Mancano
pochi mesi al 40° dell’esordio
televisivo di Roberto Benigni, e io ho un ricordo assai nitido di
quella serata, perché il personaggio di Mario Cioni da lui
interpretato in Onda
Libera
fu oggetto di un’accesa
discussione tra me e mia madre. A lei quel contadino non dispiaceva,
trovava avesse una vena di malinconico surrealismo che prometteva
bene. È probabile, quasi certo, che non dicesse proprio «malinconico
surrealismo»,
ma, insomma, il senso era quello.
Da subito, invece, a me diede
il fastidio che in questi 40 anni non è mai venuto meno, e che anzi
è diventato sempre più molesto, fino alla nausea che mi hanno
inflitto proprio le sue prove più applaudite. Per dire, ho trovato
insopportabili La
vita è bella,
Tutto
Dante,
La
più bella del mondo,
I
dieci comandamenti,
e di tutto quello che è venuto prima (Il
piccolo diavolo,
Johnny
Stecchino,
Pinocchio,
La
tigre e la neve,
ecc.) salverei dal cesso solo Non
ci resta che piangere,
e solo per rispetto a Massimo Troisi. Ma il peggio del peggio mi è
sempre sembrato il Benigni delle ospitate d’onore,
quello che strizzava le palle a Pippo Baudo e palpeggiava il culo a
Raffaella Carrà, tra cretini ordinari a sbellicarsi in platea e
cretini di rango a definire geniali quelle pagliacciate, il giorno
dopo, sulle prime pagine dei quotidiani. Non mi è mai sfuggito,
tuttavia, anzi ho sempre avuto dolorosamente presente, dolorosamente
e rabbiosamente presente, che il successo di un viscido ruffiano è
sempre pienamente meritato se tributato da un paese di merda: i
pidocchi prosperano dove c’è
forfora, il conformismo di sinistra è sempre stato l’habitat
elettivo di certa gente di spettacolo, poco importa se nell’humus
si muovessero da simbiotici o da saprofitari.
È per questo che la
giravolta di Benigni sul referendum che si terrà ad ottobre non mi
stupisce, e anzi mi torna a conferma – sia per la decisione di
farla, sia per l’amarezza
che sembra aver inflitto a tanti – di quanto ho più volte scritto
su queste pagine: il popolo del «se
l’avesse
detto/fatto Berlusconi, saremmo tutti a manifestare in piazza» è
ormai perdente rispetto a quello del «Renzi sarà pure la
continuazione di Berlusconi con altre chiacchiere, ma è il
segretario del partito che comunque non possiamo non votare».
L’altrieri
erano una cosa sola, e da quella Benigni raccoglieva a piene mani, ma
oggi sono alla conta, e Benigni è costretto a decidere, da marcatore
di una mutazione che è del conformista di sinistra, prim’ancora
che del Pd di Renzi.
https://youtu.be/GR_qQF01040
RispondiElimina"Il viscido ruffiano", grazie per la perfetta antonomasia.
RispondiEliminaA proposito di saprofiti e di simbionti, ha evocato una mia giovanile ossessione per i parassitoidi, che potrebbero suggerire altre simpatiche analogie...
RispondiEliminaperché, sono esistiti altri comici televisivi a parte Benigni negli ultimi 30 anni ? Secondo me piuttosto che criticare quasi l'unico rappresentante di un genere sarebbe meglio criticare il genere stesso. Insomma, c'è qualcuno che fa le stesse cose di Benigni meglio di lui ?
Non ho nessun titolo né alcuna autorizzazione speciale per replicare ma, sempre che il commento giunga a destinazione, vorrei sottolineare come tra i suoi lettori, dottor Malvone, ci sono anche quelli che chissà cos'era e non capiscono una beata mazza. Il suo post è condiviso al 100% e credo da tutta la redazione. A Noi personalmente è piaciuto molto quel "salverei dal cesso solo Non ci resta che piangere, e solo per rispetto a Massimo Troisi", dove aggiungerei "che in quel film dimostra di essere non una ma tre spanne al di sopra dello sfigato ciarliero".
EliminaSaluti dal presquomonimo red. cac. (ma chi la legge e ci informa è l'ex collega Erasmo).
D
Le confesso che non mi è del tutto chiaro il senso del commento, ma fa niente. Terrei solo a precisare il blog ha per testata "Malvino" e io che ne sono il titolare sono Luigi Castaldi, incidentalmente "dottor". Quindi andrebbe meglio "dottor Castaldi" o "caro/gentile/egregio/spettabile Malvino". "Malvone" è una storpiatura e in quanto tale segnala atteggiamento irriguardoso. Non che mi ferisca, sia chiaro. Lo dico per lei, augurandomi non se ne risenta: sa di tic nervoso. Senza ironia, tante belle cose.
EliminaCorrado Guzzabìnti gli piscia in testa quando vuole
EliminaAsfaltare questa zecca rossa menscevica e i campi Rom.
RispondiEliminaRogra
Probabilmente lei non si rende conto di quanto sia scema questa ironia.
EliminaSto imparando il grammelot del no.Calma e gesso e che cazzo !
EliminaRogra
Chiedo scusa, vedo che se ne rende conto.
EliminaMaestro.
EliminaRogra
Comunque condivido il suo giudizio per Benigni, ma non capisco come cazzo sia possibile che se a quel benedetto referendum tu voglia votare 'si' automaticamente vieni iscritto all'albo dei paraculi, dei venduti, degli approfittatori, dei minus habens eccetera. Io ero partito con l'idea di un gran bel 'no', ora quando vedo Travaglio e Fo mi viene voglia di iscrivermi alla DC, votare sì e mettermi in camera un poster della Boschi, così a sfregio.
RispondiEliminaSe c'è una categoria che mi sta sul cazzo più dei renziani sono coloro che non accettano l'esistenza di onestà intellettuale in combinazione con l'avere idee differenti dalle proprie.
Io non iscrivo nell'albo dei paraculi tutti quelli che dicono "la riforma mi piace e quindi voto Sì". Personalmente ne ho sentiti ben pochi, a parte Renzi, la Boschi e il loro entourage.
EliminaTutti quelli che iniziano ammettendo che la riforma è scritta male, che il metodo adottato è stato forzato, che meglio questa che un'altra, diamogli fiducia etc. a me danno proprio l'idea di paraculi venduti.
Mi rendo conto che è un limite mio.
Mi consenta di condividerlo, è un limite che mi piace da morire.
Elimina@il nano
Eliminaci sono anche quelli 'è scritta male ma l'attuale assetto costituzionale ci ha portato il pentapartito Craxi tangentopoli vent'anni di Berlusconi Renzi e pure Grillo'.
Siccome per me le colpe di tutto quello elencato sopra non sono da cercarsi nella Costituzione ma negli elettori, voterò no perchè mi fermo a 'è scritta male', ma c'è un sacco di gente che vive della retorica di un paese di colti poeti, santi e navigatori oppressi da una classe politica brutta e cattiva. E ci credono sul serio.
"coloro che non accettano l'esistenza di onestà intellettuale in combinazione con l'avere idee differenti dalle proprie".
EliminaFrase perfetta per descrivere Renzi e i suoi gerarchetti.
molto interessanti le risposte di Campora e Anonimo. Mostrano la forza di Benigni come icona identitaria non solo per i suoi ammiratori ma anche, a contrario, per i suoi detrattori. Diavolo di un Benigni e io che pensavo fosse solo un bravo comico ! Evidentemente oltre alla tribù del politically correct esiste una non meno settaria tribù del politically incorrect. A voler essere maliziosi si potrebbe dire che la seconda tribù è al momento subalterna perché per identificarsi usa le icone della prima ( Benigni, Litizzetto, Biagi, Gino Strada etc ). Quand'è che vi costruirete delle icone tutte vostre ?
RispondiEliminaCredo di essere in accordo con Stefano, salvo che sul giudizio artistico su Benigni. Confido di non essere in grado di esprimere un serio giudizio competente in materia artistica che non vada oltre ad un qualche volta piace , qualche volta meno, a seconda dell'umore individuale, che va difeso quanto l'individualismo "possessivo", vera base fondante delle democrazie liberal-borghesi, dai "Livellatori" in poi.
RispondiEliminaSulla base di queste esigenze umorali che dallo stomaco mandano "input" al cervello, già solo per questo semplice fatto, a suo tempo, quando uno come Ferrara disse che Benigni era uno "stronzo", pensai che "la Vita è bella" fosse un capolavoro , senza aver mai visto il Film.(questione di stomaco ,appunto).
Certo è lo stomaco a parlare, ma sinceramente parlando : "chi di questi tempi ragiona con il cervello su molte questioni ?
Un passo avanti per favore, oppure come nella battuta ..vai avanti tu che a me viene da ridere !
caino
Benigni era nel Papocchio. Quindi è un genio.
RispondiEliminaFine della discussione.
@anonimo:
Eliminadunque lo è anche Diego Abatantuono?
Stia bene.
Ghino La Ganga
Luigi Castaldi, complimenti per come pensa e come scrive. Continui così.
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