Non
sempre un buon argomento è comunque spendibile, non sempre due
argomenti sono meglio di uno. Si prenda il caso dell’invito
all’astensione
che il Pd di Matteo Renzi sembra aver scelto come posizione ufficiale
sul referendum del 17 aprile.
Per la validità dell’esito
referendario la Costituzione prevede un quorum, dunque ogni
iniziativa tesa a evitare che questo sia raggiunto è pienamente
legittima, sostanzialmente equiparabile a quella del sostegno al
«no»:
ottimo argomento, ma poco spendibile da un partito che si dice
«democratico»,
e che dunque nel voto dovrebbe vedere il più alto momento di
partecipazione popolare alla vita pubblica e alle decisioni di
interesse nazionale, perché l’astensione
rende indistinguibile il rigetto della proposta referendaria dal mero
disinteresse per il problema posto dal quesito, che per un partito
che si dice pure «di
sinistra»
darebbe somma inammissibile di due categorie, quella dei «partigiani»
e quella degli «indifferenti», politicamente e moralmente
irriducibili.
Secondo argomento in favore dell’astensione
prodotto dal Pd
di Matteo Renzi, anzi, da Matteo Renzi in persona: sarebbe un modo
per dichiarare insofferenza allo spreco del denaro pubblico
necessario per tenere la consultazione referendaria. Argomento
spendibile dopo aver scorporato il referendum da un possibile
election day con le amministrative di giugno? Si è detto che lo
scorporo aveva come scopo quello di evitare che le Comunali avessero
un effetto di trascinamento sul voto referendario, che era più
giusto chiamasse alle urne solo chi davvero interessato alla
questione che solleva. Bene, ma questo come si concilia con l’invito
all’astensione?
Sul secondo argomento le do ragione, sul primo meno. Parlando con parecchi miei conoscenti, sui quaranta e altamente scolarizzati, ho scoperto che in pochissimi hanno capito il quesito (diciamo pure che se ne sono sbattuti le palle, bastava leggere due righe oltre lo slogan 'no-triv').
RispondiEliminaUna larga fetta del movimento del "si" ha ampiamente strumentalizzato la cosa, e ora molti pensano che "fermerà tutte le trivelle" "non ci saranno nuove trivellazioni" "investiremo sulle fonti alternative" eccetera eccetera.
Fare informazione costa e il quesito mi pare davvero marginale, probabilmente pure io nei panni di Renzi avrei scelto la via comoda e un po' vigliacca dell'astensione piuttosto che sobbarcarmi una grossa campagna mediatica per raccontare le ragioni del no. E tutto sommato meno si vedono in TV in questi giorni meglio è, così non devono nemmeno glissare la domanda su Verdini.
Il post non affrontava questioni di merito (è per questo che ho evitato addirittura di citare en passant la questione posta dal quesito referendario), ma di metodo. Meglio ancora, di congruità del metodo.
EliminaMi pare un po' tirato il richiamo a 'democratico' nel senso di democrazia diretta, anche perchè il PD è l'erede (facciamo anche solo per questioni temporali) dei DS e del PCI, dove di 'diretto' c'era pochissimo. Anche la DDR aveva nel nome Demokratische, ma vabbè...
EliminaPoi sia chiaro, cercare congruità del metodo in Renzi&C è come cercare scientificità in un fanatico delle scie chimiche: non è truffaldino, è che proprio non ci arriva.
Il fatto è che "loro" non hanno problemi di metodo, e ancor meno di congruità di metodo, semplicemente perché possono dire e fare quello che vogliono, quando vogliono, nei modi che vogliono.
EliminaSapendo benissimo che praticamente nessuno(tranne pochi, sparuti gufi, rosiconi, malvini e cani sciolti)si accorgerà mai delle loro incongruità; come delle loro porcherie e dei loro crimini.
E' il fascismo, bellezza.
Su ciò che è “democratico” è legittima ogni opinione. Tuttavia, la Costituzione, in tema di elettorato attivo, è piuttosto chiara. Mentre il voto alle elezioni è un “dovere civico”, il voto al referendum non lo è. Anzi, è espressamente ammesso il non-voto, con le sue conseguenze in caso di non raggiungimento del quorum. Questa non è una dimenticanza, una leggerezza o, peggio, una carenza di senso della democrazia dei Costituenti, ma un atto di coerenza, in quanto, essendo la nostra una democrazia rappresentativa, si deve intendere che, se la maggioranza degli aventi diritto si astiene, la stessa maggioranza si ritiene, sull’oggetto dei referendum, sufficientemente rappresentata dal Potere Legislativo. Che gli indifferenti e gli ignari si sommino così ai contrari ha rilevanza solo sociologica: certamente qualcuno potrebbe scomodare il termine “democratico” anche in questo caso, visto che ognuno fa riferimento a un suo concetto di democrazia. Scomodare la “sinistra” mi pare, invece, fuori luogo: è già vago il termine “democratico”, molto più vago il termine “di sinistra”.
RispondiEliminaSi può, al riguardo, ricordare il caso dei referendum dell’anno 2000, per i quali, dopo la falcidia, non certo neutrale, ad opera della Corte Costituzionale, ci fu un palese invito al non voto da parte di tutte le forze di sinistra. Invito legittimo, anche se evidenti erano gli interessi che venivano difesi.