martedì 5 maggio 2015

L’unica via

Dieci anni fa, di questi tempi, infuriava la battaglia sulla legge 40... Ok, «infuriava la battaglia» è bassa retorica, correggo subito...
Dieci anni fa, di questi tempi, mancavano pochi giorni al referendum sulla legge 40, e da un lato c’era chi voleva ne fossero abrogati almeno i punti che la rendevano tra le più stronze e crudeli della storia repubblicana, sgolandosi ad urlare dello scempio che infliggeva al buonsenso e alla Costituzione, mentre dall’altro c’era chi laveva voluta e, con assai miglior polso del paese, sapendo bene che da un popolo di merda il consenso non si ottiene invocando la logica e in nome dei principi, anzi, puntò sul vincere la partita senza combatterla nemmeno, sommando cinismo e strafottenza, per impedire che si raggiungesse il quorum. Sappiamo come andò: il quorum non fu raggiunto, la legge restò in vigore, e tutti, o quasi, a cantar lodi al cardinal Ruini, gran figlio di puttana, e perciò politico sopraffino. Sappiamo pure che fine ha fatto, in questi anni, la legge 40: smontata pezzo a pezzo da una dozzina di sentenze della Cassazione, ne resta in piedi solo il poco che sta a memoria della feroce idiozia che le diede vita.
Ma forse pure raccontarla a questo modo vuol dire far dellepica dove non c’è che cronaca. Andrebbe raccontata senza metterci passione, come l’apologo di una delle tante leggi che si scoprono essere incostituzionali solo dopo aver causato danni incalcolabili.
Leggi approvate nell’indifferenza pressoché generale dell’opinione pubblica, che rimane indifferente anche quando è chiamata a esprimere un parere su di esse. Come è stato col Porcellum, no? Anche in quel caso il referendum non interessò più di tanto, anche in quel caso s’è dovuto aspettare una sentenza che lo dichiarasse incostituzionale.
Non c’è dubbio che così sarà anche per l’Italicum, la cui approvazione, oggi, incorona Renzi come gran figlio di puttana, e perciò politico sopraffino. Lo schema – il solito – si ripropone: un mascalzone scrive una legge a cazzo di cane, una maggioranza parlamentare di insulse comparse lapprova, una corte di ruffiani leva al cielo losanna per cotanta vis legislativa, le opposizioni bestemmiano e raccolgono firme per abrogare lobbrobrio, mentre il resto del paese se ne fotte, perché «capolista bloccato» è termine incomprensibile almeno quanto «ovocita fecondato».
Per carità di Dio, raccoglietele, ste firme, ché val la pena spendersi pure per le guerre perse in partenza. Ma non sperate troppo in quella che chiamate «gente», perché ormai da tempo è plebe. Appena sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sottoponete lItalicum alla Corte Costituzionale: lunica via è quella.

5 commenti:

  1. Tentato dal parallelo Ruini-Renzi, domando: se la Legge 40 aveva (ha) lo scopo di compiacere il magistero politico della Chiesa (e Ruini, sommo agente riuscì nel suo intento) a quale lobby rende servigio l'Italicum?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La legge 40 non aveva solo lo scopo di compiacere la Chiesa, ma anche di affermare una prerogativa etica dello Stato: mutuata in parte dalla dottrina morale della Chiesa (ma solo in parte: il Catechismo vieta qualsiasi pratica di fecondazione assistita, che invece la legge 40 consente in certi casi, anche se con tali limiti da renderla una corsa a ostacoli), ma questo solo perché in Italia è il cattolicesimo a fornire il modello antropologico di un uomo che deve essere guidato in ogni sua scelta. Nel caso dell'Italicum, il modello è quello di un cittadino chiamato solo a avallare solo questo o quel profilo di autoritarismo, come soggetto non autorizzato a produrre domande, ma solo a scegliere tra un limitato numero di offerte, per giunta uguali quasi in tutto. In entrambi i casi, l'individuo è degradato a cliente, a consumatore, a spettatore passivo, a minus habens.

      Elimina
    2. Nel caso italiano non si tratta di degradare alcuno. L'individuo italico è esattamente un cliente, un consumatore, uno spettatore passivo e, in fin dei conti, un minus habens

      Elimina
    3. La legge 40 aveva come scopo quello di arricchire cliniche clandestine in Italia e cliniche ufficiali all'estero, così come già accaduto per l'aborto. A me vien da pensare che Tribunali e Cassazione abbiano deciso di recuperare il reddito che si perdeva: è l'unico vero motivo che muove ogni cosa nel paese. Altro che uguaglianza e diritti: per tutelarli tocca sperare che coincidano con il mancato incasso di qualcuno. Stia bene, sempre utile passar da qui. Ghino La Ganga

      Elimina
  2. In questo momento davvero non saprei cosa incorniciare in oro e mettere dietro la porta di casa: se il post, o la risposta al primo commento di Luca Massaro. In quest'ultimo caso, peraltro, ho visto al risposta materializzarsi informe nei miei stessi retropensieri, ma mai avrebbe preso sostanza così sinteticamente definitiva. Mi soggiunge il pensiero risolutivo: metterò l'altra sulla porta d'ufficio, con una puntina però.

    RispondiElimina