martedì 3 marzo 2015

Vicienzo ’a Funtanella

Sorprende, se non è di maniera, la sorpresa che i media riservano alla vittoria riportata alle primarie del Pd da Vincenzo De Luca (Vicienzo ’a Funtanella, per gli amici, a causa dei ridondanti spruzzetti di saliva che schizza quando il tono gli va sullo stentoreo): tenuto conto di cosa siano le primarie in una regione come la Campania, anche quando siano regolari, visto che le primarie, di per se stesse, hanno regole così lasche che tra l’una e l’altra ci passa pure un cane di grossa taglia portando una scopa in bocca; tenuto conto di chi erano i concorrenti, vuoi quello che s’è ritirato, più che altro per non inaugurare l’entrata nel Pd con una figura di merda, vuoi quello che ci ha provato, più che altro sacrificandosi per dare un minimo di pathos a una partita che tutti sapevano non avesse storia; tenuto conto di chi è Vicienzo, inteso come mito, e di come sono fatti gli elettori ai quali chiedeva il voto, inteso come tributo al mito; tenuto conto, soprattutto, di come butta la politica di questi ultimi tempi, la sua vittoria era largamente prevista, alla faccia della legge Severino, alla faccia del partito che lo implorava di fare un passo indietro, alla faccia della faccia di Gennaro Migliore, che per calarsi al meglio nella parte del candidato unitario unico s’era pure cambiato la montatura degli occhiali, che manco più sembrava un comunista, ma un amico d’infanzia di Matteo Renzi, quello che gli passava il compito di matematica. Una furia, Vicienzo, e cotanta cazzimma, cotanta guapparia, cotanta sfaccimma d’uomo – uomo, per giunta, di cotanta conseguenza – in Campania fanno il deus ex machina. Interdetto dai pubblici uffici, ma, come il tizio cui fai presente che corre come un pazzo e contromano, «e che è, ho acciso a quaccuno?». Benemerito della caccia alla puttana e al rom, piglio da federale col bastone animato, patrono dell’urbanistica in scala 1:1, mandibola da pugile, retorica ipertiroidea – e come poteva non vincere, Vicienzo? Non resta che vederlo menar le mani con Stefano Caldoro, ma già sembra di vederlo. «Giovinotto, ma è vero che andate coi trans? Non vi offendete, ohinè, era voce che girava tra i vostri amici di partito, io mi limito a darvi modo di smentirla».   

5 commenti:

  1. Giovanotto lei mi innammora!
    Un abbraccio Vito

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  2. A me la vicenda serve come monito sull'argomento preferenze. E non è che la Campania sia un'anomalia mafiosa e clientelare, qui ben sopra il Po campione emerso dal voto popolare fu il Trota Bossi.
    Resto comunque a favore delle preferenze: così posso mandare affanculo direttamente il popolo italiano per avere scelto dei politici di merda, invece che mandare affanculo dei semplici rappresentanti per avere fatto la stessa cosa.

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  3. Il fantasma di Fortebracciomartedì, 03 marzo, 2015

    Fantastico.
    Mi sa che passando da Napoli, ai miei tempi, ho combinato qualche guaio

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  4. E Caldoro farà invece presente che, votando De Luca, si nega il valore politico della legge Severino e si elegge un ineleggibile, quindi chiederà agli elettori del PD se vogliono questo e la vittoria sarà sua. Ora dimmi che la candidatura di De Luca non è pensata a tavolino per far vincere Caldoro...

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