Lo
ricordate il tizio che l’anno
scorso se ne andava in motorino alle tre di notte per Rione Traiano seduto sul sellino tra un pregiudicato e un latitante? Ma sì, via, sono
sicuro che ricordate la storiaccia. I tre non si fermarono all’alt
di una pattuglia dei carabinieri, ne seguì un inseguimento... Sì,
parlo del tizio che infine ci lasciò la pelle per una pallottola
scappata di canna ad uno dei carabinieri. Ora non ne ricordo il nome,
d’altronde neanche ha
importanza, figurarsi, ma, tanto per intenderci, era quel tizio che su Facebook
si atteggiava a guappo impavido e strafottente... Sì, insomma, parlo
di quello.
Bene, ieri c’era il
processo. Per meglio dire, doveva esserci, ma familiari e amici del
morto hanno fatto un gran casino, e la cosa è dovuta slittare, perché manganellarli a sangue
e allontanarli di peso sarebbe stato indelicato. Casino, e qui l’inciso è rilevante, scoppiato quando il pm ha chiesto per l’imputato, il carabiniere dal polpastrello sudaticcio, una condanna a tre anni e sei mesi. Pure troppo, a mio modesto avviso,
ma troppo poco per il pubblico lì convenuto con appositi striscioni,
scandendo nell’attesa slogan
molto gutturali, da curva sud cui l’arbitro abbia scippato un penalty, che a ogni uomo di mondo viene d’istinto la voglia di sparargli in bocca.
Manco sarebbe valsa la pena di
annotare su queste pagine l’accaduto,
se non fosse che le cronache riportano le ragioni rappresentate dal
fratello del morto per dare un senso a tutto quello strepito di
zamperi e vaiasse: «Possibile che io,
per un tentato furto, abbia preso cinque anni e lui, che ha ucciso
mio fratello, se la cavi con meno di tre anni e mezzo?» (Il
Mattino, 24.7.2015 – pag. 23).
Commentarla, no, ché a spiegare il
codice penale a un pregiudicato ci pensa eventualmente il suo
avvocato. Annotarla, però, sì, perché è frase che da sola
affresca un universo. E avrei voluto farlo già ieri, ma poi la mano se ne è andata per la tangente, e ho finito con l’intrattenermi sull’impossibilità di mettere d’accordo psichiatria e antropologia.
Aspetti solo i paralleli tra il tizio in questione e Cucchi/Aldrovandi. Arriveranno.
RispondiEliminaGià è accaduto, gli avvocaticchi della zona tentano da sempre, e disperatamente, di sprovincializzarsi.
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