Le
cinque stelle che compaiono nel simbolo del M5S avevano un loro ben
preciso significato già molto tempo prima che al Teatro Smeraldo di
Milano, il 4 ottobre 2009, si desse battesimo al movimento politico
con la presentazione ufficiale del programma e – appunto – del
simbolo. Quasi un anno e mezzo prima, infatti, il 25 gennaio 2007,
dando il via alla formazione di liste civiche cui Beppe Grillo
assicurava il suo sostegno a condizione che i candidati si
impegnassero al rispetto dei punti programmatici che poi saranno della Carta
di Firenze
(8 marzo 2009), veniva data spiegazione di cosa simboleggiassero quelle
cinque stelle: «Una
per l’energia, una per la connettività, una per l’acqua, una per
la raccolta rifiuti, una per i servizi sociali».
Bastava sottoscrivere l’impegno
su quei cinque punti per potersi fregiare del pentastellato bollino
di garanzia, un po’
come, da banana, basta rispettare un certo standard per meritare quello blu
della Chiquita.
Errato, dunque, quanto era scritto, ieri, a pag. 2 de Il
Foglio:
«Le
cinque stelle sono quelle degli alberghi, anzi dello stile di vita.
“Potremmo avere una vita a cinque stelle”, urlava nei comizi
fondativi il capo comico e da lì nacque il simbolo».
E a seguire: «Negli
alberghi a 5 stelle non ci sono solo ospiti ma anche camerieri,
facchini, sguatteri e lavandaie, e che qualcuno che lo faccia
bisognerà pur trovarlo».
Sembrava manifesta in Massimo Bordin, che firmava il pezzo, la certezza di aver trovato in radice la mala
pianta del velleitarismo grillino, per mostrarne subito tutta la fragilità
all’azione
diserbante del pensare a quanto inganno possa essere contenuto nella
promessa di assicurare a tutti «le
lenzuola di lino e la colazione in camera».
Sta di fatto che Beppe Grillo non ha mai materialmente collegato
l’immagine delle cinque stelle agli hotel di lusso: con «vita
a cinque stelle»
ha inteso solo definire lo standard di vita di cui tutti avrebbero
potuto godere con l’attuazione
del programma relativo ai cinque punti cui si faceva cenno prima. Più
che legittimo contestare nel merito uno, due o tutti e cinque i
punti, altrettanto legittimo mettere in discussione il metodo col
quale il M5S si prefigge di attuarli, ma caricaturizzare la posizione
di chi pure ci stia potentemente sul cazzo è cosa intellettualmente
disonesta, e come tale va segnalata.
Come accade che si possa cedere
a questa tentazione? Mi pare che un’ottima
risposta a tale domanda sia data da Gad Lerner nella replica a un
velenoso attacco che ieri, sempre dalle pagine de Il
Foglio,
gli era mosso da Giulio Meotti,
accusato – giustamente, ci pare di poter dire, avendogli più volte
sollevato da queste pagine la stessa imputazione – di «costrui[re]
le
sue argomentazioni col taglia e cuci capzioso delle citazioni»:
«La
denigrazione dell’avversario, quando si è dominati dal pregiudizio
ideologico, sollecita forzature che spesso conducono all’esito
penoso di prendere fischi per
fiaschi». Che questo capiti a Meotti, passi, ma che possa capitare pure a Bordin, ferisce.
Coda Un
giorno chiesero ad Arrigo Cajumi quali fossero le qualità
necessarie per arrivare ad essere un polemista della sua levatura.
Non si schermì con la falsa modestia dei simpatici ad ogni costo, ma
senza esitare un attimo rispose: «Sono
tre: documentarsi, documentarsi e documentarsi».
Circa il lodevole proposito che cita in coda, e contando di far cosa gradita, le segnalo il convegno organizzato dai "menopeggio" (cit.) in quel di Bologna, con il lodevole patrocinio dell'ordine dei medici:
RispondiEliminahttps://oggiscienza.it/2016/06/30/tumori-dibella-oncologia-bologna/
Ironizzava qualche giorno fa sugli articoli di Feltri padre scritti con la mano sinistra, non vorrei scoprire ora che il Nostro sia mancino...
RispondiEliminaDa tempo, con tristezza, osservo, e qualche volta denuncio, la deriva intellettuale, professionale e morale (sissignore, morale) di Massimo Bordin, che si esibisce ormai da mesi, quotidianamente, in rassegne-stampa penose, dominate da un accanimento ossessivo contro i 5Stelle.
RispondiEliminaQuando va bene, i toni sono di derisione, scherno, disprezzo; quando va meno bene si passa alle pietre: e qui la materia prima non manca di certo, ma si attinge preferibilmente dai nobili 'pezzi' del Merlo Francesco, dei compari del Foglio, nonché di quel fogliaccio da Minculpop che si è appropriato del nome e della storia dell'Unità.
Penoso, mi dispiace dirlo, e anche (mi dispiace dirlo) un po' disgustoso.
Bah. Grillo può prendere le sue 5 stelle dove vuole, fatto sta che la lettura "alberghiera" ci sta ed è divertente, poi, oh, de gustibus (addesso sulla deriva morale di Bordin poi... non è che stiamo esagerando con sta morale? Mi state a diventare travaglini qua)
RispondiEliminaLa ripetizione della stessa parola ("lodevole") in appena tre righe di commento mi pare segnali un'ironia forzata a trattenere irritazione autentica, che potrebbe dunque supporsi appartenere, grattando la crosta del sedicente anonimo, al soggetto cui si riferisce il post (o magari ad un suo scudiero). Nel merito, poi, il presunto avallo dell'ordine dei medici al c.d. Metodo di Bella, che trovo in effetti discutibile, non può però fare nemmeno lontanamente il paio con le innumerevoli fanfaluche assurte a temi delle c.d. "battaglie/campagne/iniziative/lotte radicali", ben più pervasive poiché sostenute spesso e volentieri anche dalle istituzioni politiche, tra le quali, le prime e più ridicole che mi vengono in mente sono tutte le variegate "marce", marcite e macilente, intraprese nelle ricorrenze religiose, o anche i convegni per la promozione della c.d. "Lingua Internazionale (detta Esperanto)" (citazione tratta dall'articolato di una proposta di legge dei radicali). Insomma: documentarsi, senz'altro; e poi, soggiungerei, contare fino a diciamo sessanta secondi prima di trinciare giudizi, così da poterne valutare l'opportunità alla luce della regola di prudenza esemplificata nella nota locuzione "da che pulpito".
RispondiEliminaEmilio
Caro anonimo2, la ripetizione dell'aggettivo è da imputarsi a un rapporto non facile con la lingua italiana. Ahimè, scrivo e riscrivo due righe solo per riuscire(?) a renderle intellegibili.
EliminaIrritazione, sì. Verso cinquestelle e ordine dei medici e, da quando ha definito il partito di Grillo come opzione "menopeggio", anche verso il nostro ospite.
Infine, non so quale pulpito abbia creduto di riconoscere ma posso assicurarle che nulla di quello che ha scritto appartiene alla mia esperienza.
Mah, sinceramente Grillo mi sta "potentemente" sul cazzo !
RispondiEliminaStabilito ciò poi mi pare un problema del tutto irrilevante la genesi delle 5 stelle.
In sostanza se non ricordo male, le stelle dei salumi Negroni un tempo erano milioni di milioni.
Importante ora è occuparsi della qualità dei salami... Pardon dell'azione politica reale dei grillini.
Un po' di tempo non guasta..infatti abbiamo già visto quanto basta.(a mio parere..e fuor di ideologia mi pare che siano uomini e donne che fino a ieri ..ecect.
Non sono marziani,quindi sono perfettamente inquadrabili già fin da ora..basta aspettarli!
caino
Al posto del Teatro Smeraldo, oggi c'è Eataly.
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RispondiEliminasto ascoltando Taradash su Radio Radicale. Non c'è dubbio: faranno di tutto per costringerci a votare M5S. Io non vorrei ma sapete...quando la mistificazione è così palese è difficile resistere alla tentazione di trasformarsi in un tifoso.
Ho ascoltato anch'io Taradash: stavolta più che triste, divertita.
EliminaTaradash è riuscito a fare anche meglio di Bordin e a offrirci uno spettacolo esilarante di rabbia, livore, pochezza.
Confesso che mi ha messo di ottimo umore.
Per quanto mi riguarda, credo che non mi resti che osservare il declino di un paese in cui si sceglie sempre il male e poi, visto che non funziona, si va a cercare il peggio. Ma siamo in democrazia, quindi: se l'offerta politica è orripilante, qualcosa c'entrerà la domanda. E sì, pure io credo che il Bomba sia osceno in tutto e per tutto. Ma per farmi andare a votare, e votare i grullini, mi dovrebbero pagare. Se ho un tumore non curabile, certo non mi inietto della varechina perché mi hanno detto che mi guarirà
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