Dieci
anni fa, di questi tempi, infuriava la battaglia sulla legge 40...
Ok, «infuriava la battaglia» è bassa retorica, correggo subito...
Dieci anni fa, di questi tempi, mancavano pochi giorni al referendum
sulla legge 40, e da un lato c’era chi voleva ne fossero abrogati
almeno i punti che la rendevano tra le più stronze e crudeli della
storia repubblicana, sgolandosi ad urlare dello scempio che
infliggeva al buonsenso e alla Costituzione, mentre dall’altro
c’era chi l’aveva
voluta e, con assai miglior
polso del paese, sapendo bene che da un popolo di merda il consenso
non si ottiene invocando la logica e in nome dei principi, anzi,
puntò sul vincere la partita senza combatterla nemmeno, sommando
cinismo e strafottenza, per impedire che si raggiungesse il quorum.
Sappiamo come andò: il quorum non fu raggiunto, la legge restò in
vigore, e tutti, o quasi, a cantar lodi al cardinal Ruini, gran
figlio di puttana, e perciò politico sopraffino. Sappiamo pure che
fine ha fatto, in questi anni, la legge 40: smontata pezzo a pezzo da
una dozzina di sentenze della Cassazione, ne resta in piedi solo il
poco che sta a memoria della
feroce idiozia
che le diede vita.
Ma forse pure raccontarla a questo modo vuol dire
far dell’epica
dove non c’è
che cronaca. Andrebbe raccontata senza metterci passione, come
l’apologo di una delle tante leggi che si scoprono essere
incostituzionali solo dopo aver causato danni incalcolabili.
Leggi
approvate nell’indifferenza pressoché generale dell’opinione
pubblica, che rimane indifferente anche quando è chiamata a
esprimere un parere su di esse. Come è stato col Porcellum, no?
Anche in quel caso il referendum non interessò più di tanto, anche
in quel caso s’è dovuto aspettare una sentenza che lo dichiarasse
incostituzionale.
Non c’è dubbio che così sarà anche per
l’Italicum, la cui approvazione, oggi, incorona Renzi come gran
figlio di puttana, e perciò politico sopraffino. Lo schema – il
solito – si ripropone: un mascalzone scrive una legge a cazzo di
cane, una maggioranza parlamentare di insulse comparse l’approva,
una corte di ruffiani leva al cielo l’osanna
per cotanta vis legislativa, le opposizioni bestemmiano e raccolgono
firme per abrogare l’obbrobrio,
mentre il resto del paese se ne fotte, perché «capolista
bloccato»
è termine incomprensibile almeno quanto «ovocita
fecondato».
Per carità di Dio, raccoglietele, ’ste
firme, ché val la pena spendersi pure per le guerre perse in
partenza. Ma non sperate troppo in quella che chiamate «gente»,
perché ormai da tempo è plebe. Appena sarà pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale, sottoponete l’Italicum
alla Corte Costituzionale: l’unica
via è quella.
Tentato dal parallelo Ruini-Renzi, domando: se la Legge 40 aveva (ha) lo scopo di compiacere il magistero politico della Chiesa (e Ruini, sommo agente riuscì nel suo intento) a quale lobby rende servigio l'Italicum?
RispondiEliminaLa legge 40 non aveva solo lo scopo di compiacere la Chiesa, ma anche di affermare una prerogativa etica dello Stato: mutuata in parte dalla dottrina morale della Chiesa (ma solo in parte: il Catechismo vieta qualsiasi pratica di fecondazione assistita, che invece la legge 40 consente in certi casi, anche se con tali limiti da renderla una corsa a ostacoli), ma questo solo perché in Italia è il cattolicesimo a fornire il modello antropologico di un uomo che deve essere guidato in ogni sua scelta. Nel caso dell'Italicum, il modello è quello di un cittadino chiamato solo a avallare solo questo o quel profilo di autoritarismo, come soggetto non autorizzato a produrre domande, ma solo a scegliere tra un limitato numero di offerte, per giunta uguali quasi in tutto. In entrambi i casi, l'individuo è degradato a cliente, a consumatore, a spettatore passivo, a minus habens.
EliminaNel caso italiano non si tratta di degradare alcuno. L'individuo italico è esattamente un cliente, un consumatore, uno spettatore passivo e, in fin dei conti, un minus habens
EliminaLa legge 40 aveva come scopo quello di arricchire cliniche clandestine in Italia e cliniche ufficiali all'estero, così come già accaduto per l'aborto. A me vien da pensare che Tribunali e Cassazione abbiano deciso di recuperare il reddito che si perdeva: è l'unico vero motivo che muove ogni cosa nel paese. Altro che uguaglianza e diritti: per tutelarli tocca sperare che coincidano con il mancato incasso di qualcuno. Stia bene, sempre utile passar da qui. Ghino La Ganga
EliminaIn questo momento davvero non saprei cosa incorniciare in oro e mettere dietro la porta di casa: se il post, o la risposta al primo commento di Luca Massaro. In quest'ultimo caso, peraltro, ho visto al risposta materializzarsi informe nei miei stessi retropensieri, ma mai avrebbe preso sostanza così sinteticamente definitiva. Mi soggiunge il pensiero risolutivo: metterò l'altra sulla porta d'ufficio, con una puntina però.
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