Quante
volte abbiamo detto che la minigonna non è capo di vestiario da
donna seria? Tante, rammentate? E non abbiamo certo lesinato in
argomenti. Non parliamo poi degli autorevoli pareri che vi abbiamo
offerto a supporto.
Ricordate l’Elogio
della verecondia
di monsignor Sempronio Sguarramazzi che pubblicammo in prima pagina?
Dal De verginibus velandis
di Tertulliano al «Mìttete
scuorno, zucculone!»
di Padre Pio, che squisita pastorale! E ricordate che diceva sulle
tentazioni che il Maligno tende all’uomo col ginocchio ignudo della
femmina iperestrinica?
E il doppio paginone nell’inserto del sabato
con l’intervista al professor Einar Stefferlond della Norwegian
University of Life Sciences? «È fuor di dubbio che la lunghezza
della gonna sia inversamente proporzionale alla resistenza che il
sistema nervoso della donna oppone al gammaidrossibutirrato che il
malintenzionato le versa di nascosto nel bicchiere».
E voi? Niente.
Nel migliore dei casi, un sorrisetto tra il compassionevole e il
beffardo, sennò l’epiteto ingiurioso col qualche pensavate di
poter chiudere la discussione: retrogradi, eravamo retrogradi. E ora? Ora vi lamentate di tutti questi stupri?
prof, ho sentito l'incipit dell'articolo di Ferrara chiosato da Massimo Bordin in questo modo: "si sa che Ferrara scrive con sprezzo del pericolo". riconosciamogli il coraggio, ma direi che come me ora, ne aveva bevuti due di troppo. la sua parafrasi è perfettamente adeguata, direi.
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