Due
canzoni spiccano fra le venticinque fin qui incise da Francesco
Gabbani, e non solo perché hanno riscosso successo di pubblico e
favore di critica incomparabilmente maggiori, ma soprattutto perché
testi e musiche, che mostrano tra loro marcate analogie, le differenziano
notevolmente dalle altre ventitré: parlo di Occidentali’s
Karma, che l’altrieri
ha vinto la 67ª
edizione del Festival
di Sanremo e ieri già infuriava ovunque come tormentone, mentre su
Youtube già aveva
superato gli otto milioni di click; e di Amen,
che l’anno
scorso si piazzò al primo posto nella sezione Nuove
proposte della stessa
manifestazione canora, vincendo anche il premio della critica e
quello per il miglior testo.
Due canzoni assai orecchiabili e con
testi, entrambi a firma di Fabio Ilacqua, che riprendono il modello
del patchwork di citazioni alte e basse che fu inaugurato da Franco
Battiato nell’ultimo
scorcio degli anni ’70
del secolo scorso coi suoi intriganti mix di suggestioni pescate alla
rinfusa dal classico e dal pop, dall’etno
e dalla dance, dal sacro e dal profano, dall’aulico
e dal prosaico.
Già riconoscibile in Amen,
ma espressamente manifesto in Occidentali’s
Karma, il modello si mantiene
ben lontano dagli eccessi in cui Battiato parve compiacersi di
cadere per il gusto della provocazione, da sempre una delle
peculiari cifre della sua arte: le citazioni sulle quali le note di
Gabbani ci invitano a ballare sono chiaramente riconoscibili anche da
un pubblico che abbia livello culturale medio-basso, andando in
questo modo a rivelare, da un lato, il fine posto nell’operazione artistica e, dall’altro, il genere di ascolto che mira a conseguire.
Dal successo riscosso da Gabbani con queste sue due prove direi si possa trarre un eloquente indicatore del mutamento di gusto che la società italiana ha subìto negli ultimi decenni: continua ad essere rapita dall’epopea della crisi come crinale del divenire umano, ma ora pretende che essa abbia più saldi agganci al milieu in cui può celebrarla.
Beh, il suo finale è in effetti degno del miglior Battiato.
RispondiEliminaQuanto al brano di Gabbani ( che a me non dispiace): per chi viene da un gusto e da un livello culturale bassi, come il sottoscritto, è interessante constatarne la similitudine e la mixabilità con "Run To Me" di Tracy Spencer , non a caso intonata dal Gabbani medesimo sui quarti di Occidentali's Karma al Dopofestival.
"Entrava" benissimo, come dicevano i dj un tempo.
https://www.youtube.com/watch?v=HbAH-z1Ue9s
Stia bene, sempre utile passar di qua.
Ghino La Ganga
A me, in realtà, sembrava somigliare più a "Vola" di Lorella Cuccarini.
EliminaA lei sembra bene, infatti sui quarti rimasti liberi il Gabbani, al Dopofestival, ci ha impostato pure quella.
EliminaSe con quelle variazioni egli cercava di indurre una seconda ed ancor più tragicomica lettura ( ossia che i ventenni di allora sono i cinquantenni cialtrobuddhisti scimmieschi di oggi, ed in effetti ne conosco parecchi/ie) ciò secondo me gli fa perfino onore.
Stia bene.
Ghino La Ganga
"continua ad essere rapita dall'epopea della crisi come crinale del divenire umano, ma ora pretende che essa abbia più saldi agganci al milieu in cui può celebrarla"
RispondiEliminanon sono d'accordo, mi sembra un giudizio troppo indulgente. Direi piuttosto che adesso crede di superare la crisi vestendosi da scimmia e ballando come una scimmia. Ha smesso di cercare un centro di gravità e ha trovato una "soluzione" nella regressione ad un livello di vita animale. Il tribalismo evidentemente non bastava più, bisognava scendere un po' più in basso.
Citazioni? E citazione sia: "S’il veulent de la merde, en voilà!"
RispondiEliminaDotto', siete il solito inguaribile ottimista: il riferimento a 'La scimmia nuda' di Morris l'avremo colto in quindici, voi e io compresi.
RispondiEliminaE' vero che Battiato compiva operazioni altrettanto paracule, ma era e rimane un artista; questo qui l'avranno dimenticato dopodomani (e pure lui dovrà mandarsi un alert per ricordarsi di esistere).
YAWN quante chiacchiere su Sanremo...ma chi se ne frega di quella gara fra canzoni mediocri e dimenticabili compresa quella in discussione. Chiamano ospiti famosi per fare audience altrimenti non li seguirebbe nessuno.
RispondiEliminaConfesso ,non ho sentito la canzone della "vexata quaestio" e non per snobismo intellettuale nei confronti di San Remo.
RispondiEliminaC'è di peggio, come i taglia e incolla fatti dalla Raggi .(mi sorprende il Fatto quotidiano ).
Ma penso che il "tempo " che è come un fiume dove non potrai mai immergerti per due volte nelle stesse acque , ci dirà che fine ha farà lo scimmione.
Detto ciò , " me pare",che "l'ambiente "sociologico e culturale in cui siamo immersi, sia privo di agganci solidi, per cui lasciamoci trascinare dal fiume, fino all'orizzonte degli eventi, in cui per un osservatore esterno, pare che il tempo si fermi, mentre chi lo vive ,prima di cadere, ha forse il tempo di vedere le proprie gambe staccarsi dal corpo.
caino