«Culle
vuote e frontiere piene, ma la crisi delle nascite non preoccupa
nessuno» (Il
Foglio,
8.12.2018). Proprio «nessuno»,
no: Brenton Tarrant si preoccupava, eccome.
«Every
day
– scriveva – we
become fewer in number, we grow older, we grow weaker. In the end we
must return to replacement fertility levels, or it will kill us. To
maintain a population the people must achieve a birthrate that
reaches replacement fertility levels».
Né gli sfuggiva la ragione del perché, «despite
this sub-replacement fertility rate, the population in the West is
increasing, and rapidly»:
«sono
stati i contingenti di immigrati a vivacizzare una demografia
altrimenti morente»
(Il
Foglio,
14.1.2019), «la
nostra “crescita attuale” è come la luce delle stelle molto
vecchie, vediamo l’effetto di fenomeni che non esistono più,
“drogati” dall’immigrazione»
(Il
Foglio,
14.6.2018), cioè, per dirlo come lo diceva Brenton Tarrant, «mass
immigration and the higher fertility rates of the immigrants
themselves are causing this increase in population».
Soluzione? «To
return to replacement fertility levels is priority number one»,
ovvio, ma occorre prendere atto che «dietro
al nostro “malessere demografico” si nasconde un malessere
culturale» (Il
Foglio,
17.2019), giacché «western
culture is trivialized, pulped and blended into a smear of
meaningless nothing, with the only tenets and beliefs seemingly held
to are the myth of the individual»:
è il «disaster
of hedonistic, nihilistic individualism»,
«un
individualismo sintomo di mancanza di speranza»
(Il
Foglio,
5.4.2018).
Dice nulla la relazione tra «empty
nurseries»
ed «empty
churches»,
da un lato, e «full
shopping centers» e
«full mosques»,
dall’altro?
È che «the
West killed the notion of God, and proceeded to replace it
with nothing»,
ma si può dirlo meglio: «La
religione di un popolo, la sua fede, crea la sua cultura, e la sua
cultura crea la sua civiltà. Quando la fede muore, muore la cultura
e muore la società. E anche quel popolo comincia a morire»
(Il
Foglio,
28.7.2016).
Che fare, allora? «Attaccare,
per non essere attaccati. Annientare, per non essere annientati»
(Il Foglio, 25.5.2017).
Via, siate indulgenti: l’unico
errore commesso da Brenton Tarrant – quello che ora gli costerà
almeno trent’anni
di galera – è stato quello di far seguire i fatti alle parole.
Il famoso "filo nero" della Storia ...
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