Ci
sono questioni che più di altre offrono occasione di ricorso a
quegli espedienti retorici, noti come fallacie, in grado di dare,
almeno agli sprovveduti, parvenza di argomento a un vizio logico, ma
nessuna ne consente un impiego così largo come quella relativa
all’eutanasia, quasi esclusivamente in suo sfavore, ma non solo,
perché anche fra quanti riconoscono all’individuo il diritto di
suicidio assistito non mancano coloro – anche per loro, come gli
altri, non ha importanza far nomi – che ricorrono all’appeal
to popularity («Oltre
il 75% degli italiani è favorevole a una legge sull’eutanasia»),
all’appeal to novelty («In
tutti i paesi più progrediti il diritto alla “buona morte” è
riconosciuto da decenni») o
all’appeal to emotion
(«Costringere a vivere chi
vuole morire è una delle più feroci crudeltà»),
il che è robetta rispetto a quanto è vomitato dal fronte opposto,
soprattutto con la reductio ad
Hitlerum (nella versione
classica: «Anche i nazisti
ammazzavano i malati cronici dicendo che era per mettere fine alle
loro sofferenze»; o nei suoi
derivati: «Hitler almeno i
disabili li eliminava a gratis»)
e con lo slippery slope
(«Si finirà per sopprimere
tutti quelli che lo Stato considererà un peso economico
insostenibile»), ma pure
all’appeal to authority («Il
quinto comandamento è categorico: non uccidere»),
all’appeal to belief
(«Ripugna
al comune sentire che un debole debba essere soppresso per il solo
fatto di essere un debole»),
all’appeal to pity («Il
malato terminale ha bisogno di amore, non di un’iniezione letale»),
al bandwagon («Una
legge che consentisse l’eutanasia opererebbe un’intollerabile
pressione psicologica anche su chi non fosse pienamente motivato a
ricorrervi»), all’appeal
to tradition (nelle diverse
forme date alla tradition:
«La vita non è nella
disponibilità di alcuno»,
«Una cosa è il gesto pietoso
e discreto che i parenti riescono a strappare al medico, un’altra è
l’omicidio di Stato giuridicamente configurato»,
ecc.), al confusing cause and
effect («In
tutti i paesi dove l’eutanasia è legale il numero di persone che
vi ricorrono è in costante aumento»)
e alle varie forme, isolate o più spesso combinate, di reductio
ad hominem, guilt
by association e straw
man argument (esempio più
emblematico: «Dice niente che
fra quanti sono in favore dell’eutanasia siano in tanti ad essere
anche a favore dell’aborto, del matrimonio gay, dell’utero in
affitto e della droga libera?»), sicché si potrà avere un occhio di riguardo per chi frapponga indugio a entrare nel merito della questione, chiedendosi se abbia senso scendere in un dibattito pubblico avvelenato da tante
fallacie. Dj Fabo è riuscito a sottrarsi anche a questo.
Il punto è che il dibattito manco dovrebbe esistere, se non finalizzato a decidere i tecnicismi - quanti pareri medici servono, l'età minima, quanto può durare una richiesta eccetera.
RispondiEliminaMa no, la tentazione dello stato etico è troppo forte, e colpisce anche sempre più laici purtroppo.
@Stefano:
Eliminaparla per sé, giusto?
Stia bene.
Ghino La Ganga
Non ho ben capito: sta dicendo che essendo contro lo stato etico vorrei imporre di fatto uno stato etico?
Elimina@Stefano:
Eliminaè ciò che evinco dall'insieme dei suoi commenti recenti e passati.
Ma forse sono io ad aver letto ed a leggere male, chissà.
Stia bene.
Ghino La Ganga
Non mi pare di essere mai entrato a gamba tesa sulle libertà personali o di avere usato il termine 'giusto' o 'sbagliato' per riferirmi a un qualunque provvedimento dello stato, se mai 'utile' o 'dannoso'.
EliminaBuona giornata a lei.
@Stefano:
Eliminaah, quand'è così.
Stia bene.
Ghino La Ganga
Solidarizzo con Fabo. Ci sono situazioni in cui NESSUNO ha il diritto di giudicare o di ostacolare chi si rifiuta di vivere in una condizione che nega la dignità umana. Lo spirito di Fabo ora è libero. Si vergogni chi voleva tenerlo prigioniero di un'atroce, buia prigione di un corpo immoto.
RispondiElimina"Dice niente che fra quanti sono in favore dell’eutanasia siano in tanti ad essere anche a favore dell’aborto, del matrimonio gay, dell’utero in affitto e della droga libera?» Bè io ssono a favore del matrimonio gay, ho qualche riserva su GPA e droga (quale?) libera, e trovo che solo l'individuo interessato possa decidere della propria vita.
RispondiEliminaA una fallacia (in questo caso a un combinato di fallacie) non si risponde: la si rivela come tale, e la si lascia lì, passando oltre.
Eliminama poi: come mai quando l'onorevole Emma Bonino è andata in Svizzera non c'è stato tutto questo gran starnazzo e strumentalizzazione politica (nonostante l'ultimo saluto in TV) ma riserbo e discrezione per una decisione così delicata, sussurrata, personale? Non il volume a palla di una triste discoteca di periferia.
RispondiEliminaMa scusa non è viva ?
Elimina@Giovanni:
Elimina:-D
Stia bene.
Ghino La Ganga
Dissento sul'appello alla popolarità e alla novità:
RispondiEliminaNel primo caso, non mi sembra necessariamente una fallacia in un contesto democratico in cui si presume che le leggi debbano (in qualche modo) essere legate alle opinioni della maggioranza.
E lo dico pur essendo consapevole che l'idea moderna di democrazia liberale vada ben oltre l'idea che la maggioranza abbia sempre ragione.
Nel secondo, non si sta dicendo "l'eutanasia è giusta perché è un'idea nuova", ma si fa notare che esistono altri paesi che la permettono e che non sono paesi generalmente considerati 'malvagi' o in cui le persone vengono quotidianamente uccise dal sistema sanitario contro la loro volontà.
Ne approfitto intanto per segnalare lo spelling corretto di "popularity". E poi:
Elimina@ Davide
La fallacia è sempre tale solo quando la tesi si esaurisce in essa, non quando è usata come rafforzativo all'interno di un altro ragionamento. Dire che "il 75% sono a favore, perché secondo i sondaggi ormai sono convinti persino i muli dall'argomentazione secondo cui è un diritto che va riconosciuto, poiché in effetti .." non è fallace, pur non essendo l'osservazione dirimente. Ma se si sta discutendo di un diritto del singolo, così come ritenuto esistente sulla base di generali principi costituzionali, quanti siano a favore non è poi così importante e soprattutto non è dirimente.
Per quanto riguarda la novità: ad essa per esempio può contrapporsi l'appeal to tradition. Ma anche quest'ultima non è fallace se non quando è fine a sé stessa, poiché io posso benissimo affermare che "il sistema tradizionale, pur con qualche difetto, ha sempre funzionato abbastanza bene e adesso vi spiego anche perché è migliore della novità e quindi non va abbandonato". La tradizione può indicarci che il principio che vuole essere conservato non ci annienterà, ma non altro. Devo supporre quindi che Malvino possa essersi imbattuto in qualcuno che abbia ritenuto di usare l'argomento della novità come fine a sé stesso (in una lista?), ma secondo me era già pacifico che non si riferisse ad un commento di compendio ad un diverso ragionamento. La novità può essere una cosa buona rispetto alla tradizione, ma non in quanto novità. Sul commento che lei, Davide, aggiunge dicendo che "non sono paesi generalmente considerati 'malvagi' o in cui le persone vengono quotidianamente uccise dal sistema sanitario contro la loro volontà", dico che è una buona premessa per prevenire la fallacia dello slippery slope, ma anch'esso non dimostra che "in quanto novità" ha funzionato.
Io dico soltanto una cosa,al di la'della retorica e dell'ondata emotiva che travolge tutti in queste circostanze,i cui malcapitati vengono assunti come bandiere(la storia si ripete)..piu' del 70%degli italiani vuole una legge sul fine vita,ormai anche i cristiani,e lo vedo,sono cresciuti,e sempre meno si fanno condizionare dai precetti della chiesa cattolica.
RispondiEliminaE allora mi chiedo.Perche'aspettare ancora?paradossalmente questa legge e' piu'urgente e importante di quella sulle unioni civili.
Certamente avremo l'ennesima prova di una normativa monca e non ugualitaria.
Ma il primo passo lo dobbiamo compiere.
Grazie Castaldi,un pezzo ecceziinale. Raro