lunedì 6 giugno 2016

Provate a mettervi nei panni di un Ocone


Provate a mettervi nei panni di un Ocone... Fermi lì, mi avete frainteso... Via quel costume ricoperto di piume, via quelle pinne e quel becco giallo, non vi invitavo a un ballo in maschera... Parlavo di Corrado Ocone, lultimo dei crociani in unItalia che ormai di Croce si rammenta solo ai decennali della nascita e della morte, per giunta spicciando la faccenda in modo sempre più sbrigativo, e sempre per ribadire che il suo sistema filosofico è ormai inservibile. Ecco, immaginate che su quel sistema filosofico siate rimasti solo voi a passare la cera, a tappare con lo stucco i buchi lasciati dai tarli, e dite: non vi brucerebbe tremendamente il culo a non vedervi fra gli invitati a presentare un volume su Croce e Gentile?
Non assumete quella posa da intellettuali insensibili alle lusinghe mondane, siate sinceri: vi brucerebbe, eccome. Eccheccazzo – starnazzereste – viene invitato Canfora, e Ferroni, e Vacca, e Ciliberto, che al netto delle buone maniere so quattro comunisti di merda, e io, crociano che più crociano non si può, trattato come il figlio della serva?
Ok, forse non proprio in questo modo, ma che direste? Star zitti e fingervi contegnosamente distaccati, convengo, non sarebbe da crociano: se avete speso la vita in devozione a Croce, almeno un po del narcisismo che lo gonfiava deve per forza avervelo insufflato. Poi cè che, se invitati, vi sarebbe stata offerta loccasione per sparlare di Gentile... Chissà che in sogno non sareste stati gratificati da un don Benedetto che mettendovi una mano sulla spalla vi avrebbe detto: «Guaglio, me fatte allicria’! L’hai scamazzato, a chillommemmerda!».
E invece niente: Canfora sì, Vacca pure, e voi niente. Non vi resta che polemizzare. Polemica garbata, però, mi raccomando, non sia mai detto che difettiate di idealismo.

7 commenti:

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    1. Più che un crociano mi sembra un crociato, peraltro investito da nessun ordine che non sia quello dei vanesi. Le cause perse possono anche suscitare simpatia, purché non si millantino titoli (Prof. Ocone chi?) per screditare (garbatamente, s'intende) in modo sistematico e paradossale chi quei titoli ce li ha davvero. Altrimenti, al netto delle buone maniere e delle questioni di merito, sei poco altro che una volpe che non arriva all'uva.

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  2. "... in un’Italia che ormai di Croce si rammenta solo ai decennali della nascita e della morte, per giunta spicciando la faccenda in modo sempre più sbrigativo, e sempre per ribadire che il suo sistema filosofico è ormai inservibile..."

    scusi Malvino, sarebbe così gentile da indicarmi il nome di un filosofo ( anche straniero ) che abbia più seguito di Croce e il cui sistema sia considerato utile o attuale ?

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    1. Basterebbe e avanzerebbe Gramsci, tra quelli citati da Ocone, il cui contributo (nel bene o nel male) appare di tutt'altra magnitudine a chiunque bazzichi anche superficialmente il dibattito accademico contemporaneo di una qualunque disciplina tra le cosiddette scienze umane e sociali.

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    2. che c'entra il dibattito accademico ? Mi riferivo, più in generale, al dibattito culturale, da cui risultano assenti filosofi di ben altra levatura rispetto a Croce. Se nessuno, fuori dell'accademia, presta attenzione a Hegel perché sorprendersi che la stessa sorte sia riservata a Croce ? Non sono un gran frequentatore del dibattito accademico ma da quello che ho letto non ricordo di aver mai trovato uno studioso di Gramsci che non iniziasse il suo commento con una geremiade sulla dimenticanza di Gramsci da parte dell'accademia. Oltre, ovviamente, che da parte della sua parte politica. Che poi si ritenga Gramsci un grandissimo pensatore ( come faccio io per esempio ) è tutto un altro paio di maniche.

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  3. Citavo il dibattito accademico come l'indicatore più affidabile (seppure grossolano, ci mancherebbe) di quello che lei ha chiamato il "seguito" di un pensatore (e del suo sistema teorico) e che io ho interpretato in termini di popolarità e impatto sulla realtà. Non so a quale dibattito culturale si riferisse lei; immagino ci siano tanti livelli (e tanti paesi) diversi a cui ci si potrebbe riferire. Proprio per questo, però, il dibattito accademico internazionale (genericamente e imperfettamente inteso come lo "state of the art" degli articoli scientifici e dei testi prettamente accademici soggetti a revisione paritaria e veicolati per lo più in lingua inglese) è il contestabile ma attualmente insostituibile metro di misura sul quale valutare il "seguito" di un pensatore (o di un complesso di idee). Da quello, a cascata, arrivano in modo assai distorto e magari con estremo ritardo (dipende dai mediatori/divulgatori locali) non solo i "dibattiti culturali", ma anche alcune categorie concettuali che le persone adottano "passivamente" (uso questo aggettivo in modo avalutativo). In questo senso, Gramsci ha un peso e Croce nient'affatto: paradossalmente non le sto confermando che Gramsci fosse un grandissimo pensatore (anche se personalmente condivido il suo giudizio), ma solo che il suo "seguito" (che è un fatto sociale) sia ragionevolmente considerabile come assai maggiore di quello di Croce, così come il sistema di pensiero del primo è da più parti (non da tutti, ma da un numero di parti sufficiente a fare massa critica) considerato "utile e attuale" (per usare le sue parole) al contrario di quello del secondo.

    P.S. ho semplificato (e non so se mi sia riuscito molto bene), ma non intendo dire che i dibattiti culturali e sociali siano univocamente determinati da quello accademico; non ritengo che ci sia un rapportò di causalità, piuttosto di interdipendenza, ma il dibattito accademico è un indicatore più utile e affidabile in ragione di alcune sua caratteristiche estrinseche. Poi ci sono sicuramente anche esempi validi che non viaggiano sui binari dell'accademia e sfuggono a questa logica, ma non è certamente il caso di Croce.

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