«Tu
facevi la terza liceo, io ero ai primi anni di insegnamento... Tutto
per te era occasione di disturbo, ti piaceva creare confusione,
paralizzare l’attività didattica... Non hai mai studiato, per
tutto l’anno... Caro Giuliano, eri così...» (Maurizio
Lichter – il
manifesto,
29.1.2008). Non c’è
da stupirsi che si sia persa pure la lezione sul modello astronomico
cui Dante Alighieri si ispirò per costruire il suo Paradiso, cinquant’anni
dopo avrebbe potuto soccorrerlo il pur vago ricordo che era quello tolemaico: astri incastonati in sfere di cristallo, una dentro l’altra, un universo fatto a cipolla.
Niente, nel tappare le falle lasciate aperte da una gioventù
sprecata a far casino – dopo il Principe
e l’Orlando
furioso
ci tiene a far sapere che ora sta studiando la Divina Commedia, poi probabilmente sarà la volta dei Promessi sposi – è
inevitabile ci finisca dentro roba che non c’entra
un cazzo. Ecco, allora, che a un Ferrara visibilmente eccitato da un picco degli zuccheri sembra che le terzine dantesche possano tornare a fagiolo da didascalia alle foto di galassie e nebulose che
il telescopio Hubble ha scattato nelle abissali lontananze dello
spazio: dalla Nasa, insomma, la prova che l’universo «somiglia tremendamente» a come ce lo si immaginava nel Trecento. Argomentasse, almeno. Macché, nient’altro
che una mistica d’accatto:
«Nelle
foto di frate Hubble vedete i pilastri della Creazione che sono
l’allegoria
dell’Aquila
in non ricordo più quale cielo ma comunque molto in alto, una figura
esoterica della gerarchia angelica e di tanto altro, vedete i diademi
della Madonna incoronata, il manto di Cristo che la raccoglie e se la
porta nell’Empireo,
vedete tutto quello che non avete mai voluto o potuto vedere, tutti
gli ubi in cui consiste la divinità e il luogo da essa attribuita da
sempre e per sempre a tutto e a tutti; cose non viste né pensate per
mancanza di devozione, alla poesia medievale-moderna però, non alla
religione idoleggiata dal secolarismo come Arcinemica della ragione»
(Il
Foglio,
16.5.2015). A non vedercela, tutta ’sta
roba? Che domande, significa che si è insensibili. A Dio, ad Hubble
e a Dante.
Più peyote per tutti
RispondiElimina