo di sonno al volante, sennò al pronto soccorso non troveranno neanche una
barella.
Terzo
pensiero a quelli che una volta si chiamavano spazzini ed oggi sono operatori ecologici,
che all’ingrato lavoraccio di rimuovere dalle strade tonnellate di cocci di bottiglia
dovranno anche quest’anno aggiungere il deprimente dato Istat che dai balconi
non si butta altro, finiti i tempi in cui si aspettava San Silvestro per liberarsi
di un De Chirico che non s’abbinasse bene al divano.
Quarto
pensiero, in attesa che la retorica del momento scemi, ai migranti sul barcone
di Capodanno che al primo botto sparato a Lampedusa avranno pensato al peggio, il
quinto al povero cardinal Bertone che ora tutti scansano come la peste e avrà
passato la serata solo soletto, giocherellando con il tappo, aspettando invano un
sms da Gianni Letta, e il sesto vada a chi sogna di andare al Quirinale e non
ci andrà.
Un
settimo pensiero vada – no, basta, finita la retorica del momento – il settimo pensiero vada a chi anche quest’anno non è morto e, che cazzo, avrebbe anche
potuto farci il piacere. Speriamo bene per l’anno nuovo.
Poveracci sì ma non economicamente. Conosco una signora, titolare di affermata ditta di arredamento, che ieri ha speso 600 euro in artiglieria. Dice di odiare i botti quando li sparano gli altri, ma i suoi la divertono molto..
RispondiEliminaFermandosi ai poveracci, il peggio che gli capita è di essere lasciati soli. In che senso? Nel senso che sono lasciati senza regole, e, pensando di approfittarne, se lo prendono in quel posto.
RispondiEliminaPrendiamo il Comune di Milano. Ha vietato i botti, minacciando multe. Anche i bambini sanno che il rischio di multe a mezzanotte del 31 dicembre è assai remoto. Ma è bastato: niente botti a Milano. La regola era la scusa desiderata per abbandonare una pratica ormai sentita come un peso.
Incidentalmente (ma non tanto): chissà quanto piacerebbe ai "migranti" (*) trovare un paese con regole. E che delusione dev'essere non trovarle.
(*) mi si perdonino le virgolette, ma anche quella è una regola.