Qui
parlo del Sergio Mattarella di cui posso avere un giudizio argomentato sulla
base dei suoi interventi pubblici (congressi, convegni, comizi, interventi
parlamentari, ecc.) recuperati dall’archivio storico di Radio Radicale e
relativi a un arco temporale di circa vent’anni (dal maggio del 1986 al settembre
del 2005), per un totale di 18h49'36" (5 sessioni di ascolto di circa 4h
ciascuna, da venerdì 27 gennaio a domenica 1 febbraio), dal quale ho escluso solo
gli interventi da lui tenuti nelle sedute delle Commissioni parlamentari di cui
è stato membro, ad eccezione di quelle della Commissione sulle riforme
istituzionali, che mi è sembrato potessero tornare di grande utilità, come in
effetti è stato. Quello di cui parlo, dunque, non è il Sergio Mattarella che
negli ultimi dieci anni è stato notoriamente avaro di dichiarazioni pubbliche,
tanto meno è il Sergio Mattarella che sarà, visto che l’esperienza insegna che il
Quirinale trasforma anche drasticamente l’inquilino che vi si insedia, a volte
da subito, più spesso nel giro di due o tre anni. Do per scontato, insomma, che
Sergio Mattarella sia ancora, e possa continuare ad essere per qualche tempo,
quello che era da esponente di spicco di una Dc morente e di un Ppi nascente,
tra i fondatori dell’Ulivo e i padri di un Pd da venire. Mi sento autorizzato a
questa congettura per la straordinaria omogeneità dei contenuti espressi nei
vent’anni che ho preso in oggetto, vent’anni che hanno costretto più di un
politico a rivedere anche profondamente le proprie convinzioni, anche se
dimostrando grossa difficoltà nell’ammetterlo: l’azzardo, perché sono disposto
a concedere che di azzardo si tratti, è di ritenere che Sergio Mattarella non sia
cambiato o, se è cambiato, non lo sia poi di molto, mantenendo immutato fino ad
oggi l’impianto del credo politico professato in quegli anni.
Bene, se
materiali e metodo non sono scorretti, comincerei col dire che l’elezione di
Sergio Mattarella sarà pure questo grande capolavoro di Matteo Renzi, come si
va dicendo, ma ora al Quirinale siede uno che, se dovesse essere coerente con quel che è stato, non gli tornerebbe affatto comodo, tutt’altro. Non risultano dichiarazioni di Sergio Mattarella a commento dei passaggi che hanno portato Matteo Renzi alla segreteria del Pd e alla Presidenza del Consiglio, tanto meno a commento delle iniziative del governo in merito a riforme istituzionali e legge elettorale, come d’altronde era da attendersi da un membro della Corte Costituzionale, che ogni giudizio su tali punti è abituato a esprimerlo solo ai suoi pari e quando l’organo di cui è membro viene chiamato a discuterne: probabilmente è stato questo, solo questo, a renderlo spendibile per una partita che Matteo Renzi giocava innanzitutto contro l’opposizione interna al suo partito, per non essere costretto a cambiare la maggioranza che lo sostiene in Parlamento trasformando il patto del Nazareno in una trappola per lui mortale. Se Sergio Mattarella non è cambiato da quel che è sempre stato fino a quando, nel 2008, si è ammutolito, non è difficile immaginare cosa possa pensare di Matteo Renzi. A costo di risultare un
tantinello ellittico, direi che, rispetto a Rosy Bindi, Sergio Mattarella ha in
più solo dieci anni e un pisello: l’universo etico-estetico è identico.
[segue]
Lo scortica vivo. Ne farà polpette. E io vorrò godermi la scena in prima fila, altro che isis.
RispondiEliminaRP
Sono due democristiani, non assisteremo a nessun scontro.
Eliminasi accoltelleranno di nascosto?
EliminaSalve, avevo una curiosità: quando la Corte Costituzionale ha corretto il Porcellum, che cosa ne pensava Mattarella?
RispondiEliminaLa Corte Costituzionale, di cui Mattarella faceva parte, non ha "corretto" il Porcellum: l'ha dichiarato incostituzionale. Di solito non vengono resi noti i voti dei singoli membri della Corte Costituzionale, e anche stavolta è stato così. Le indiscrezioni parlano di voto unanime sull'incostituzionalità e sull'abolizione del premio di maggioranza, mentre ci sarebbe stata spaccatura sulla reviviscenza della vecchia legge, il Mattarellum. Qui provi lei a farsi un'idea di come possa aver votato Sergio Mattarella.
EliminaGrazie mille per aver fatto il punto delle informazioni disponibili. Mi scuso per la mia imprecisione.
EliminaSe ne ha voglia e tempo, mi piacerebbe conoscere la sua opinione sull'opportunità che un giudice costituzionale diventi presidente della repubblica. Anche a me lascia perplesso ma non si possono sopprimere i giudici dopo nove anni, dalla vita pubblica si intende. E quindi?
RispondiEliminaStando alla "rete", Renzi avrebbe detto: "Magari anche con qualche compromesso come sui temi etici o sulla riforma della pubblica amministrazione" riferendosi alla azione futura del suo governo.
RispondiEliminaDando per vera la frase, temo che potremo salutare l'ammodernamento della burocrazia e le libertá civili.
Perché citare la Bindy? A che pro? Aspetto comunque la seconda parte...
RispondiEliminaPerché davvero davvero davvero tra i due c'è straordinaria coincidenza di pensiero e di sentire. Avrei potuto dire anche Bodrato.
EliminaUna Rosy Bindi in gonnella insomma.
Elimina6iorgio
Mah, sinceramente non mi spingerei troppo oltre con l'avanzare congetture e retropensieri. Semplicemente Renzi è cattolico e ha fatto eleggere un cattolico. Meglio: un democristiano ha fatto eleggere un altro democristiano. E cane non mangia cane. Stessa faccia, stessa razza e via luoghicomuneggiando...
RispondiEliminaFranco Tremul