Quando
ho sentito Matteo Renzi dire che aveva un «piano B» in risposta al
no che gli veniva dall’Unione
Europea per la distribuzione in quota parte dell’ultima
ondata di profughi
arrivati in Italia, ho pensato: «Cazzarola, quest’uomo
sarà la schifezza della schifezza della schifezza degli uomini, ma
almeno ha un etto di fegato e cinquanta grammi di palle: ora caccia
dal cappello l’articolo
5 comma 6 del decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998, dà un
permesso umanitario a tutti gli ultimi arrivati e li fa liberi di
andarsene dove vogliono, in culo a monsieur Hollande». Macché, si
trattava del solito bluff. Quando gli hanno detto: «E caccia ’sto
piano B, vediamo di che si tratta», ha messo giù le carte e s’è
visto che in mano aveva una coppia di 7: «Se non li volete voi, ce
li teniamo noi». Così con quella fetecchia della cosiddetta
#BuonaScuola: «Potrà cadere il mondo, ma per l’estate
vi rifilo il Calippo. Dovessi chiedere i voti a Verdini, ve lo
rifilo». Poi a beccarsi un Calippo tra le chiappe è lui, ai
ballottaggi, e qual è la risposta? «Ah, sì, non mi votate? E
allora ve la faccio vedere io, ve la faccio: non assumo i precari. L’Agnese ci rimarrà male, ma le faccio fare un giretto in compagnia della Michelle e le passa».
Robe che, se alle Europee non andava come è andata, probabilmente
niente ottanta euro. Zero fegato, zero palle, il giorno che sarà
infilato nel tritacarne c’è
da scommettere che lo sentiremo urlare: «Mammina! Mammina!», e finirà perfino con strapparci un cicinìn di pena.
Quando ho letto 'O ci aiutate o facciamo tutto da soli' sono caduto dalla sedia. Ora vado dal capo e chiedo un aumento 'O me lo date oppure accetto anche una riduzione del 20%'.
RispondiEliminaFine pena mai
RispondiEliminaNo, nessun cicinìn di pena. La pena è tutta per le sue innumerevoli, incolpevoli vittime.
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