La
compassione che ci muove al gesto caritatevole procede figuratamente
dal cuore, ma anche dallo stomaco. È per questo che, quando il gesto
caritatevole è solo formale, stomaco e cuore ci paiono impermeabili
alla compassione, figuratamente ricoperti di pelo, il che rivela in
quel gesto, come si è soliti dire, una «carità
pelosa».
Ogni
atteggiamento caritatevole può lasciar adito a ritenere sia
peloso,
e questo è quanto in realtà accade con quella forma assai evoluta
di carità che vediamo in atto nel cosiddetto garantismo, in cui la χάρις
dà ragione delle sue accezioni quali grazia,
rispetto,
buon ufficio,
e la caritas
non sta per elemosina,
favore
o cortesia,
ma per quel fraterno amore che dovrebbe unire tutti gli uomini in
nome, se non di Dio, della comune umanità, della pari dignità umana, ecc.: qui, in
effetti, non di rado accade che la compassione agisca in modo
discontinuo, estremamente sollecita con chi ci è amico, assai poco
con chi non lo è, per niente con chi ci è nemico (dove la diade
amico/nemico è rimpiazzabile da quelle similari quali simpatico/antipatico, vicino/lontano, ecc.).
C’è
bisogno di qualche esempio di questo «garantismo
peloso»?
Sia.
Dicembre
2016, Lotti risulta indagato per favoreggiamento e rivelazione di
segreto istruttorio nell’inchiesta
sugli appalti Consip, e c’è
chi ne chiede le dimissioni (è stato Sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri col Governo Renzi, sarà Ministro per lo
Sport col Governo Gentiloni quando la mozione di sfiducia sarà
votata in Parlamento nel marzo 2017). Renzi chiede e ottiene che le
forze politiche che sostengono il Governo respingano la mozione: «Si
è colpevoli solo dopo condanna definitiva».
È
lo stesso Renzi che ha chiesto le dimissioni di Alfano sul caso
Shalabayeva,
della Di Girolamo
perché indagata per presunte irregolarità nei pagamenti di una Asl
del beneventano, di Lupi per il coinvolgimento nello scandalo Grandi
opere e della Cancellieri perché si è spesa in favore di Giulia
Ligresti, lodando le dimissioni di Josefa Idem, sulla quale giravano
voci di mancato pagamento di oneri previdenziali, ma neppure era
indagata. A ciascuno la valutazione di quanto sia lungo il pelo su
quel «si è colpevoli solo dopo
condanna definitiva».
Se
quanto fin qui detto può aver chiarito, mi auguro, qualcosa riguardo
al «garantismo peloso»,
resta senza spiegazione cosa sia il «giustizialismo
peloso» che,
meno di un mese fa, Renzi ha stigmatizzato nel corso di un suo
intervento al Senato, tutto teso a esprimere quanto fastidio gli
avesse dato che qualche magistrato mettesse naso nei movimenti sul
suo conto corrente che, per legislazione vigente, la sua banca era
tenuta a comunicare all’Ufficio
antiriciclaggio della Banca d’Italia:
«Massimo
rispetto per la magistratura –
diceva – ma
diritto e giustizia sono una cosa diversa dal giustizialismo peloso».
Che potrà essere mai? Su quale organo, qui, può figuratamente
immaginarsi il pelo? Per renderlo impermeabile a cosa, poi?
Domande
che non hanno senso, so bene, è inutile me lo facciate presente: Renzi ne è emblematico, ma che il linguaggio della politica sia da qualche tempo diventato impermeabile all’analisi logica è dato pressoché generale. Qui semplicemente dev’essersi trattato di uno dei tanti incidenti in cui incorre lo
scilinguagnolo quando si premura di essere brillante ricorrendo alla
sostituzione o all’inversione
di termini in locuzioni correnti, sennò al doppio senso offerto da
uno d’essi,
o finanche al possibile gioco di assonanza o consonanza, come efficacemente illustrato da Crozza: «Contaminarsi
per contare e sperare di non sparire. Contagiarsi per agire nell’agio
e raggirare chi conta. Contagiarsi per chi sa cogliere la forza di
Italia Viva, perché l’Italia
con Italia Viva viva ancora di Forza Italia» (Nove,
18.11.2019).
Appendice
Scrivere di getto, come mi è di abitudine, comporta qualche imperdonabile lacuna. Qui, nel caso del «garantismo peloso», omettevo di considerare la variante che non si rivela nell’intermittenza della χάρις e della caritas sublimate a rispetto dello stato di diritto, ma nella sua costanza, in vista di un ritorno di vantaggio personale. È il caso in cui pelo chiama pelo. Ma suppongo che anche qui sia necessario produrre un esempio.
Appendice
Scrivere di getto, come mi è di abitudine, comporta qualche imperdonabile lacuna. Qui, nel caso del «garantismo peloso», omettevo di considerare la variante che non si rivela nell’intermittenza della χάρις e della caritas sublimate a rispetto dello stato di diritto, ma nella sua costanza, in vista di un ritorno di vantaggio personale. È il caso in cui pelo chiama pelo. Ma suppongo che anche qui sia necessario produrre un esempio.
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