Maria
Elena Boschi ci offre un tratto di analogia tra berlusconismo e renzismo in
quel disprezzo per la cultura accademica che i sedicenti uomini del fare menano
vanto di esibire, talvolta cedendo al beffardo, più spesso ostentando fastidio,
quando scendono nella piazza a raccogliere consensi tra gli incolti, e che è
solo l’aspetto più icastico di quell’insofferenza per la cultura in generale, che
è tipico di chi non se ne fa carico ritenendola un’inutile zavorra. Esemplare
rimane il saggio offertoci da Matteo Renzi con l’idea, fortunatamente rimasta
tale per sopraggiunti impegni a Roma, di aggiungere una lancetta dei minuti al
trecentesco orologio a lancetta unica della Torre d’Arnolfo in Piazza della
Signoria («Così ’un funziona… La gente deve vedere bene l’ora, mica deve essere
un orologio filosofico»), d’altronde è lui il modello ed è naturale che a lungo
resti insuperabile. Altrettanto naturale che la Boschi non segua troppo da
lontano: «In questi trent’anni
le continue prese di posizione dei Professori hanno bloccato un processo di
riforma oggi non più rinviabile per il Paese» (Agorà – Raitre, 4.4.2014). Chi
fosse giusto mettesse lingua sulla Costituzione non è dato sapere: i costituzionalisti,
a quanto pare, no. Probabilmente gli autisti, i fuochisti, i macchinisti, ecc.
E' una rivolta sessantottina quella di Renzi, abbasso i professori, la frenesia al potere.
RispondiEliminaNon sono d'accordo. La Boschi faceva di sicuro riferimento a quei Profs che hanno firmato l'appello sulla "svolta autoritaria", erano loro che voleva mandare a quel paese. Ora Rodotà e Zagrebelsky hanno firmato una quantità di appelli in precedenza e sempre con simili toni e parole d'ordine. C'è una platea di persone che se li è presi a santoni e come tali se li porta in spalla, che, confortata da loro, passa il tempo a gridare Fascisti! Piduisti! Dittatura! Criminali! Complici! a tutto ciò che si muove, ogni giorno, tutto il giorno. Anche questo ultimo appello è stato scritto in funzione di questo pubblico, non per cambiare le riforme, non per confrontarsi su di esse, non per spiegare i dubbi nutriti o le ragioni per ritenerle sbagliate, non per mettere in guardia di un pericolo, ma solo a uso e consumo della setta di fanatici di cui loro sono i guru compiaciuti. Si tratta di un'ennesima sceneggiata all'italiana, un misto di narcisismo e vittimismo, ipocrisia e settarismo (Pannella? Radicali? qualcuno ha detto Pannella e i Radicali?). La Boschi li ha giustamente sfanculati in reazione al loro atteggiamento, che meritava il vaffa non una, ma cento volte. Sacrosanto non prendere in considerazione gli argomenti di chi ti si rivolge in quel modo. Se vogliono un confronto adottino modalità che lo consentono, ma lo vogliono? Tanta altra gente ha avanzato dubbi e critiche sulla riforma, Civati, Pertici e Raimo per es., ma, come è logico, ha cercato di spiegare civilmente, di rendere comprensibili le critiche, di confrontarsi, di dialogare con argomenti e ragioni diversi. Si può discutere dell'equilibrio tra governabilità e rappresentanza, dei rapporti tra esecutivo e legislativo, dell'accoppiata Italicum riforma del Senato, di bicameralismo e monocameralismo, ecc.. si può discutere di tutto, ma per farlo - come per ogni altra discussione - come per ogni convivenza civile fra persone - bisogna ammettere in via preliminare che sia legittimo avere idee, sensibilità, preoccupazioni, ecc.. differenti, e che per arrivare a una sintesi o comunque a una decisione comune, si debba procedere attraverso il confronto, e che per confrontarsi sia necessario adoperarsi per capire gli altri e farsi capire da loro..
RispondiEliminaNon c'è nessun confronto: da una parte c'è un "rullo compressore" e dall'altra ci sono persone che se sussurrano perplessità in modo educato per paura di esser sbattuti fuori dal partito, si guadagnano la sua stima; se invece si fanno promotori di un appello sono meritevoli delle pernacchie della Boschi. In ogni caso son pernacchie per tutti non vedo nessun "adoperarsi per capire gli altri"...
EliminaSi fanno promotori di un appello che è sostanzialmente una scomunica a tutto il resto del mondo, un grande anatema, un unico insulto a chiunque non lo condivida.. trattano tutti quelli che non stanno con loro come criminali o complici.. E Rodotà ha pure la faccia da c. di lamentarsi che Renzi non si confronta con lui (dichiara che è un insicuro e teme il confronto!).. ribadisco: è una sceneggiata ad uso e consumo della platea davanti a cui i Profs recitano, niente altro!
EliminaPer il resto, posso ritenere che i due differenti atteggiamenti siano da valutare molto diversamente, non rispetto a Renzi e alle sue pernacchie per tutti, ma rispetto alla - non so come dire - "utilità pubblica e democratica". Il potere di cambiare queste riforme nell’immediato non ce l’hanno nè Rodotà e Zagrebelsky, né Civati, Raimo e Pertici. Ma se ha un peso e un senso la discussione pubblica in democrazia, se ha un peso e un senso anche ciò che avviene al di fuori del palazzo (se il confronto latita in parlamento non significa non ci sia altrove), dibattere di queste riforme ponendosi in modo dialogante e interlocutorio, tentando di incontrare le ragioni altrui, tentando di farsi capire, cercando un confronto e un argomentare onesto, è atteggiamento faticoso, estenuante, ma anche ben più utile, e degno di rispetto ai miei occhi, che irrompere a suon di insulti e anatemi, con quell'impasto di settarismo, narcisismo, ipocrisia, che mi pare caratterizzi sempre questi Profs.
Idem come sopra: continuo a non vedere nessun dialogo. Certamente se guardassimo la frittata dalla parte dalla quale l'ha rivoltata, il suo ragionamento filerebbe liscio. Intanto la volontà al dialogo dovrebbe calare da chi ha il potere e l'onere della scelta e poi faccio fatica ad immaginare Rodotà, Zagrebelsky e Civati "irrompere a suon di insulti" in qualsiasi contesto. Non conosco modo migliore di porre delle obiezioni ma se queste vengono liquidate come "impasto di settarismo, narcisismo, ipocrisia" senza entrare nel merito, allora dialogante e interlocutorio sono sinonimo di accomodante?
Eliminasettarismo perchè scomunicano tutti tranne sè stessi, narcisismo perchè per scomunicare tutti narciso devi essere, ipocrisia perchè ignorano volutamente il percorso della riforma, le differenze con quella di Berlusconi, il lavoro dei saggi, danno a Renzi e al pd dei criminali, fascisti, piduisti, dittatori in erbe o giù di lì e poi si lamentano che non si confrontano con loro.. io dopo una simile caterva di insulti non avrei risposto "professoroni" avrei proprio risposto "ma vedete di andarvene a fanculo". Altro modo di portare critiche esiste è il modo di tutti quelli che le stanno portando da Civati a Pertici, da Raimo ad Ainis senza bisogno dei modi e dei toni manichei di Rodotà e Zagrebelsky, ma purtroppo i profs non hanno altre modalità d'intervento, fanno sempre così.
EliminaUno che scrive "i profs (sic) non hanno altre modalità d'intervento, fanno sempre così" è un degno rappresentante del più becero renzismo corrente Nicodemita.
EliminaLei invece è un degno rappresentante degli "etichettatori". Che ne sa che sono renzista? non ho difeso la riforma, non ho attaccato chi la critica, non ho scritto che mi piace Renzi, anzi ho difeso chi critica la riforma in altro modo, a ben vedere.. ho spiegato perchè quell'appello mi fa schifo in lungo e in largo e lei anzichè considerare queste spiegazioni, mi ha immediatamente arruolato fra i renziani, come se questo risolvesse la cosa.
EliminaA me pare invece un appello sensato, non vedo insulti nè anatemi. Mi pare che stia esagerando nella sua critica.
RispondiEliminafaccio fatica a capirla.. come si può dire che non ci sono insulti o anatemi? è come se fossi sotto un temporale e dicessi al mio vicino "eh che tempo del cavolo" e questi rispondesse "a cosa si riferisce? il tempo è bellissimo!".
EliminaGuardi, in rete l'appello è stato logicamente tradotto dai fan dei Profs nelle solite parole d'ordine "fascisti, piduisti, criminali, ditattori, complici, etc..", ci tengo a dire che è stato tradotto giustamente perchè è esattamente questo che l'appello dice, ed è stato scritto pensando a quel pubblico, che ormai dopo tanti anni ed appelli, i Profs ben conoscono e sanno soddisfare. I toni sono quelli soliti, i più alti possibili: nessuno spazio ad alcuna ragione fra quelle che motivano la riforma, nessuna menzione del percorso che vi ha condotto, per es. del lavoro dei saggi, totale sovrapposizione di Renzi a Berlusconi (B.) e di questa riforma a quella tentata da B. (e se ha in mente cosa i firmatari dell'appello hanno sempre di B. può capire cosa significhi.. e il piano che menzionano.. sarà il piano Rinascita? piduisti!), le intenzioni attribuite d'ufficio a chi la approva sono praticamente instaurare una dittatura (dittatori!) e smontare la Carta frutto della Resistenza (fascisti!), il Pd è trattato come una banda di criminali, nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può non essere d'accordo con l'appello e contro la riforma (cittadini capre! capre complici!), l'unica opposizione che resta non neutralizzata è quella capitanata dai Profs, etc.. è tutto un modo di fare deforme, che rade al suolo tutti gli interlocutori e qualsiasi loro idea o argomento, li accusa di ogni nefandezza, li delegittima, e rende impossibile ogni confronto (d'altronde non vogliono confrontarsi è una performance da guru per la loro setta di fan).. salgono in piedi sulla cattedra e lanciano anatemi.. è puro manicheismo: noi buoni, tutti gli altri cattivi, noi democratici, tutti gli altri scomunicati, espulsi dal novero degli esseri pensanti con cui tocchi confrontarsi.. Condivido quel che Mario Adinolfi più pacatamente di me ha scritto: "Se i firmatari avessero provato a dire un’altra cosa: che cioè il progetto licenziato dal Governo si inserisce nel solco di quell’interpretazione degli istituti della democrazia rappresentativa che punta a esaltare il momento della decisione rispetto a quella della mediazione – se avessero detto qualcosa del genere, senza gridare alla dittatura incombente, avrebbero offerto un più utile contributo alla discussione. Più o meno condivisibile ma sicuramente più utile. In una discussione del genere, vi può trovare senza difficoltà spazio una riflessione sul bicameralismo, o sulla composizione del nuovo Senato delle Autonomie, sul rapporto fra legge elettorale e natura e funzione delle Camere, e spazio anche l’apprezzamento di punti meno controversi, su cui anzi c’è già un largo consenso: la soppressione del Cnel, la riforma del Titolo V sulle competenze degli enti locali. Invece no: si è preferito indicare un pericolo, anzi: «quod periculosum maxime», il più grande dei pericoli, quello di un colpo mortale inferto alla democrazia. Il disegno di legge è divenuto così non una riforma, ma il principio della sovversione dell’ordine costituzionale.
Sul piano politico, le conseguenze sono persino più significative, perché l’appello ha, di fatto, la pretesa di bollare come di destra (anzi, autoritario, anzi plebiscitario, anzi padronale) un simile progetto di riforma, rivendicando per sé la rappresentanza della sinistra."
Chissà qual è il suo giudizio su chi dice: "Il Senato si riforma a questo modo, e subito".
EliminaE' da un po' che non passo da queste parti, approfitto per farle i complimenti per questo eccellente post. La vedo in forma, Malvino.
RispondiEliminadetto cosa penso dei Profs, ora cosa penso di Renzi..?
RispondiEliminaDi sicuro ha un atteggiamento fastidiosamente prepotente. Però è anche vero che quando dice, “si riforma in questo modo”, impone di tirare le fila di un percorso e di un dibattito in corso da tempo, non impone né il piano della P2, né quello che si è sognato lui la notte prima. Non mi sembra che la riforma venga dal nulla: da ultimi i saggi avevano proposto di superare il bicameralismo con un Senato delle Autonomie, composto da membri degli enti locali, non eletti. Si è partiti di lì. E quando dice “subito”, "non ascolto nessuno, dobbiamo fare in fretta, non mi rompete il c.", mi sembra possa avere come parziale giustificazione il fatto che l’Italia è un paese in cui la possibilità di realizzare qualcosa si presenta ad ogni stella cometa.. un nodo di Gordio difficilissimo da sciogliere. Eppure in questo momento l’opportunità c’è.. e però è legata esattamente a quei fatti che fanno storcere il naso a tutti e fanno ritenere non sia la situazione adatta. Peccato che campa cavallo che arriva l’opportunità da manuale di riformare la Costituzione secondo i sacri crismi, con la concordia di Parlamento, paese, professori e commentatori assortiti. Blogmaster che dice sto subendo il fascino di Renzi? Mi sono innamorato del movimento purché sia, preso dall’insofferenza, a costo che il movimento acceleri la fine? che mi consiglia?
completamente d'accordo con anonimo, peccato rimanga tale e non metta almeno un nick in calce alla sue ragionevoli affermazioni
RispondiEliminaalessandro riccio
Altan, da Repubblica di venerdì
RispondiElimina(c'è un tizio seduto al ristorante): "cameriere, scusi, il menu?"
(il cameriere): "non c'è tempo, quel che viene, viene"
Solo per notare che qui si vorrebbe scegliere la linea, per così dire, Stefano Fassina/Sandra Zampa in difesa, incredibile memoratu, di Stefano Rodotà. Zagreo
RispondiEliminaConfesso che mi sono sono rimaste assai impresse le prese di posizione di Rodotà non sulla Costituzione nostra, ma sulla costituzione della sua carriera.
RispondiEliminaStia bene, è comunque utile passar di qua.
Ghino La Ganga
Copio ed incollo e condivido.
RispondiEliminaSolo voci isolate, da Rodotà a Zagrebelsky, si levano per dire a Renzi, e al suo Democratico Partito, che un parlamento eletto con una legge anticostituzionale, e un presidente del Consiglio la cui unica investitura popolare è una primaria di partito che ha coinvolto meno del 10% dell’elettorato, non hanno alcun mandato per imporre all’intero popolo italiano una nuova Costituzione, secondo linee decise da un patto di “galantuomini” della stazza di un usurpatore come Renzi e un condannato come Berlusconi.