lunedì 20 luglio 2015

Personaggi fittizi

«Pronto»

«È ***?»

«Sì, con chi parlo?»

«Provi a indovinare. La mia voce non laiuta?»

«Inconfondibile, ma non ci vuole molto ad imitarla...»

«Sono io, può esserne certo...»

«Non ho intenzione di prestarmi a burle, ora riattacco. Le do cinque minuti per twittare una qualsiasi cazzata delle sue in cui ci sia... Ecco, ci metta un “che” con due acca, e mi richiami solo dopo averlo fatto...»

«Che paranoia...»

«Guardi che siamo entrambi due personaggi alquanto fittizi creati da uno che neanche sa dove andrà a parare questa conversazione telefonica: a me ha fatto dire quello che ho detto, a lei tocca fare quello che le ho chiesto, sennò la fiction finisce qui. Sembra paranoia, in realtà è un prologo che deve dare al lettore unidea di chi sia io. Lei è persona nota e non ne ha bisogno»

«Ma non mi sono presentato»

«E lei pensa che il lettore sia cretino? Via, si è capito...»

«Ok, posto il tweet e la richiamo»

«Due acca...»

«Ho capito»

«A dopo»

«A dopo»

...

«Pronto»

«Sono io. Ha letto?»

«Sì. Dica pure. Ma cominci col dirmi chi le ha dato il numero del mio cellulare...»

«Ho chiesto in giro...»

«Sì, ma poi chi glielo ha dato?»

«***»

«Perché mi ha chiamato?»

«Ho letto quello che ha scritto in questi giorni. Volevo sapere se è davvero convinto che...»

«Ammesso che non ne fossi convinto quando lo scrivevo, lo sarei adesso, e per il fatto stesso che si scomoda a telefonarmi per chiedermelo»

«Ma non ha detto che siamo entrambi due personaggi fittizi che...?»

«Certo, ma non è detto che uno dei due non sia più fittizio dellaltro»

«E quello sarei io?»

«È lei che ha una dimensione pubblica, che è fittizia di suo, io sono un comune cittadino... Ma vada al sodo, mi dica cosa vuole e poi sparisca»

«Quando dice che... No, aspetti... Ecco qui, lei scrive: “... la parte pretende di essere il tutto, di poterlo interamente rappresentare in modo organicistico, con la coincidenza di leader in partito, di partito in nazione e di nazione in stato...”»

«Ebbene?»

«Ma è una cazzata»

«Non ho mica scritto che avvenga scientemente. Non pensi ad un soggetto agente, pensi ad un soggetto agito...»

«Non saprei cosa voglio?»

«Non ho detto questo. Dico che è cosa diversa da quello che crede...»

«Forse ho sbagliato a chiamarla»

«Lo penso anchio, sa? Ma le ripeto: siamo personaggi fittizi, consideri che potrebbe anche non essere stata una scelta... In ogni caso adesso chiudo, non penso ci sia altro da dire»

«E questa non è una scelta?»

«Ma non vede che anche ogni mia frase è tra virgolette?»

«Non la seguo»

«Non mi segua»

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